CHAPTER 2

104K 2.2K 219
                                    

capitolo

2

<< la risposta esatta è che io sono il tuo padrone >> mi ricordò con arroganza. I miei occhi colmi di odio, fissarono i suoi.
Le sue labbra rosse si piegarono in un leggero sorriso.
Mi allontanai di due passi da lui, non appena provò ad avvicinarsi.
Serrò la mascella e assottigliò i suoi occhi chiari.

<< non avvicinarti >> mormorai.

<< non avvicinarti >> imitò le mie parole sghignazzando << sei tu quella che vuole dare gli ordini adesso? >> gesticolò. Distolsi lo sguardo.

<< non mi piace questo gioco >> tirò fuori un pacchetto di sigarette e ne incastrò una fra le sue labbra piene.
Era un ragazzo così bello, così sprecato.
Delle piccole nuvole di fumo uscirono al di fuori dalla sua bocca.
Piegò la testa lateralmente per osservare la mia tunica << cos'hai al di sotto della tunica? >> parlò continuando a guardare in basso.

<< i miei vestiti >> scattai. I suoi occhi guizzarono velocemente sui miei, erano agghiaccianti.

<< se vogliamo andare d'accordo devi farla finita con questo atteggiamento del cazzo >> ringhiò stringendo brutalmente il suo pacchetto di sigarette, quasi fino a stritolarlo.

<< non an-andremo mai d'accordo >> balbettai  e sorrise con strafottenza .

<< non andremo mai d'accordo >> mi derise.
Aspirò dalla sua sigaretta << non sarebbe un bene per te, non vorrei usare le manieri forti >> mi minacciò << sono stanco di usare le maniere forti >> sospirò.
Mi voltò le spalle e sparì all'interno di una stanza luminosa. Fissai ammaliata la porta d'ingresso, potevo salvarmi..forse.
I miei piani caddero in frantumo dal momento che lui ritornò.

<< mettiti questa! >> mi lanciò addosso una strana divisa. Sbarrai gli occhi quando mi resi conto di cosa si trattava.

<<è-è una divisa da cameriera>> affermai con stupore e per giunta sembrava una di quelle divise porno che si vedevano nei film sconci, non volevo indossarla, mi sarei sentita a disagio.

<< non posso indossarla, insomma sembra eccessiva e.. >>non riuscii a portare a termine la mia frase per la vergogna.

<< sexy? >> terminò, per poi portarsi la lingua sul labbro superiore  << scommetto che ci starai bene, non sembri grassa >> appuntò. I miei pensieri si accanirono contro la sua superficialità.

<< non so come potranno sembrare le tue gambe, sono completamente nascoste dai tuoi Jeans e dalla tua tunica >> osservò indicandomi. Mi guardai in basso.

<< e se non dovessi piacerti? potresti sempre sceglierne un'altra, no? >> lo provocai.

<< di solito sono sempre io a scegliere le donne, ma tu sei la prima che ha onore di risiedere nella mia modesta dimora >> borbottò con aria di sufficienza << con te non ho avuto molta scelta >> continuò con voce disprezzante. Le sue parole mi lasciarono interdetta, incominciai a pensare che anche lui si sentisse in trappola in qualche modo. Due pedine in un gioco malato architettato da un fanatico della perversione e della depravazione. L'unica differenza fra me ed Harry White era che la sua pedina era quella fortunata.

<< mi sentirei a disagio con questo addosso >> spiegai imbarazzata e allo stesso tempo furiosa  lasciando da parte le mie supposizioni. I suoi lineamenti s'indurirono di colpo.

<< non m'interessa, Victoria >> lo guardai preoccupata mentre la sua figura slanciata si avvicinò alla mia, mi tirò per un braccio su per le scale. Respirai affannosamente.

Mr. WhiteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora