Love Me (Twisted Wonderland x Reader)

Cattive abitudini (Cater) 🌸(🔞?)

» 𝘘𝘶𝘦𝘴𝘵𝘢 𝘴𝘵𝘰𝘳𝘪𝘢 𝘱𝘢𝘳𝘵𝘦𝘤𝘪𝘱𝘢 𝘢𝘭 𝘞𝘳𝘪𝘵𝘰𝘣𝘦𝘳 𝘥𝘪 𝘍𝘢𝘯𝘸𝘳𝘪𝘵𝘦𝘳.𝘪𝘵

» Prompt: Ibisco/bellezza fugace

Avvertenze; Reader-chan non è MC; ispirato alla canzone "Bad Habits" (Ed Sheeran); non viene usato Y/n per la reader.

E questa è la terza ispirata da una canzone di Ed.

C'era ancora un po' di gin tonic nel bicchiere e non avevo molta intenzione di berlo. Erano ormai diversi minuti che lo fissavo con sguardo vacuo; il ghiaccio, sciogliendosi, aveva allungato la bevanda e non facevo altro che strofinarlo contro le pareti di vetro muovendo il bicchiere con movimenti circolari. Dovevo sembrare penoso visto dall'esterno, con il telefono con lo schermo acceso in una mano e la testa girata dall'altra parte, perso nel ghiaccio che girava, però non stavo registrando nulla di tutto ciò.

Da diversi sabati, con alcuni altri ragazzi del terzo anno, chiedo al preside il permesso per poter rimanere fuori una notte, per andare a ballare in qualche locale, magari conoscere qualche nuova compagnia, e il preside ce lo concede senza troppe storie, essendo maggiorenni e quindi legalmente legittimati anche a bere. E quello era un sabato, uno con l'inizio più deprimente di cui abbia memoria.

Normalmente non è che mi diverta mai troppo nei locali: mi interessa solo fare qualche video e foto da postare su Magicam, se sono fortunato mi diverto flirtando con qualcuno che non ha già un partner e il resto del tempo lo passo ai divanetti. Però quel sabato era stato persino peggio. Avevo terminato con i video, mi ero piantato vicino a un tavolino e non avevo fatto altro che bere e scrollare.

«Ehi, Cater», Trey urlò oltre la musica, piazzandomisi accanto. Era la prima volta che accettava di venire con me, si sentiva un po' fuori posto, però in fondo pareva divertirsi sulla pista. «Perché non vieni a ballare?», mise una mano sul braccio, spronandomi, e io mi lamentai fiacco.

«No, Trey-kun, mi sento davvero brillo, non ne ho voglia». Trascinai gli occhi dal bicchiere a Trey, ma presto la mia attenzione venne attratta da una spia lampeggiante sul telefono: batteria scarica. Feci appena in tempo a spalancare le orbite che il cellulare si spense sotto il naso. «No!»

«Beh, una ragione in più per venire a ballare», Trey strinse più forte la presa sul braccio, però mi mollò appena vide che ero sull'orlo delle lacrime. «Ehi, tutto...»

«No!», ripetetti disperato, «non ho nemmeno portato il caricatore con me, come faccio ora?»

Trey mi guardava confuso, davvero non stava capendo perché ne stessi facendo una tragedia, però capiva che doveva cercare di alleviare la situazione, perciò prese il dispositivo dalle mie mani e provò a rassicurarmi. «Ho un caricabatterie con me. Lasciamelo, rimango io a guardarlo e tu vai un po' a ballare, così ti distrai», mi mise una mano fra le scapole e mi spinse verso il centro della pista. Provai a obiettare, ma fra il mal di testa e la spinta di Trey, che era più forte della resistenza che riuscivo ad opporre, mi ritrovai buttato fra la gente che seguiva il ritmo e un attimo dopo il mio amico sparì dalla visuale, disperso fra il fumo e le luci stroboscopiche. Mi rigirai un'ultima volta su me stesso e poi mi arresi. Senza il telefono mi sentivo smarrito, non sapevo che fare e sbuffai passando lo sguardo fra le figure che si muovevano confuse.

«Ehi, ti sei perso?», una voce mi aveva tirato fuori dallo stato di trance in cui ero piombato e mi sono voltato per capire chi avesse parlato non troppo lontano dal mio orecchio.

Era una sconosciuta, una figura bella e seducente. Dacché ho memoria, non ricordo di aver mai incontrato una ragazza come lei. Ben presto sarebbe diventata come un tatuaggio, uno di quelli permanenti, che ti penetra sotto la pelle; solo che nel suo caso è stato un processo così rapido e indolore che non me ne stavo affatto accorgendo sul momento. Stupidamente, la mia mente offuscata si era solo soffermata sul bel viso e sugli attillati jeans e mi si era formato in automatico un ghigno.