Capitolo 73

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POV EMMA
IL GIORNO DOPO
La mattina seguente, mi alzo e dopo aver fatto colazione, mi arriva una chiamata da un numero privato.
Maria: Emma, sei tu?
Emma: Si, sono io. Maria che hai?
Maria: È successo qualcosa di brutto a Mattia.
Subito il mio cuore si ferma.
Emma: COSA?!
Maria: No aspetta, Emma calmati.
Emma: Come faccio a calmarmi? Spiegami tutto.
Maria: Si certo, scusa sono un pò in panico. Comunque, non è Mattia a stare male, ma la mamma. Purtroppo la mamma di Mattia, Patrizia, è in ospedale, in gravi condizioni.
Emma: Cosa le è successo?
Maria: Purtroppo ha avuto un incidente, e adesso è ricoverata al policlinico di Roma.
Emma: Mattia, Mattia come sta?
Maria: Male, malissimo. È in ospedale con lei, ovviamente glielo abbiamo concesso. Emma, tu cosa hai intenzione di fare?
Emma: Maria, non ce la faccio.
Maria: A fare cosa?
Emma: Non ce la faccio a fare finta di niente, io amo ancora Mattia. Lo so, ed è per questo che ti ho chiamato.
Emma: Ed io ti ringrazio per questo.
Maria: Emma lo sai che io tengo alla vostra felicità, ci tengo tantissimo. Io non avrei mai, e dico MAI, voluto separarvi. Purtroppo arrivano ordini dai piani alti.
Emma: Si, tranquilla Maria.
Maria: Fammi sapere quando vai e cosa decidi di fare. Ci sentiamo dopo.
Emma: Va bene, grazie Maria.
Maria: Grazie a te, Emma.
Chiudo la telefonata e mi crolla il mondo addosso. Scivolo lentamente contro la parete della cucina, fino ad arrivare per terra. Mi sento morire. Avete presente quella sensazione dove non sentite niente? Quando siete apatiche? Quando siete impotenti? Ecco, io mi sento così. Come se una bomba atomica fosse esplosa e avesse portato con se tutto il resto. Sento come se la terra che avevo sotto i piedi si fosse sbriciolata in un batter d'occhio. Io, personalmente, non conosco la mamma di Mattia. L'ho vista solo qualche volta in foto, ma null'altro. Ecco, intanto io ci sto male. Io ci sto male perché so che sta male Mattia, perché comunque immagino il genere di madre che possa essere Patrizia. Mattia è molto legato a sua madre, la ama da impazzire. Mi ha detto che le donne della sua vita sono cinque. Sua sorella Rebecca, sua sorella Claudia, sua madre Patrizia, io e un'ipotetica figlioletta. Mattia era molto tenero, soprattutto nei miei confronti, ma si vedeva l'amore che ha per sua madre. Io già al solo pensiero che lui è solo, a Roma, senza me... Aiuto, non ce la faccio.
Prendo il telefono di casa e compongo il numero di Mattia. Squilla tre, quattro, cinque volte, infinite volte. Non risponde nessuno, cazzo! Io so quanto in questo momento Mattia ha bisogno. Lo percepisco a distanza. Sto piangendo come una bambina, letteralmente. Sono ancora a terra, con il telefono sulle mani e le braccia incrociate. Mi sento morire, mi manca l'aria. Non riesco a respirare, mi manca il respiro. Mi manca l'amore mio, mi manca tremendamente Mattia. Devo assolutamente prenotare l'aereo e tornare a Roma. Oggi non ho voglia di fare niente, la notizia mi ha spiazzato troppo. Ma mi alzo e prendo il computer in cerca di un biglietto, solo andata. Eccolo lì, già prenotato. Velocissimissima!! L'aereo parte oggi pomeriggio, alle tre e mezza. Inizio subito a preparare e a rimettere in ordine le cose che avevo portato. Comunico tutto a mamma e a papà che subito mi assecondano. Preparo tutto nei minimo dettagli, stavolta se vado a Roma, da Mattia, questa è la volta buona che resto per tutta la vita.

RAGAZZE SONO TORNATA! COME PROMESSO, CAPITOLO!
VI AMO TROPPO, A DOPO!!

Brighemma pt. 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora