CHAPTER 67

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Capitolo

67

Decisi di lasciare l'ufficio di Harry. Ero stanca di restare li rinchiusa come una codarda. Perché si, lo ero, nascondermi da qualche chiacchiera non mi faceva certo onore. Respirai profondamente prima di aprire la porta. La musica in sotto fondo si fece più chiara così come le risate a mio parere, forzate, di quelle ragazze. Cercavano di rendere tutto così divertente, anche se sembrava non esserlo. Potevo definirle in certi aspetti delle persone con carisma, e di certo meglio di me. Loro ridevano, ridevano e continuavano a ridere, date le circostanze. Forse a loro andava bene così, forse erano coraggiose e forse ero io che commentavo osservando da fuori. Non mi resi nemmeno conto di alcune occhiate indiscrete da parte loro, mi facevano pena. In un certo senso mi sono ritrovata nella loro stessa situazione, vita problematica, pensare che il tuo piede sia attaccato ad una catena e la tua tasca dei Jeans sempre vuota, senza la possibilità di fare qualcosa di indipendente. La nostre vite dipendevano sempre da qualcuno più grande di noi, ma in realtà erano solo degli stronzi che avevano avuto fortuna di avere la chiave delle nostre catene. Sono sempre stata quel tipo di persona che osservava le piccole cose in grande, e la grandi cose in impossibile. Grazie ad un uomo riuscii a vedere anche qualcos'altro che non fosse  materiale. Harry era la mia ancora di salvezza. Mentre loro non ne avevano nessuna. Mi allontanai da quella stanza governata dal fumo e dall'alcool per dirigermi in un posto meno rumoroso, che faceva al caso mio.

<< tu chi sei? >> domandò una voce femminile alle mia spalle. Saltai per lo spavento e mi voltai per incontrare una ragazza dai capelli castani e dagli occhi scuri ma ugualmente belli. 

<< ah s-sono Victoria >> balbettai. Era strano che non sapesse il mio nome o il mio aspetto, in questo posto ormai da giorni numerosi ero diventata l'arogomento più scottante su cui metterci parola. 

<< io sono Catherine, forse ho capito chi sei..sei la schiava di Harry White, giusto? le ragazze non fanno altro che parlare di te >> le sue ultime parole esageratamente enfatizzate confermarono le mie supposizioni. Ero il loro gossip. Lo scandalo preferito, su cui commentare. 

<< più o meno, si >> mossi nervosamente i talloni sul posto aspettando qualche azione da parte sua. Odiavo essere scrutata, odiavo perfino quando lo faceva Harry. Mi faceva sentire in qualche modo un oggetto da analizzare. 

<< come mai lui ti ha lasciata qui? >> per questa ragazza sembravo un tipo al quanto interessante dato le sue continue domande. 

<< aveva degli affari da svolgere e non voleva che rimanessi a casa da sola >> spiegai prontamente. Non volevo che la sua testolina immaginasse o pensasse che io fossi diventata una di loro. Un corpo indifferente. Mi sorrise civettuola prima di avvolgere la sua mano intorno al mio polso.

<< sai avevo intenzione di preparare una torta, ho proprio voglio voglia di dolci sai? ma visto che le altre hanno solo voglia di divertirsi, tu resterai qui  a farmi compagnia >> non mi sembrava del tutto una idea cattiva. Di certo era un opzione migliore di quelle che avevo già programmato dal momento che ero entrata in questo posto. 

<< è okay >> risposi semplicemente << vuoi che ti dia una mano? >> non volevo sembrare una poco collaborativa. Mi sorpresi quando la vidi scuotere subito la testa.

<< no non c'è ne bisogno! e poi questa è una ricetta speciale, perché è la mia ricetta, tu resterai semplicemente li seduta a parlare con me mentre io preparo, Okay? non prenderla a male ma quando si tratta di dolci voglio fare tutto da sola >> mi sorrise voltandosi come per osservare la mia espressione facciale. Le sue mani erano già sporche di farina.

<< va bene >> sospirai << quindi tu sei nuova di qui? >> accavallai le gambe cercando di mettermi il più comoda possibile su quella sedia di legno. 

Mr. WhiteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora