Fair (Lilia & Silver) 💧

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» 𝘘𝘶𝘦𝘴𝘵𝘢 𝘴𝘵𝘰𝘳𝘪𝘢 𝘱𝘢𝘳𝘵𝘦𝘤𝘪𝘱𝘢 𝘢𝘭 𝘞𝘳𝘪𝘵𝘰𝘣𝘦𝘳 𝘥𝘪 𝘍𝘢𝘯𝘸𝘳𝘪𝘵𝘦𝘳.𝘪𝘵

» Prompt: calendula/tristezza 

Avvertenze: Spoiler del Capitolo 7 (scena estesa).

In realtà non è proprio esatto dire che per questa fic mi sia ispirata alla canzone "Fair" (The Amazing Devil), quanto che quella canzone mi ricorda loro due e quindi ho voluto integrarla e scrivere mentre la ascoltavo.


«Silver!», la voce si perse nello scrosciare incessante della pioggia. «Silver!», Lilia ci riprovò cambiando direzione dell'urlo, ma ancora nessuna risposta.

Non poteva essere andato lontano, Silver era ancora piccolo per riuscire a distanziarsi troppo dalla casa e lui era una fata adulta, doveva essere capace di trovarlo subito, eppure non ci stava riuscendo, complice anche la pioggia che stava imperversando senza sosta.

«Silver! Dove sei, Silver!», chiamò ancora, con una nota disperata nel tono.

Si fermò un attimo quando si accorse che le emozioni che stava provando dentro stavano uscendo fuori. Era davvero disperato, aveva paura come non ne aveva mai avuta prima in vita sua, voleva solo ritrovarlo, riportarlo a casa ed essere certo che stesse bene.

«Silver! Per favore, rispondi!», mise le mani a cono attorno alla bocca, sperando che potesse aiutarlo in qualche modo e riprese a correre al meglio delle sue possibilità fra la fanghiglia.

«Ero certo che l'avesse già capito», si rimproverò Lilia piantando lo sguardo sul terreno inzuppato, «siamo così diversi...», scorse la testa non capacitandosene.

Aveva sbagliato, di nuovo, ed era pazzesco come con i bambini, indipendentemente da quanto si stia attenti o da cosa si fa, in fondo si sbaglia sempre. Era certo che Silver l'avesse già capito che Lilia non era il suo vero padre. Insomma, lui e Lilia non si somigliano per niente! Non c'era una singola cosa che li accumunava, non il colore dei capelli, degli occhi o un tratto somatico, non erano nemmeno della stessa razza, ma a quanto pareva il bambino ancora credeva che Lilia lo avesse generato.

«Silver... per favore... rispondi a papà». Il terreno divenne vacuo e poco dopo una lacrima si unì alle piccole pozzanghere che lo popolavano. «Rispondimi...»

Superò una grossa radice con fatica. Non aveva nemmeno voglia di volare, né più di correre, si sentiva troppo debole e non era dovuto alla sua magia che piano piano lo stava abbandonando sancendo l'imminente avvicinarsi della sua fine. Questo Silver non avrebbe dovuto saperlo fino a quando non sarebbe stato abbastanza adulto, o fin quando le sue forze non sarebbero totalmente svanite. Già adesso si era pentito di avergli rivelato la mancanza dello stesso sangue nelle vene, non avrebbe fatto lo stesso errore due volte, avrebbe aspettato il momento giusto.

Racimolando le energie rimaste, Lilia scattò, deciso a ritrovarlo e in fretta.

«Silver! Silver!», provò a urlare in diverse direzioni, poi si fermò di nuovo per passarsi una manica già zuppa sulle guance e sotto il naso, perché la pioggia non lo infastidiva, ma le lacrime che si mescolavano con le gocce sì. Erano troppo calde e troppo strane sul viso dell'ex Generale Giusto che aveva guidato le armate contro nemici terribili e attraverso ostacoli insormontabili con sguardo di ferro e senza mostrare un briciolo di emozione.

«Quand'è che sono diventato così... così debole?» si chiese senza riuscire a fermare la copiosità del lacrimare. «Ero... ero temibile tempo fa», si passò un'ultima volta la manica spalmando l'umido sull'umido e riprese a correre.

«Silver!», urlò ancora, ma poi si fermò di colpo e tese le orecchie.

Gli pareva di aver sentito qualcosa di diverso dallo scrosciare della pioggia che si scontra contro il terreno e gli alberi. Il suo udito da fata gli aveva fatto captare il suono differente, ma i rumori più forti non gli permettevano di comprendere da che direzione arrivasse. Girò la testa con piccoli scatti nervosi e provò a camminare verso la zona da cui gli pareva derivasse. Ci vollero pochi passi affinché fu certo che quel suono che aveva udito non appartenesse a un animale e non facesse parte della natura: erano i singhiozzi di una persona che stava piangendo e tirando su con il naso, erano i suoni di un bambino.

«Silver...», sussurrò a sé stesso e scattò nella sua direzione.

Era certo che fosse lui e la stanchezza e la tristezza vennero spazzate via. Le gambe non gli facevano più male, il fango non lo rallentava più, l'acqua non gli dava più fastidio, e poi si librò in volo senza nemmeno accorgersene: voleva solo raggiungerlo il prima possibile. C'era una piccola macchia argentea e nera fra le frasche e le lacrime tornarono di nuovo a minacciare di uscire dalle orbite di Lilia, ma stavolta per la gioia.

«Sil-...», stava per urlare di nuovo il suo nome appena raggiunse una radura, ma si fermò quando lo vide rannicchiato alla base di un albero.

Nonostante la pioggia, attorno a lui c'erano alcuni animaletti, che appena videro Lilia scapparono. Silver, invece, immerso nella sua miseria non si era accorto di lui. Ritornò con i piedi per terra e si avvicinò con passo calmo, fino a fermarglisi davanti.

«Silver...»

Il bambino sollevò gli occhi color aurora per un breve momento, poi si rannicchiò di nuovo, verso un lato, in un gesto di allontanamento protettivo dal genitore, e continuò a singhiozzare e strofinarsi gli occhi: una visione che ruppe il cuore di Lilia.

Si sedette accanto, dall'altra parte rispetto a dove si era girato il piccolo e per un attimo ascoltò il suono della pioggia mentre cercava le parole giuste.

«Silver, io...», non sapeva ancora come dirlo e le lacrime tornarono a rigargli le guance pure se stava fissando il vuoto davanti a sé. «Io lo so che non sono il tuo vero padre e forse avrei dovuto dirtelo prima o forse non avrei dovuto dirtelo mai e lasciare che tu lo capissi da solo. Però ero certo...», scosse la testa. No, questo non avrebbe dovuto dirlo. «Mi dispiace, Silver... Però voglio dirti una cosa...», faticava a parlare, ma almeno il bambino aveva smesso di piangere e sembrava lo stesse ascoltando, «non sarò io colui che ti ha generato, però io sono tuo padre, Silver. E tu sarai per sempre il mio bambino, non importa cosa succederà o cosa sceglierai di essere, sarai sempre il mio bambino, il mio amato bambino...mh!»

Lilia aveva sussultato quando qualcosa gli si gettò addosso. Lentamente guardò verso il basso e vide Silver con le braccia avvolte goffamente attorno alla sua vita e la faccia immersa fra le vesti scure e zuppe di pioggia. Lilia si disincastrò con molta calma dalla presa immobilizzante, si mise sulle ginocchia e lo avvolse delicatamente mentre una mano gli accarezzò i capelli argentei, fin quando Silver non volle arrampicarglisi addosso per potergli avviluppare il collo e affondare la faccia nella spalla. Lilia rimase con le braccia mogie attorno al piccolino per un istante, poi lo abbracciò forte contro di sé aggrappandosi ai suoi vestiti con tutta la sua forza, come se avesse paura che gli sfuggisse di nuovo, come se, nel caso avesse allentato la presa, l'avrebbe potuto perderlo per sempre, e Lilia proprio non lo voleva, perché lui era suo padre e Silver era il suo bambino e lo amava come non aveva mai amato nessuno prima di allora. Le lacrime gli scuotevano il corpo.

«Non è giusto... non è giusto quanto ti amo», mormorò stringendolo più forte, quasi inglobandolo nei suoi abiti scuri.

«Papà...», singhiozzò il bambino, a sua volta scosso, stringendo la presa attorno al collo. «Ti voglio bene, papà».

«Anch'io, bambino mio», gli mise una mano sulla nuca mantenendolo vicino, «ti prego, torna a casa con me».

Silver annuì con forza contro la spalla e Lilia fece un sospiro rasserenato e rassicurato. Un accenno di sorriso stanco apparve sulle labbra della vecchia fata, sentendo che il suo cuore era finalmente in pace e che poteva riposare dopo tanta paura e tanta tristezza. Cominciò ad accarezzargli i capelli argentei, allentò la presa e si dondolò coccolando il bambino che a sua volta si era rilassato contro di lui. Pioveva ancora, meno forte rispetto a prima, e si trovavano ancora sotto un albero nel mezzo della foresta, ma Lilia iniziò a canticchiare a labbra strette una ninna nanna, sentendo che adesso che erano di nuovo insieme, tutto sarebbe andato per il verso giusto.

Love Me (Twisted Wonderland x Reader)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora