[1.16]

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[CANDACE]
UN VERO OTAKU

«Che noia questa partita» mi lamentai, mentre i ragazzi raggiungevano la panchina per la fine del primo tempo. La Otaku aveva mantenuto il possesso palla, senza mai sbilanciarsi in attacco, e i giocatori della Raimon erano fin troppo confusi dal loro modo di giocare per prendere in mano le redini della partita. Se a tutto ciò aggiungiamo che in quel momento stavo indossando un'uniforme da maid -perché faceva parte del regolamento stabilito da quello svitato dell'allenatore avversario- diciamo che la situazione non era di certo delle più rosee.

«Che siano una squadra maledetta?» chiese Jim, con il suo solito fare inquietante.

Tirai un sospiro. «Certo, ci mancava appena questa...» borbottai.

Mark si sedette accanto a me e mi mise un braccio intorno al collo, stritolandomi. «Dobbiamo aggredirli in tutte le zone del campo, non dobbiamo farci scoraggiare!» esclamò.

Con la mano gli diedi un colpetto sul bicipite, invitandolo ad allentare la presa. «Mark, mi stai strozzando!» mi lamentai.

Lui mi mollò all'istante, per poi rivolgermi un sorriso imbarazzato. «Oh, scusa Can!»

Quando la partita riprese, non potei credere ai miei occhi. La Otaku aveva cominciato a giocare sul serio. E sul serio era un eufemismo considerando che, dopo pochi secondi dalla ripresa, si erano già portati in vantaggio. «Io n-non...» balbettai incredula, non capacitandomi di quello che era appena accaduto.

Sentii Nelly al mio fianco irrigidirsi dalla rabbia. «Quei quattr'occhi imbecilli!» sbottò «Non era già abbastanza umiliante farci vestire in questo modo agghiacciante!» urlò in preda all'ira, strattonandosi il vestito che era stata costretta ad indossare contro la sua volontà.

Ad aggravare le cose c'era il fatto che, ogni singola volta che tiravamo in porta, il pallone pareva non aver la minima intenzione di entrare nella rete. Cominciai a domandarmi come fosse possibile che ogni conclusione finisse sul fondo, ma Willy sembrò capire il perché prima di chiunque altro. «Aspetta, Kevin! Non tirare!» urlò il piccoletto, addentrandosi nel polverone che i difensori della Otaku alzavano ogni volta che era il nostro turno di tirare.

«Finalmente ho capito come mai i nostri tiri non entrano mai in porta!» esclamò, mentre la nuvola di terra si stava diradando. Quando cominciai a vederci chiaro sulla questione non seppi se mettermi a ridere o a piangere. Willy stava tenendo un giocatore della Otaku per le mutande, mentre l'altro era intento a spostare la porta.

«Io non ho veramente parole...» constatai, più basita che mai.

Accanto a me, anche Silvia sembrava essere sconvolta. «Quindi spostano la porta ogni volta che tiriamo?»

«Come hai fatto a capirlo?» domandò uno della Otaku.

Willy fece un sorriso sghembo, per poi sistemarsi gli occhiali con fare da vero intenditore. «Kamen Rider, episodio 28. I mostri di sabbia usano la stessa tattica diversiva...» spiegò.

Mi voltai verso le altre ragazze, con un'espressione interrogativa del tipo "Ma voi sapete di che diavolo sta parlando?" che loro prontamente ricambiarono. Willy cambiò radicalmente, passando da colui che aveva abbandonato il campo durante la nostra prima partita a colui che ci avrebbe fatto vincere la semifinale. In un battibaleno si impossessò della palla e superò svariati giocatori avversari, con l'intento di farli rinsavire, ricordando loro quale fosse il vero spirito degli Otaku. Una volta arrivato al limite dell'area passò la palla a Kevin, che tirò con il suo Dragon Crash. Come da programma, il portiere avversario spostò nuovamente la porta, ma questa volta Willy non si fece cogliere impreparato e, dopo aver deviato il tiro di Kevin con la faccia, segnò il suo primo gol.

𝐄𝐍𝐄𝐌𝐈𝐄𝐒 [𝐈𝐄] || ᴠᴏʟᴜᴍᴇ 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora