» 𝘘𝘶𝘦𝘴𝘵𝘢 𝘴𝘵𝘰𝘳𝘪𝘢 𝘱𝘢𝘳𝘵𝘦𝘤𝘪𝘱𝘢 𝘢𝘭 𝘞𝘳𝘪𝘵𝘰𝘣𝘦𝘳 𝘥𝘪 𝘍𝘢𝘯𝘸𝘳𝘪𝘵𝘦𝘳.𝘪𝘵
» Prompt: giacinto porpora/perdono
Io non so perché è sempre Deuce quello che ha che fare con il giacinto porpora.
In primo luogo, non si sarebbe dovuto trovare lì. E in secondo, ora che aveva scoperto una cosa simile, sarebbe dovuto andare via, invece i piedi rimanevano incollati là dove si era fermato, ad ascoltare i gemiti che derivavano dall'interno della camera.
Erano già due settimane che Deuce e la combriccola del VDC si erano trasferiti nel dormitorio di Ramshackle per allenarsi per l'imminente sfida canora, e diverse notti lui ed Ace sgusciavano fuori dalla camera quando non riuscivano a dormire, entrambi o anche da soli. Durante queste pericolose fughe notturne, Ace aveva notato che alcune sere Grim dormiva sul divano del longue, acciambellato su sé stesso. Succedeva quando il mostro si addormentava in attesa che tutti si facessero la skincare, ma ciò che la testa rossa trovava strano era che (Y/n) alcune sere lo portava in camera reggendolo con un bambino, delle altre lo lasciava lì.
Deuce non ci aveva fatto caso e aveva persino dato ad Ace della testa vuota che si inventa le cose, fino a quella sera, in cui a sua volta aveva notato che (Y/n) aveva scelto deliberatamente di abbandonare un Grim dormiente sul divano e di ritirarsi in camera senza di lui. In effetti era strano: (Y/n) ci teneva tanto a Grim e non lo lasciava mai spontaneamente da solo. Per questa ragione aveva deciso di rimanere sveglio fin quando tutti non erano nelle proprie camere e poi di scivolare silenziosamente verso il corridoio dove si trovava la stanza della ragazza, che era distanziata dalle altre.
Rallentò il passo quando si avvicinò abbastanza e una volta davanti alla porta si fermò e tese l'orecchio. In un primo momento gli parve di non sentire nulla, poi si accorse che la stanza era tutt'altro che silenziosa, ma non capiva che tipo di rumore fosse. Sembrava un ronzio, ogni tanto si aggiungevano dei mugolii, e Deuce appiccicò l'orecchio al legno per capirci qualcosa. Alla fine, con molta lentezza, la realizzazione arrivò: era una vibrazione, non un ronzio, la vibrazione di un vibratore, e (Y/n) si stava quasi sicuramente toccando.
Spalancò gli occhi quando finalmente capì, le guance si tinsero di rosso cremisi e la testa si svuotò di ogni pensiero razionale. Il corpo smise di rispondere a ogni comando e Deuce rimase con l'orecchio incollato al legno, ascoltando i suoni che derivavano dall'interno.
Il ronzio del vibratore ben presto smise di accompagnarla: il giocattolo era stato spento e messo da parte, la ragazza aveva cominciato a toccarsi direttamente con le mani e i mugolii mutarono in soffici sospiri regolari. I suoni di piacere che superavano la superfice di legno a cui Deuce era attaccato erano semplicemente inebrianti e stavano incidendo sulle sue membra. Non voleva avere quelle reazioni sentendo una sua amica toccarsi, ma il corpo non rispondeva al sordo grido razionale sul fondo della mente e un lungo brivido lo attraversò da cima a fondo, prima di terminare nel basso ventre.
Deuce riuscì a staccarsi dalla porta, si morse un labbro e guardò verso il basso, dove trovò un evidente rigonfiamento spingere contro i pantaloni. Non poteva toccarsi ascoltando i gemiti di (Y/n) e pensando a lei, non poteva davvero, sentiva fosse sbagliato e sporco e proprio questo pensiero lo induriva ulteriormente.
Ecco per quale ragione, alcune volte, (Y/n) abbandonava Grim sul divano: erano le sere in cui la ragazza era eccitata e voleva dedicare del tempo per sé stessa. Deuce non poteva fare altro che comprenderla, ma averlo scoperto, e soprattutto averlo fatto sentendola, lo accendeva a sua volta.
I dolci suoni che produceva, i lamenti soffici e trattenuti, per imbarazzo e pudore, portarono in automatico una mano di Deuce sul suo cavallo gonfio e se lo strinse cercando di alleviare la pulsante necessità di toccarsi che gli martellava nella testa, ma non provò alcun sollievo nel gesto. Chiuse gli occhi e lentamente scivolò verso il pavimento con la schiena attaccata alla porta. La mano non abbandonò mai il suo cavallo e, con le gambe aperte, era diventato più facile palparsi il membro pulsante attraverso i pantaloni.
Sotto le palpebre, Deuce riusciva chiaramente a vedere la figura di (Y/n) distesa sul letto, che si contorceva per il piacere mentre calava due dita dentro di sé cercando di raggiungere il punto più profondo e sensibile, e strinse più forte la presa sul rigonfiamento. Era diventato dolorosamente insufficiente. Aveva la necessità di fare di più, di andare oltre e toccarsi il membro nudo, perciò tornò a guardarsi i pantaloni tesi ansimando e poi controllò che il corridoio fosse libero. Non individuò nessuno e, seppur avesse ancora quella vocina nella mente che gli urlava quanto fosse sbagliato quello che stava per fare, Deuce si aprì comunque la zip dei pantaloni con le sue dita tremanti e tirò fuori il cazzo eretto e già sporco ti presperma sulla punta. Doveva essere veloce e soprattutto silenzioso, perciò schiacciò la testa contro il legno della porta e cominciò a strofinarsi con insistenza.
I sospiri di (Y/n) si erano trasformati in gemiti, perciò gli venne naturale seguire il suo ritmo con la mano. Si muoveva celere su e giù, ansimando pesantemente, ma provando a non produrre altri suoni che potessero rivelare la sua posizione o che potessero distrarlo dai quelli che produceva la ragazza. Erano così erotici, così teneri e dolci che desiderava solo di essere immerso fra le sue pieghe, di spingere nel suo calore, di stringerla fra le braccia mentre scaricava il suo seme dentro di lei. La vedeva con chiarezza contorcersi sotto di lui nel momento in cui veniva e Deuce si strofinò con maggiore insistenza rincorrendo questo desiderio. Al diavolo l'idea che lei lo considerasse solo un amico! Deuce la voleva tutta per sé, ora come mai l'aveva voluta prima.
Quando (Y/n) venne con il tocco delle sue dita, rilasciò un tenero gemito e nulla di più e allora Deuce riaprì le palpebre e notò in che condizioni imperversava lui stesso. Era venuto poco prima di lei, rapito dalle sporche fantasie e ora le sue dita erano ricoperte di appiccicoso seme bianco. Ne era caduto un po' anche sul pantalone nero della divisa e si tastò le tasche alla ricerca di un pacchetto di fazzoletti, ma queste erano piene di qualsiasi cosa tranne che dell'oggetto che gli serviva. Ne trovò solo uno mezzo usato e decise di strofinarlo sulla divisa e di passarci sopra la mano, pulendoli entrambi al meglio delle sue possibilità e pensarci di nuovo una volta raggiunto il bagno, perciò si sbrigò a sistemarsi con la mano pulita e corse via, anche per evitare di essere beccato dove non avrebbe dovuto essere.
La mattina successiva, quando il senso di colpa sovrastò il piacere provato, Deuce tornò davanti alla porta della ragazza. Lei non si era ancora svegliata, lui, invece, aveva chiesto a Rook come avrebbe potuto scusarsi, perciò si era fermato ancora dinanzi al legno davanti la quale era la sera precedente e poggiò un fiore di giacinto color porpora, chiedendole silenziosamente perdono per l'ignobile gesto che uno studente modello non avrebbe mai compiuto.
STAI LEGGENDO
Love Me (Twisted Wonderland x Reader)
Short StoryUna raccolta di oneshot Twisted Wonderland Characters x Female! Reader. Sono presenti diversi generi, trovate tutte le informazioni nel primo capitolo. L'immagine della copertina appartiene a Yana Toboso, Disney Japan e Aniplex.