98 - grazie Paola, grazie Giacomo

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Come si sa, l'inizio di ogni anno scolastico porta con se belle e brutte sorprese.
I ragazzi della 4B del liceo scientifico "Da Vinci" non erano immuni da questa costante.
Infatti il primo giorno di scuola, dopo le vacanze estive è sempre pieno di ansia e "paura", ma nello stesso tempo voglia di rivedersi.
Questo era successo anche a Simone e Manuel e ai loro compagni di scuola.

Dopo la litigata all'officina di Manuel, l'incidente di Simone, il successivo ricovero, la completa guarigione e l'essere stato accompagnato al Cimitero da Jacopo, anche i due ragazzi avevano vissuto un'estate un po' anomala, cioè per lo più passata ogniuno per conto proprio, senza la compagnia dell'altro. Cosa alquanto strana, essendo sempre insieme.

Dopo la sera di passione passata al compleanno di Simone, non ebbero più un simile contatto, in quanto Manuel avendo trattato molto male Simone, non ne volle più parlare.
Era inutile negare che il loro rapporto si era incrinato, non erano più così affiatati com'erano alcuni mesi prima.

Simone traduceva quello che c'era stato tra loro, vedendo il comportamento di Manuel, come se si vergognasse nell' aver provato attrazione verso di lui. Ricordava sempre che lo aveva etichettato come il più etero e il più stonzo della scuola. E rideva sempre.

Questo sentimento negato portava tanto dolore a Simone e non potendone nemmeno parlare con lui, era una ferita sempre aperta.

La preside, il primo giorno di scuola si presentò nella loro classe con una comunicazione:

PR: "buon giorno ragazzi, vi volevo informare che quest'anno la vostra classe aumenterà di numero, perché si aggiungeranno due nuovi studenti: Paola, trasferitasi da Bologna e Giacomo trasferitosi da Foggia.
Entrambe le famiglie si sono trasferite per lavoro qui a Roma e quindi loro saranno i vostri nuovi compagni.
Mi raccomando siate gentili e fateli integrare tra voi, nel minor tempo possibile.
Dunque Giacomo tu puoi sederti nel posto vicino a Simone e tu Paola, qui vicino a Monica. Ve li affido. Buon lavoro a tutti quanti"

I ragazzi salutarono i loro nuovi compagni di classe e si presentarono:

P: "ciao a tutti mi chiamo Paola e vengo da Bologna, ma sono originaria di Genova. Con la mia famiglia abbiamo abitato a Bologna per 7 anni, ma a causa del lavoro di mio papà, ci siamo dovuti spostare, anche perché la ditta per cui lavora ha ridotto il personale, chiudendo la succursale di Bologna e centralizzando tutta l'attività qui nella capitale, nella sede centrale. Ed eccomi qui con voi, spero di fare presto amicizia, di conoscervi e integrarmi nel miglior modo possibile."

G: "ciao a tutti io sono Giacomo, vengo da Foggia, nonostante io sia nato ad Ancona, quando ero piccolo, per questioni lavorative, i miei genitori sono stati spostati a Foggia, nella succursale dove hanno lavorato fino a quest'estate e per carenza di personale, i proprietari hanno deciso di chiudere la succursuale e spostare gli operai nella sede centrale di Roma, proprio come hanno fatto i genitori da Paola. Due realtà differenti, ma molto simili. E quindi dopo il trasloco sono passato dal liceo Morandi di Foggia a questo liceo della capitale. Spero di trovarmi bene qui con voi e di inserirmi presto nella classe."

Mentre Giacomo parlava, Paola guardandosi attorno, notò subito Manuel e Simone, entrambi bellissimi, i più belli della classe, ma rimase più colpita dalla bellezza di Manuel, tant'è che lui si accorse immediatamente che lo stava guardando e ricambiò lo sguardo.

Manuel era in quella particolare fase nella quale aveva molta confusione. A lui erano sempre piaciute tanto le ragazze, ma dopo aver avuto quella specie di "rapporto"con Simone, la sera del suo compleanno, si era palesata  in lui, la possibilità di essere bisessuale.
Quell'eventualità lo spaventava molto, perché non lo aveva mai  provato nulla di simile, prima. Infatti com'era solito fare, non pensando ai problemi, per magia, non esistevano.
Ma il suo problema era invece molto presente, in quanto era il suo compagno di banco, cioè Simone, quindi lo aveva vicino e ci parlava sempre. A dir la verità molto meno, rispetto a tempo prima.

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