Capitolo 74

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IL GIORNO PRECEDENTE

POV Briga
Un altro giorno è iniziato in casetta. Un altro giorno senza Emma. Lei mi manca, mi manca da morire. Ho bisogno di lei, mentalmente e fisicamente. Ho bisogno dei suoi baci, delle sue coccole, delle sue carezze. Ho bisogno dei suoo consigli, delle sue incazzature. Ho bisogno anche dei suoi cazziatoni e dei nostri litigi. Insomma, ho bisogno del suo amore. Anzi, ho bisogno del nostro amore.
Lei, è una forza della natura. Grazie a lei ho ritrovato, anzi ho proprio scoperto l'amore, quello vero. La mia storia da Don Giovanni, è nota a tutti ormai. Eppure, con lei, ho capito realmente cosa significa amare. Ed ho capito quanto significa per me la sua felicità piuttosto della mia. Emma, è entrata nella mia vita per caso ma me l'ha completamente stravolta. Non ho mai sofferto per amore, non sono mai stato innamorato. Lei è la mia vera prima ragazza, o almeno lo era. Ovviamente Maria ha ragione, ma porca miseria io ho bisogno di lei. Ne ho pienamente bisogno, per vivere.
La giornate passano sempre allo stesso modo: mi alzo pensando ad Emma, non faccio più neanche la colazione, non ne ho voglia. Sto un pò con le ragazze che cercano sempre di tirarmi su il morale, ma non ci riescono. Dopo vado a provare, sempre con i professori ed infine butto giù delle barre, ancora molto confuse e difficili da decifrare. Verso le 18, 18.30, vado a fare una doccia. Questi giorni sono stati sempre così abbastanza monotoni. Tranne oggi. Durante le prove con Grazia De Michele, mi arriva una comunicazione. Devo raggiungere immediatamente lo studio di Maria. Non nego che sono abbastanza preoccupato, quest'ansia mi sta uccidendo. E se fosse successo qualcosa ad Emma? Mille domande frullano per la testa, ma nessuna risposta. Subito arrivo in studio da Maria, lei ha una faccia sconvolta.
Briga: Maria, che succede? È successo qualcosa ad Emma? Qualcosa di brutto? Ti prego, rispondimi. Non farmi stare in ansia.
Maria si alza e viene verso me. Improvvisamente si abbassa e mi abbraccia.
Maria: Mi dispiace, mi dispiace tantissimo.
Briga: Cosa Maria, dimmi cosa. Questo silenzio mi sta uccidendo. Maria si ricompone e con le lacrime agli occhi, torna al suo posto.
Briga: Maria, parlami. Cosa è successo? Mi stai facendo preoccupar..
Maria: Tua madre ha avuto un incidente e adesso si trova in ospedale, sempre qui a Roma.
In quel momento, il mio cuore si ferma. Devo tenermi stretto alla sedia o rischio di cadere da qui.
Briga: Come un incidente? Maria, come? Quando? Dove?
Maria: Un'oretta fa, Matti. Mi dispiace tantissimo.
Briga: Ma come?
Maria: Una macchina le ha tagliato la strada, e la macchina è sbandata.
Sto morendo, ho la tachicardia ma subito dopo il mio cuore si ferma. Un ritmo frenetico, senza alcun segno. Penso di svenire da un momento all'altro.
Briga: Ma le condizioni sono gravi?
Maria: Non abbiamo notizie certe, Mattia. Ma sembra che la situazione non sia così semplice.
Il mio sguardo si incupisce sempre di più. Non mia madre, Dio mio, non lei. È la persona più importante della mia vita. La mia colonna portante. Nella mia vita, mia madre ha la precedenza su tutto. Lei è l'unica della famiglia che mi capisce e che mi ha realmente accettato per quello che sono. Maria è rimasta anche lei imbalsamata.
Si avvicina di nuovo a me e mi stringe forte a lei. Io ricambio l'abbraccio. In questo momento, ho bisogno di conforto, di qualcuno che mi capisce e mi comprende. Avrei bisogno di Emma, ma di Maria mi fido anche.
Maria: Ascoltami bene, Mattia. La direzione ti mette davanti tutte le possobilità di scelta. Vuoi rimanere? Rimani, cosa molto impossibile, conoscendoti. Vuoi andare in ospedale da lei, vuoi saltare lezioni. Tutto quello che vuoi, basta dircelo.
Briga: Voglio andare da lei.
Maria: Bene, chiamo il taxista. Ricordati che io ci sono.
Dopo aver salutato Maria, esco dallo studio. La macchina non tarda ad arrivare e dopo un quarto d'ora d'immersione totale nel traffico, arriviamo in ospedale. La scena che mi si presenta davanti è davvero terrificante. Porca miseria, cosa è successo alla mia amata e dolce mammina? Chi fa sorpassi del genere è solo un figlio di puttana. La mia mamma...

ECCO, PRONTO CAPITOLO. SCUSATE IL RITARDO, MA CI HO LAVORATO PARECCHIO SU QUESTO CAPITOLO. HO AGGIUNTO PIÙ DI 150 PAROLE. GRAZIE PER LE CRITICHE COSTRUTTOVE. VI VOGLIO BENE, FATEMI SAPERE NEI COMMENTI COM'È E COME VI SEMBRA CHE PROCEDA LA STORIA. BUONANOTTE A TUTTI, VI AMO.

Brighemma pt. 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora