Dio della notte (Jamil) 🌸/💧

50 4 0
                                    

» 𝘘𝘶𝘦𝘴𝘵𝘢 𝘴𝘵𝘰𝘳𝘪𝘢 𝘱𝘢𝘳𝘵𝘦𝘤𝘪𝘱𝘢 𝘢𝘭 𝘞𝘳𝘪𝘵𝘰𝘣𝘦𝘳 𝘥𝘪 𝘍𝘢𝘯𝘸𝘳𝘪𝘵𝘦𝘳.𝘪𝘵

» Prompt: Amaranto/Immortalità

Avevo questa idea segnata da fin troppo tempo, da quando avevo visto una fanart di Kaeya (Genshin Impact) con degli abiti simili e ho pensato che sarebbero stati perfetti su Jamil. Quindi l'ho scritta, e conto di sfoltire un po' quell'immensa lista, questo mese (anche le richieste).

Avvertenze: Gods AU


Era una giornata identica a tutte le altre. Gli dei si stavano divertendo fra le nuvole, inventando nuovi giochi per cacciare la noia o ripescandone alcuni dei vecchi, e fra gli edifici e i colonnati si levavano voci allegre e fastidiosi schiamazzi.

Jamil preferiva non prenderne parte. Lui aveva un altro impegno che riteneva più importante da compiere, perciò si fermò a osservare gli altri giocare per pochi istanti, prima di riprendere il cammino verso l'estremo della nuvola su cui poggiava il loro paradiso, attraversando una via di vasi pieni di fiori d'amaranto. Erano ormai diversi mesi che compiva lo stesso rituale, ogni mattina alle nove e trenta in punto, e quasi nessuno degli altri residenti si era mai accorto delle sue sparizioni per tutta la mattinata, forse ritenendo normale che il dio della notte e dell'oscurità sparisse nelle massime ore diurne. Ad ogni passo le catene d'oro che gli cadevano dal collo e dalle spalle tintinnavano e scintillavano sul petto nudo e si zittirono solo quando raggiunse il luogo a cui stava mirando. Si sedette sul bordo, una gamba a penzoloni nel vuoto e l'altra piegata di fianco, su cui ci poggiò un braccio. Nonostante gli ampi pantaloni blu avessero delle larghe aperture sull'esterno delle cosce, Jamil non si curò affatto di sistemarli, certo che non l'avrebbero tradito, e si protese in avanti per puntare gli occhi grafite sul paesaggio sottostante.

Il fiume scorreva tranquillo, come ogni mattina, il verde era rigoglioso, ma lei non era ancora lì. Si spostò leggermente indietro, sospirando e chiedendosi come mai stesse tardando, e non ebbe nemmeno il tempo di pensarlo che una macchia vestita di bianco e marrone entrò nella visuale, catturando la sua attenzione, perciò tornò a piegarsi in avanti. Il rituale era sempre lo stesso: una volta che arrivava, poggiava la cesta di vimini accanto a sé e iniziava a lavare i panni canticchiando qualche canzonetta.

(Y/n) era una giovane lavandaia di un minuscolo villaggio di mortali e non aveva nulla di diverso da qualsiasi altro mortale fosse mai capitato sotto il naso di Jamil. Eppure questa aveva attirato la sua annoiata attenzione. Ogni mattina lei andava al fiume per lavorare e ogni mattina il dio della notte si ritrovava ai confini del mondo divino a osservarla mentre strofinava con il sorriso sulle labbra. Non succedeva assolutamente nulla per tutta la mattina, era solo lui che guardava a insaputa della giovane, e non si sentiva mai annoiato nel compiere la peculiare attività.

Si passò una mano fra i capelli intrecciati e fece un profondo respiro quando la strana sensazione cominciò ad affiorare, puntuale come sempre. Era un pizzicorino, come quello che si prova quando si ha prurito, però era all'interno del petto, ed era impossibile da alleviare grattandosi. A volte ci provava, ma aveva effetto solo quando distoglieva gli occhi da lei. Per il resto era un gesto totalmente inutile.

Quando si sedeva lì sbuffava spesso, si agitava sul posto, si strofinava il petto o il collo, sembrava infastidito, eppure ogni singola mattina ci ritornava per osservare quella ignara lavandaia mortale. Molti dei si divertivano con gli umani, lui stesso era sceso sulla terra alla ricerca di qualche compagnia e aveva pensato di fare altrettanto con lei, ma ogni volta che l'idea emergeva, scuoteva la testa e la cacciava via. Lei no, non era abbastanza interessante, per i suoi gusti.

«Jamil!», la voce del guastafeste risuonò squillante alle spalle e Jamil si dinoccolò già irritato.

«Che c'è?», si voltò controvoglia e dovette strizzare gli occhi per non rimanere accecato dal raggiante dio del giorno e della luce.

«Sapevo che ti avrei trovato qui». Avvicinandosi, Kalim sbirciò oltre il bordo, vedendo a sua volta (Y/n), e Jamil spalancò gli occhi allarmato, come se fosse stato scoperto a fare qualcosa che non doveva. «La stai ancora spiando?»

Si sistemò meglio sulla sua seduta, visibilmente a disagio, e rispose stizzito: «non sto spiando nessuno. Te l'ho già detto: sto guardando il paesaggio».

Ma Kalim non lo considerò, aveva fissato gli occhi rubino sulla ragazza e inclinava la testa in entrambe le direzioni, cercando di capire qualcosa a cui non stava arrivando.

«Perché non scendi per incontrarla?»

Incrociò le braccia al petto. «Non mi va, non mi sembra una mortale che possa darmi il giusto piacere fisico per cui...»

«Visto che ne sei innamorato», lo interruppe Kalim, continuando la domanda che stava facendo e non ascoltando affatto le parole di Jamil.

Il dio della notte sobbalzò, visibilmente turbato da una tale, sciocca affermazione. «Non sono innamorato! Smettila di dire sciocchezze, Kalim!», lo rimproverò fra le guance rosse cremisi e il fracasso del cuore nel petto. Per qualche ragione a lui sconosciuta, il suo stupido corpo immortale era immediatamente andato fuori controllo ad una affermazione falsa e, pur provando subito a riprendersi, non ne voleva sapere nulla.

Kalim scosse la testa, con gli occhi ancora su di lei. «Non c'è nulla di male nel voler bene a qualcuno. Io amo tutti i miei fratelli e le mie sorelle e mi diverto un sacco a giocare con loro». Finalmente spostò l'attenzione dalla ragazza e si rivolse a Jamil con un largo sorriso.

«È una mortale, non una sorella divina».

«Non cambia niente», provò a controbattere, ma Jamil scosse la testa e tornò a osservarla da lontano.

(Y/n) stava controllando che una tunica appena lavata fosse effettivamente pulita e quel semplice gesto attento fece saltare un battito a Jamil e ignorare qualsiasi altra cosa stesse farfugliando il fastidioso dio lampadina.

«Se non lo farai potrebbero darla in matrimonio a qualcun altro. O la sua vita potrebbe finire. Potresti non abbracciarla mai. Non è come noi!», ci provò ancora Kalim, con un tono che a Jamil parve rasentare il disperato e che gli diede molto fastidio. Solo allora gli rispose, più irritato che mai.

«Appunto, non è come noi. E tu ti stai facendo un'idea sbagliata». (Y/n) aveva terminato il bucato, si era erta sulle gambe per tornare a casa e così fece Jamil.

Si spolverò i pantaloni sospirando un'ultima volta e borbottò: «innamorato. Solo la dea dell'amore può credere a una sciocchezza simile per un immortale», e abbandonò Kalim da solo, accucciato sul bordo della nuvola e con il broncio.


E ci risiamo signori! Il writober è tornato! 

Così come due e tre anni fa, cercherò di postare una fic al giorno per tutto ottobre. Quest'anno ho deciso di seguire la pumpFLOWER list nella sua interezza, senza mescolarle, ed è una lista speciale in cui è possibile considerare solo il fiore, solo il suo significato o entrambi insieme, come nel caso della fic appena letta.

Detto questo, su ig ho postato la lista dei giorni con i personaggi e i generi correlati, oltre che gli orari di pubblicazione (cercate @ojhawa_writes).

Ci vediamo domani!

Love Me (Twisted Wonderland x Reader)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora