107 - non più "noi"

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Come sempre tutte le cose belle prima o poi hanno una fine e
anche la storia tra Simone e Manuel, era giunta alla conclusione.

Niente era più stato come prima dell'incidente, i rapporti tra loro si erano modificati, quella speciale alchimia e chimica che c'era sempre stata, era sparita.

Simone se ne rese conto un pomeriggio, quando Manuel lo era andato trovare a casa, a villa Balestra.
Di solito, come sempre succedeva, quando i loro occhi si incrociavano, Simone aveva sempre le "farfalle" nello stomaco.
Manuel gli faceva sempre quell'effetto, dalla sera del suo compleanno.
Ma quel giorno no.
Entrati, si misero in cucina, dove Simone si stava preparando una tazza di tea.

S: "vuoi una tazza di tea?"

M: "no grazie Simò"

S: "ok, la preparo per me"

M: "come stai Simò?"

S: "beh a parte male al braccio rotto, abbastanza bene"

M: "sei riuscito a dormire questa notte?"

S: "ma si, non è andata male, anche se ho dormito a tratti.
Mi svegliavo molto spesso, volevo ricordare cos'era successo dopo l'incidente, ma non riuscivo a ricordare niente.
Ho un buco temporale, un vuoto assoluto"

M: "quello che ti posso dire è che quando hai avuto l'incidente, ho chiamato l'ambulanza, fortunatamente avevo il telefono in tasca, sono arrivati, ti hanno messo il collarino che ti immobilizzava il collo, ti hanno caricato e portato al pronto soccorso del policlinico Gemelli.
Io e mamma abbiamo seguito l'ambulanza e chiamato tuo padre, che insieme alla nonna sono arrivati subito.
Arrivati in pronto soccorso, ti hanno visitato, chiamato in consulenza il chirurgo ortopedico e portato in sala operatoria dove ti hanno operato il braccio rotto"

Simone mentre ascoltava era rimasto in silenzio, guardando Manuel.
Preso dai sensi di colpa disse:

M: "mi dispiace Simò, tutto quello che ti è successo è soltanto colpa mia, se solo non ti avessi detto quelle parole all'officina, se avessi tenuta chiusa questa boccaccia che dice solamente stronzate!!!!.
(Dopo un attimo di esitazione) ho avuto paura, ti ho detto quelle parole solo perché ho avuto paura!!.
Paura della confusione che avevo in testa e di quello che era successo tra noi...tutte cose che non avevo mai provato!!"

S: "quindi, perché avevi paura mi hai offeso? Mi sembra giusto che in tutto quello che è successo ci abbia rimesso soltanto io!!!
(arrabbiato) Se non ricordi, ti rinfresco la memoria: io sono sempre stato innamorato di te, innamorato!!!
Capisci cosa significa la parola innamorato?
Non è un gioco!! ne un divertimento!!,
cosa che mi hai detto all'officina!!
No, è ben altro!!.
Si vede che tu non sai cosa significa amare una persona, perché se lo sapessi, non mi avresti trattato così!!!.
Si vede che con le ragazze con cui sei andato, era soltanto sesso....buon per te!!
per me è diversa la cosa!!!"

Simone era arrabbiatissimo e si girò, dando le spalle a Manuel, che aveva gli occhi rossi e pieni di lacrime.

Dopo alcuni minuti, dopo essersi trafitti il cuore a vicenda, con  parole che sembravano una spada affilata, Manuel raggiunse Simone e gli appoggiò delicatamente una mano sulla spalla.
Appena Simone sentì il tocco, si spostò:

M: "perdonami Simò!"

S: "questa volta non ti perdono Manuel, questa volta no!!.
Per l'ennesima volta mi sono fatto del male volendoti star vicino, ma adesso basta, non ho più intenzione di continuare!!.
(girandosi verso Manuel con gli occhi pieni di lacrime) volevo togliermi la vita!! Hai capito?? Mi volevo suicidare per causa tua!!"

Manuel non aveva mai visto Simone arrabbiato a quel modo. Non riuscì a guardarlo negli occhie abbassò lo sguardo, Simone era furioso!!.

Manuel si sentì profondamente in colpa.

CHAT TRA NOI E BREVI RACCONTIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora