Il miglior regalo (Leona) 🔞

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Avvertenze: Spoiler della frase di login del compleanno di Leona (Compleanno 2024/100th Anniversary).


Quando quella mattina era uscita da Ramshackle, diretta verso Savanaclaw, non avrebbe mai immaginato sarebbe finita a fare qualcosa di simile a quello che stava facendo. Per evitare di perdere l'equilibrio e per riuscire a mantenere il ritmo costante, (Y/n) stava reggendo il suo peso su una mano, posta sull'addome nudo di Leona e continuava a rimbalzare sul suo cazzo affannando per lo sforzo e perché lo sentiva entrare e uscire da lei ripetutamente. Era inebriante al punto tale che ormai si muoveva in automatico, ed era piacevole tanto che delle volte rilasciava alcuni gemiti netti, quando si abbandonava con decisione sulla sua lunghezza e lo sentiva andare più a fondo dentro le sue calde e scivolose pareti.

Quello stupido, arrogante leone, dall'altra parte, stava vivendo il miglior momento della sua vita, e (Y/n) poteva notarlo dal sorriso sghembo dipinto su quella stupida faccia, sdraiato sotto di lei. Aveva le mani sulle sue cosce, eppure non faceva assolutamente nulla per aiutarla nell'azione, si limitava solo a osservarla e studiarla mentre lei gli rimbalzava addosso, come se avesse lui il totale controllo dell'atto nonostante si trovasse sotto. Leona si stava rilassando mentre (Y/n) faceva tutto il lavoro faticoso, regalando piacere ad entrambi.

«Leona-san...»;

«Non parlare, Erbivoro, continua così. Stai andando bene».

Lei annuì, un po' stanca di far leva sulle ginocchia, ma comunque intontita e compiaciuta dalla lode per riuscire a esprimerlo dopo una simile dichiarazione. Chiuse la bocca, sperando di guadagnare un minimo di resistenza in più dall'azione, e l'affanno si trasformò in un semplice respiro pesante, e i gemiti a bocca aperta divennero più sommessi, ma sempre presenti.

Si era ritrovata in quella posizione perché si era sentita sfidata e accusata e lei odiava quando la sfidavano e la sottovalutavano.

Il giorno precedente aveva preparato un regalo per il compleanno del leader di Savanaclaw. Nulla di eccessivo, era il massimo che poteva permettersi con le poche pecunie che era riuscita a racimolare dai lavori recenti, dall'aiuto che aveva dato a Sam nel suo negozio e dai lavori come fotografa della scuola che aveva svolto per il Preside, però era rimasta soddisfatta da ciò che era riuscita a comprargli. Questo fino a quando non era arrivata nel suo dormitorio e l'aveva svegliato per consegnarglielo. Il Principe era rimasto seduto sotto l'albero sotto la quale si era appisolato e le aveva detto qualcosa come "avevi menzionato un regalo? Spero sia qualcosa per cui valga la pena della tua maleducazione", riferendosi all'averlo destato poco prima. Non sapeva perché, con esattezza, ma quelle parole le avevano fatto ribollire il sangue. Voleva un buon regalo? Allora gli avrebbe dato il miglior regalo che si potesse mai immaginare.

L'aveva abbandonato lì, senza spiegazioni, e aveva fatto una veloce visita a Sam, solo per recuperare le precauzioni necessarie. Poi era ritornata dal leone, ancora stranamente sveglio e confuso dalla sua improvvisa dipartita.

«Se è un buon regalo quello che vuoi, allora andiamo nella tua camera».

Si era ritrovata a fissare lo sguardo neutro per alcuni secondi, il tempo che metabolizzasse ciò che aveva appena detto, poi si formò un ghigno arrogante: Leona aveva già capito quali fossero le sue intenzioni. E (Y/n) ne fu felice, perché almeno evitò l'imbarazzo di dover spiegare ciò che voleva fare e fu collaborativo quando gli sfilò la giacca di pelle, la maglia e le collane da addosso.

«Leona-san...» miagolò con le mani piantate sui pettorali ampi e caldi, in un tentativo affatto convinto di allontanarlo dal suo collo e dal suo corpo, quando si scaraventò su di lei;

«Smettila di parlare, Erbivoro, lasciami banchettare in pace», le aveva risposto con un ringhio nella gola, continuando a mordicchiarle la pelle fra il collo e la spalla e a strofinare le grandi mani lungo la schiena e le curve. Ce l'aveva stretta fra le braccia e non aveva alcuna intenzione di lasciarla andare. Le dita si scontravano con i tessuti ancora presenti dalla vita in giù e con la striscia del reggiseno, e corrucciava la fronte ogni volta che trovava un ostacolo. Ringhiò ancora una volta e poi le mani scattarono all'apertura dell'indumento e si affrettò a rimuoverlo, trascinandolo verso il basso insieme alle mutandine.

«Perché ci hai messo così tanto a concederti a me, Erbivoro? Sei così delizioso», borbottò contro il suo orecchio, più fra sé che rivolgendosi a lei.

(Y/n) sussultò appena le afferrò entrambi i glutei e iniziò a impastarli, affondandoci le dita dentro, strizzandoli e stringendoli.

«Leona-san, forse dovresti-ah!», non riuscì nemmeno a concludere la frase perché Leona, con un rude scatto, la spinse contro il suo cavallo, facendole sentire quanto fosse duro sotto i jeans della divisa.

«Mmmhh... a meno che non vuoi proporre di inserirmi dentro di te, non parlare», mugugnò cominciando a strofinarsi con moto circolare contro di lei. «Allora? Che vuoi fare, Erbivoro?», continuò a cercare l'aderenza perfetta.

(Y/n) rimase in silenzio per alcuni secondi di troppo, provando a ragionare, ma venendo distratta dal grosso rigonfiamento che si strofinava contro l'inguine.

«Togliti i pantaloni: voglio cavalcarti», rispose infine, e lo sentì sorridere nell'incavo del collo.

«Allora? Ti... ti piace il mio regalo?», affannò fra un rimbalzo e l'altro, ottenendo un sogghigno compiaciuto dal Principe.

«Devo ammettere che non mi aspettavo sarebbe valsa la pena svegliarmi», la presa sulle cosce si strinse, «credo sia... un buon regalo», mostrò i denti, compiaciuto, e allora iniziò a metterci del suo nell'atto.

Appena Leona cominciò a spingere verso l'alto, incontrando i suoi rimbalzi, (Y/n) sussultò con un tono fin troppo alto, in un misto di sorpresa e perché lo sentiva toccare un punto profondo dentro di sé che le fece girare la testa. Sarebbe anche riuscita a gestire il senso di formicolio che dal basso si espandeva fin nel cranio, se la spinta fosse stata una sola. Ma per Leona quella non voleva essere una occasionale, ma l'inizio di un nuovo ritmo, e ogni volta che i suoi fianchi scattavano verso l'alto, colpendola nelle profondità, (Y/n) sussultava e gemeva spudoratamente. Quel nuovo ritmo non le permetteva più di ragionare né di avere ancora controllo sul rapporto. Veniva semplicemente sobbalzata dai colpi di Leona verso l'alto e rimanere in equilibrio era diventato più difficile. Mise entrambe le mani sul leader, passando quella già presente dall'addome al petto, e piegandosi un po' in avanti.

«L-Leona!», provò a chiedergli di rallentare, o almeno di essere un po' meno duro, perché i colpi ripetuti su quel punto la stavano facendo tremare e sentire debole, ma lui rise.

«Che succede, Erbivoro? Non riesci a gestire il piacere che ti sto dando?», chiese, retorico e arrogante. Sapeva benissimo che la stava sciogliendo come gelatina sopra di lui, che a breve sarebbe venuta attorno al suo cazzo, con un orgasmo forte e intenso, così come sapeva che anche lui stesso era vicino.

(Y/n) sentì il membro contrarsi nelle viscere, eppure non ci fece caso, troppo assorbita dal piacere e dal formicolio che la stava intossicando. Le braccia, con cui reggeva il peso sul petto di Leona, tremarono visibilmente quando venne, incapace di trattenersi oltre e rilasciando un profondo gemito. Seppur avesse gli occhi aperti, in due fessure sottili, l'immagine di Leona non veniva registrata dalla mente, altrimenti si sarebbe accorta dei denti digrignati e della fronte corrucciata e che avesse smesso di provocarla. Ma quando venne lo sentì. Percepì chiaramente dentro di sé il cazzo pulsare e poi lo sperma riempire il preservativo. Leona ringhiò e rimase con i fianchi contratti verso l'alto per alcuni secondi, cavalcando il suo orgasmo, e poi cadde fiacco sul letto, ancora dentro di lei, ma immobile, e (Y/n), a sua volta, cadde su di lui, raggomitolata contro il petto e con il respiro pesante, intervallato da morbidi mormorii.

«Cazzo, (Y/n)...», sospirò sommessamente, rimuovendosi da dentro di lei, e la avvolse nelle braccia possenti, mantenendola ferma contro il suo corpo sudaticcio.

«Credi ancora sia solo un buon regalo?», domandò ancora affannata e con la voce mezza ovattata, avendo una guancia schiacciata poco sotto la spalla.

Leona sogghignò, come se la domanda lo divertisse. «Devo ammettere che...», schiccò con la lingua, «che credo che sia il miglior regalo che abbia mai ricevuto finora».

(Y/n) sorrise vittoriosa e chiuse gli occhi. Adesso poteva rilassarsi nell'abbraccio del leone.


N/A: 

Buon compleanno, stron- voglio dire, Leona!

Scusate per il ritardo, ma l'idea mi è venuta nel tardo pomeriggio e ne ho approfittato per combattere contro il blocco dello scrittore che mi attanaglia da un po' (e poi non scrivevo e pubblicavo uno smut da parecchio). Purtroppo ho avuto poco tempo per correggerlo, quindi molto probabilmente tornerò e rileggerò questa fic anche nei prossimi giorni.

Love Me (Twisted Wonderland x Reader)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora