Maid Dress (Floyd) 🔞

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» 𝘘𝘶𝘦𝘴𝘵𝘢 𝘴𝘵𝘰𝘳𝘪𝘢 𝘱𝘢𝘳𝘵𝘦𝘤𝘪𝘱𝘢 𝘢𝘭 𝘞𝘳𝘪𝘵𝘰𝘣𝘦𝘳 𝘥𝘪 𝘍𝘢𝘯𝘸𝘳𝘪𝘵𝘦𝘳.𝘪𝘵

» Prompt: bocca di leone/capriccio

Avvertenze: dub-con.


L'unico fattore positivo della faccenda era che almeno la pagavano, perché per il resto quel lavoro era una vera merda. Aveva chiesto ad Azul solo di poterla assumere per un part-time al Mostro Lounge, non pensava che si sarebbe ritrovata costretta a fare la sguattera vestita in modo indecente. Pensava che le avrebbero dato in prestito una divisa di Octavinelle per il periodo di lavoro o al massimo che avrebbe indossato l'abito da cerimonia, invece appena quel pomeriggio si era presentata al locale per cominciare il suo periodo lavorativo, Jade le si era avvicinato con un abito da cameriera simile a quelli che si vedono nei maid cafe giapponesi.

«È uno scherzo, vero?», gli aveva chiesto indicando il vestito.

«Azul ha detto che in questo modo attireresti molti più clienti al locale», aveva risposto senza battere ciglio.

«Attirerò solo più pervertiti!»

«O questo o nulla», le aveva dato un ultimatum e (Y/n) era stata costretta a piegarsi alla loro richiesta.

Quei soldi le servivano, se voleva continuare a sfamare sé stessa e Grim e magari anche permettersi qualche piccolo lusso in più come un nuovo pigiama. I soldi che riusciva a guadagnare con le foto che scattava per il preside o dando una mano nel negozio di Sam le permettevano di campare sul filo di un rasoio, perciò voleva solo dormire un po' più tranquilla sapendo di avere qualche spicciolo di riserva in tasca. Non pensava che quella tranquillità sarebbe venuta solo dopo aver indossato uno stupido vestito da cameriera ed aver sorriso ad ogni singolo cliente che un attimo prima, o dopo, la stava fissando intensamente. Non si era mai sentita così tanto fissata in vita sua...

(Y/n) sospirò sconsolata, sapendo che quello era solo il primo giorno di un lavoro che avevano pattuito sarebbe durato un intero mese, e riprese a spazzare il locale vuoto.

Il Mostro Lounge era, per sua fortuna, ormai chiuso, e la maggior parte dei dipendenti era già andata via. A lei era toccato il turno delle pulizie e, dopo che si sarebbe conclusa la riunione con Azul, Jade sarebbe venuto a darle una mano. Osservò il luogo vuoto e desolato, alcuni dei tavoli erano stati sormontati dalle sedie, altri erano vuoti solo perché accanto ai divanetti, ma già puliti, e lei doveva solo spazzare. La pulizia del bancone e il lavaggio del pavimento sarebbe toccati al vice-leader.

All'improvviso le porte della sala VIP si aprirono, ma invece di Jade ne uscì Floyd, lamentandosi.

«E va bene, me ne vado», borbottò scontento prima di notare (Y/n), e lo sguardo gli si illuminò: «Ah! Gamberetto-chan!» Floyd gli corse incontro, sfoggiando il suo sorriso seghettato e con le braccia aperte, e appena la raggiunse, la stritolò e la sollevò da terra. «Gamberetto-chan! Gamberetto-chan!», cantilenò contento dondolandola.

A (Y/n) non fu permesso replicare in alcun modo, non riusciva a respirare in quella morsa mortale, perciò si limitava solo a fare dei versi soffocati. «Flo-yd!»

Finalmente la murena la lasciò andare, mettendola a sedere su uno dei pochi tavoli liberi cosicché fosse un po' più alta e potesse vederla senza abbassare troppo la testa. Il sorriso regnava sovrano sulle sue labbra e la fissava contento.

«Floyd, perché sei ancora qui? Non hai il turno delle pulizie», gli chiese, accorgendosi con lentezza che il ragazzo aveva piazzato le mani ai lati delle gambe, ingabbiandola.

«Non volevo andarmene, quindi mi sono messo a fare le facce strane alle spalle di Azul», il sorriso si tramutò in un broncio, «mi ha cacciato. Mi stavo divertendo coì tanto...»

Avrebbe voluto dirgli qualcosa, ma Floyd si accorse a sua volta di quanto le sue mani fossero vicine alle gambe nude della ragazza, perciò le spostò su di esse e tornò a sorridere. (Y/n) si irrigidì al contatto con i palmi caldi e si sentì a disagio quando iniziò a strizzarle leggermente le cosce facendo dei piccoli versi simili a quelli prodotti dai giocattoli per animali.

«Floyd, ma perché...? Mh!», provò a domandargli la ragione del gesto, ma la murena le aveva preso una gamba e l'aveva sollevata un po', spingendola all'indietro e costringendola sui gomiti per non stendersi sul tavolo.

«Gamberetto-chan...», il tono si abbassò pericolosamente e le strinse la presa sul polpaccio, «con questo vestitino sei proprio carina».

(Y/n) arrossì al complimento cantilenato, capendo che forse la situazione poteva essere insidiosa e delicata per lei. Floyd le abbassò la gamba, ma si abbassò a sua volta, posizionandosi su un ginocchio davanti a lei e in mezzo alle sue gambe. Il Prefetto si sbrigò a rimettersi seduta e a sistemare il vestito in modo che le coprisse di nuovo le cosce in modo appropriato, e notò negli occhi eterocromi un scintilla di lussuria che le fece salire un brivido lungo la schiena.

«È così corto che mi viene voglia di toccarti».

Floyd non distolse mai gli occhi dai suoi mentre strofinava una guancia contro il polpaccio che stava continuando a mantenere fermo.

«Ed è così carino su di te, che ho voglia di mangiarti».

Il sorriso sghembo della murena si aprì e la lunga lingua la leccò partendo dalla caviglia e arrivando fino al ginocchio, spalmandosi il più possibile, per lambire quanto più poteva. Il contatto con il caldo muscolo la fece rabbrividire da cima a fondo e strizzò gli occhi alla sensazione dell'aria che si scontrava contro la pelle bagnata.

«Floyd...», voleva pregarlo di fermarsi, ma il nome uscì come un lamento e la murena rise divertita.

«Gamberetto-chan, ti sta venendo la pelle d'oca. Ti piace?», lasciò andare la sua gamba e si alzò, piazzandosi di nuovo davanti a lei e inclinandosi in avanti.

(Y/n) ebbe appena il tempo di capire cosa avesse detto che si ritrovò la faccia del ragazzo a due centimetri dalla sua, sempre sfoggiando quel pericoloso, ampio sorriso. Stava avvenendo tutto troppo in fretta, non stava neanche metabolizzando che cosa stesse succedendo.

«Ti voglio, Gamberetto-chan», disse con tono sornione, prima di abbassarlo a uno pericoloso: «ti voglio così tanto».

Le mani strinsero di nuovo le cosce e la realizzazione di come sarebbe andata a finire quella situazione la colpì come un treno merci. Arrossì pesantemente di colpo e mise le mani sui polsi della murena.

«A-aspetta, Floyd...», balbettò, ma lui rise ancora.

«Così carina».

Il semplice commento cantilenato fece desistere (Y/n) dal fermarlo. Avrebbe preferito non farlo su un tavolo del Mostro Lounge, ma sapeva benissimo che quando Floyd era in preda a un nuovo capriccio era incontenibile, perciò allontanò le mani dai polsi e li poggiò sulla superficie alle sue spalle.

Floyd cominciò a canticchiare contento. Le mani scivolarono sotto la gonna del vestito da cameriera e la spinsero verso l'alto, arricciandola sul grembo, dopodiché agganciò l'elastico delle mutandine e le sorrise cominciando a spingerlo verso il basso. Doveva solo lasciare che la mangiasse...

La porta della sala VIP si aprì di scatto e (Y/n) venne sbalzata fuori dal senso di torpore che la situazione le stava dando e si affrettò ad abbassare di nuovo la gonna.

«Floyd!», Jade lo chiamò, ma si fermò appena vide il fratello posizionato fra le gambe della ragazza, «oh? Ho interrotto qualcosa?»

«No no», rispose (Y/n) con una certa fretta, sperando che non fosse così rossa come temeva di essere.

«Perdonatemi, ma Azul richiede la presenza di Floyd. Adesso», il viso era una maschera priva di emozioni e aspettava solo che il gemello lo raggiungesse. Dalle evidenti occhiaie sembrava solo stanco.

Floyd si lamentò pesantemente mentre si allontanava dalla ragazza e camminava dinoccolato. «Uffa, stavo per mangiare Gamberetto-chan», superò il fratello che gli manteneva la porta aperta e che gli rispose con un disinteressato "mhmh".

Appena l'uscio della Sala VIP si richiuse, il silenzio tornò sovrano e (Y/n) sospirò pesantemente: ed era solo il primo giorno di lavoro.

Love Me (Twisted Wonderland x Reader)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora