* Apertura delle danze *

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Jin Pov

Per qualche strana ragione la sorte sembrò girare dalla mia parte quasi a darmi ragione del torto subito, quel Jungkook non poteva passarla liscia sempre e comunque perché il preferito del capo, aveva tradito, aveva colpito i suoi stessi compagni, andava a letto con l'avversario e cosa altro avrebbe fatto? Vendere informazioni? Vendere la sua stessa famiglia che lo raccolse dalla strada? Solo io vedevo quella sua colpa imperdonabile ed inaccettabile? Avevo intenzione di distruggerlo e sarebbe stato il suo stesso amore a farlo. Davanti agli occhi mi scorreva la sequenza di lui con Chan e sorrisi soddisfatto, sembrava esattamente un tradimento e, molto probabilmente, Jimin non l'avrebbe presa bene. Impacchettai quell'informazione e la spedii, attraverso canali secondari, al recapito di Jimin sapendo che l'avrebbe aperta di lì a breve ma non attesi una sua risposta perché sapevo non lo avrebbe fatto. Compiaciuto del fatto di aver piantato il seme del sospetto, chiusi tutti gli schermi della mia stanza andandomi a distendere sul divano. La testa mi pulsava e gli occhi bruciavano a causa delle infinite ore ininterrotte davanti a quella luce artificiale ma ne era valsa la pena, non dovevo far altro che attendere che quel seme crescesse e mettesse radici.

Jungkook Pov

Ero stanco, il sudore imperlava la mia pelle dopo quella seduta di addominali andando a bagnare la canotta nera che avevo indossato. La notte volgeva al termine e, anche quella notte rimasi sveglio, il sonno faceva fatica a cogliermi e, seppur provassi a dormire, mi svegliavo per un non nulla quasi come se il mio corpo fosse ormai abituato ai pericoli tanto da rimanere all'erta. In effetti quella mia particolarità mi salvò non poche volte nell'arco di quella mia vita sregolata; la gola bruciava e la testa era pesante decidendo così di andare a fare una doccia veloce prima che il sole sorgesse del tutto portando altra merda in quell'esistenza. - Kook muoviti, ho bisogno della tua presenza. - Sentii una voce venire dall'altra parte della porta, era Nam che, ovviamente, aveva qualcosa in mente e nemmeno quel giorno sarei stato in tranquillità. Non ci pensai due volte, indossai l'intimo ed un paio di pantaloni di tuta neri e mi avviai fuori dal bagno mentre strofinavo vigorosamente i capelli ancora bagnati con un asciugamano. - Abbi almeno la decenza di vestirti. - mi rimproverò il capo ma non gli diedi peso, d'altronde facevo quello che volevo ma quando vidi Chan in casa mi irrigidii, non amavo la sua presenza né tanto meno mostrare i segni, ancora lievemente visibili, sul mio corpo. - Cosa diavolo ci fa lui qua? - dissi in tono basso riponendo l'asciugamano sulle spalle, le punte dei capelli ancora bagnate mi ricadevano sul viso liberando una goccia di tanto in tanto andando a solleticare il petto scoperto. - Preparati, è ora di agire ed ho invitato un altro psicopatico a questo circolo di pazzi. - Negli occhi del capo vidi la voglia di divorare, arraffare ogni cosa, vidi avarizia e gola mentre pensava ad un altro piano per conquistare Seoul e far fuori quel verme di Yoongi e dentro di me, quel demone insaziabile, iniziò a destarsi solo al pensiero di altro sangue.

Andai a recuperare una maglia blu notte vestendomi sotto lo sguardo lascivo di Chan, sembrava provare piacere intenso anche solo nel guardarmi con occhi socchiusi e i denti che non la smettevano di tormentargli il labbro inferiore ma non era lui ad infastidirmi più di tutti quella mattina. Jin se ne stava beatamente seduto a gustarsi la scena aspettandosi chissà cosa che quasi volli giocare giusto per fargli perdere quel suo vizio da guardone che aveva. A volte avevo l'impressione fosse un Voyeurista, o una cosa simile, uno di quelli che si eccita a guardare gli altri. - Depravato. - sussurrai passandogli di fronte ed andando a prendermi una mela dal portafrutta situato sul tavolo. Era rossa e succosa e, nell'attesa dell'ultimo ospite, iniziai a giocare sapendo di avere l'attenzione di Chan, mordendola lentamente e leccandone il succo godendo dello stato in cui si stava riducendo il biondo. Il suo sguardo fermo sulle mie labbra e sulla lingua che vi ci passavo sopra, sulle dita che leccavo pur di non perdere nemmeno una goccia di quel liquido zuccherino, sul pomo d'Adamo che saliva e scendeva ogni qual volta ingoiavo un boccone e sapevo che questo gli avrebbe reso difficile restare lucido. Fortunatamente per lui la mela finì ed io mi dileguai in bagno per lavarmi via il succo che stava divenendo appiccicoso godendo della sua sofferenza, quando qualcuno si intrufolò lì chiudendosi la porta alle spalle. - Che cazzo vuoi? - dal riflesso nello specchio potei fulminare Chan alle mie spalle, aveva le guance rosse ed una mano che gli copriva la bocca e quando mi girai capii il motivo. Quel mio giochetto lo aveva realmente mandato a puttane e risi compiaciuto. - Ecco perché io sono un dobermann e tu un chihuahua, non riesci nemmeno a controllare il tuo cazzo. - lo schernii mentre feci per uscire da quel bagno ma mi trattenne per un braccio. - Lo so che lo vuoi pure tu. - Era davvero così sicuro di potermi riavere dopo tutte le merdate che mi aveva fatto? - Non puoi sapere cosa voglio... ts... - con uno strattone me ne liberai uscendo da lì e lasciandolo a masturbarsi da solo come un povero pervertito; era davvero caduto in basso per me. Mi tuffai sul divano buttando indietro la testa in attesa dell'ultimo ospite a sorpresa mentre gli occhi iniziarono a chiudersi portando le mie fantasie da Jimin.

𝐵𝓁𝒶𝒸𝓀 𝒮𝒽𝒶𝒹𝑜𝓌  *𝒥 𝒥𝒦. & 𝒫.𝒥𝓜*Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora