Capitolo
46
Uscii dalla doccia ricoperta da uno asciuga mano abbastanza corto, i miei movimenti si fecero sempre più lontani una volta che le mie orecchie udirono delle note musicali danzare nell'aria come delle farfalle, una melodia curiosa. Il cuore mi batteva forte, l'ultima volta che l'ho sentito suonare era stato uno dei giorni più brutti della mia vita. Sorrisi raggiante quando intravidi sul letto di Harry della biancheria intima e la camicia da notte, di sicuro quando mi stavo lavando me l'aveva portate lui. Mi vestii in fretta ansiosa di sentire quella melodia più chiaramente, scesi al piano di sotto velocemente lisciandomi accuratamente l'indumento che stavo indossando. Harry aveva un espressione concentrata dipinta sul suo volto, i suoi muscoli erano contratti a causa delle sue dita che lavoravano sui tasti del piano. La melodia diventò tutto d'un tratto terribilmente triste, straziante ma allo stesso tempo romantica. Mi si strinse il cuore a vederlo così, non si era nemmeno reso conto della mia presenza. Cercavo di respirare piano per calmarmi, non volevo fermarlo, era così bello quel suono. Indossava un pantalone largo molto simile ad una tuta, a ricoprirgli il torace c'era una canottiera grigia che risaltava la tonicità del suo splendido corpo. Rimasi a fissarlo a bocca aperta, non sapevo che fosse così bravo. I suoi bellissimi occhi verdi fissarono spenti lo spartito davanti a se, smise di suonare rompendo la bolla di tranquillità che si era formata intorno. I suoi zigomi erano perfetti non potei fare a meno di guardare le sue labbra rosse ora umide a causa della sua lingua. Respirò profondamente per poi porgermi la mano, mi aveva vista, ovviamente. I suoi occhi non mi cercarono, erano ancora fissi sullo spartito. Senza esitare afferrai la sua mani e mi lasciai tirare nel suo mondo.
<< sta notte>> disse la sua voce roca << sento qualcosa di strano>> gli occhi persi nel vuoto. Ero seduta accanto a lui a contemplare la sua bellezza e ad ascoltare le sue parole. La sua mano strinse fortemente la mia facendomi rabbrividire << ...suonavo questa canzone malinconica quando mi sentivo solo, quando..quando ero circondato dal buio più totale>> fissai anch'io lo spartito immaginandomi un Harry solitario e triste suonare il piano << per rifugiarmi da quello che mi circondava..suonavo>> istintivamente mi avvicinai maggiormente a lui. Ridacchiò leggermente, ma non era una risata sana << sai...adesso mi sento così>> oh Harry... << ma non è poi così tremendo adesso>> mi sorrise debolmente << non sono solo>> tremavo per la paura. Cosa diavolo stava succedendo ad Harry? perchè era così vulnerabile? dov'era finito l'Harry arrogante e deciso che amavo? perchè questa sfumatura verde dei suoi occhi sembrava essere così bisognosa di qualcosa di sicuro?
<< stai bene?>> gli chiesi con voce flebile. Avevo paura del suo sguardo, aveva lo stesso sguardo di quella notte. Quella notte in cui Ridge s'intrufolò nella sua villa, quando ci fù quello sparo e quando ritornò bianco in volto. Non rispondeva, il suo verde sembrò scurirsi. Strinsi fortemente la sua canotta come per avere qualche segno da parte sua << Harry?>> lo richiamai con voce sempre più bassa, una lacrima involontaria scese da un mio occhio, arrabbiata me l'asciugai subito.
<< vieni qui>> disse cupo. M'invitò a sedermi in mezzo alle sue gambe, feci come richiesto. Sentivo il respiro caldo e lento di Harry accarezzarmi il viso, premette un piccolo bacio sulla mia guancia facendomi rassicurare << scusa >> mormorò. Le sue braccia mi circondarono, sorrisi non appena capii le sue intenzioni. Voleva suonare il piano forte tenendomi allo stesso tempo vicina. Mi girai di poco per vedere i suoi occhi di nuovo puntati sullo spartito. La melodia di poco fà rieccheggiò per la casa. Chiusi gli occhi abbandonandomi contro il suo petto. Come può uno spartito malinconico e triste presentarsi così dannatamente bello e intrigante? mi chiesi una volta che sbarrai gli occhi per vedere Harry. Fissai attentamente le sue pupille muoversi a scatti a destra e a sinistra.
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Mr. White
Romance> gli chiesi arrabbiata, i suoi occhi verdi mi guardarono con malizia. > anche se l'odiavo con tutta me stessa il mio corpo non poteva di certo essere d'accordo con la mia mente, ad ogni sua parola accattivante rispondeva > dissi perplessa, picchiet...