CHAPTER 82

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Capitolo

82

<< erano passati dieci lunghi anni >> ricordare quel giorno, quel giorno particolare, mi ha fatta tremare.

10 anni dopo.

Mi guardai allo specchio con in volto, uno strano sorriso, con dita decise e non più tremolanti come una stupida adolescente, mi lisciai il mio bellissimo vestito bianco. Ricordavo ancora l'ansia e la preoccupazione che avevo provato nel scegliere quell'abito che per me, come per ogni donna, doveva essere perfetto. Per fortuna quel giorno con me, c'erano mia madre e la mia futura suocera, a darmi sostegno.

<< sei bellissima >> si complimentò mia madre ammirando con occhi sognanti il mio riflesso. Le sorrisi e mi voltai verso di lei, non ancora pronta a lasciare quell'immagine che mi rendeva speciale, perché mi sentivo speciale << Jessie è l'uomo giusto per te >> mi accarezzò dolcemente il viso. Si, Jessie era l'uomo della mia vita, grazie a lui, da cinque anni, il mio cuore era ritornato a battere. Avevo superato quella stupida e fastidiosa fase, la fase in cui cinque anni prima che arrivasse Jessie, mi sentivo vuota e senza alcuna ragione per vivere. Provai disgusto nel ricordare il giorno che tentai di levarmi la vita. Odiavo ricordare quei momenti, ma alcune volte tornavano, e io non potevo arrestarli. Odiavo ricordare lui, perché le poche volte che ero tentata nel farlo, mi sentivo esattamente come cinque anni fa, e io ne avevo abbastanza.

<< si, lo so >> affermai mettendo da parte i miei numerosi pensieri. Qualcuno bussò alla porta e di sicuro pensai fosse Anne, la madre di Jessie, ansiosa di vedermi con indosso il mio abito da sposa.

<< vado io >> m'informò la donna più importante della mia vita. In questi dieci anni, il nostro rapporto era maturato molto. << chi è? >> chiese, prima di abbassare la piccola maniglia.

<< uhm..sono qui per portare delle rose, per la signorina Turner >> parlò una voce burbera ma abbastanza buffa.

<< oh, bene! >> esclamò mia madre affrettandosi ad aprire a quel pover'uomo. Un risata giocosa, che avevo udito troppe volte, corse all'interno della stanza. Mia madre sbarrò gli occhi e cercò di spingerlo fuori nell'esatto momento in cui mi ordinò di nascondermi. Era il mio Jessie. Mi limitai a ridere. ignorando le suppliche di mia madre.

<< la pregò signora Turner mi faccia vedere la mia futura moglie >> miagolò.

<< non puoi ancora vederla, porta male vedere il vestito della sposa prima delle nozze! >> lo riprese e sia io che lui, ridemmo, proprio come due bambini. << insomma Victoria non fare la stupida anche tu! >> mi rimproverò appoggiando le sue mani ai fianchi.

<< scusa mamma >> mormorai con voce innocente

<< ti amo amore mio! >> strillò Jessie dietro la porta ormai chiusa a chiave.

<< ti amo anch'io! >> risposi con un grande sorriso.

<< su! non abbiamo tempo da perdere devi ancora sistemarti il trucco e i capelli >> ,'invitò ad uscire. << la macchina è qui fuori e ci sta aspettando >> m'informò mentre attraversammo il lungo corridoio della sua nuova casa. Io e Jessie vivevamo in un modesto appartamento, ma non ci lamentavamo, eravamo felici comunque. L'aria fresca di New York accarezzò la mia pelle facendomi rabbrividire. << dove diavolo è l'autista! >> imprecò colpendosi la fronte. segno di esasperazione.

<< mamma sta tranquilla va tutto bene >> cercai di tranquillizzarla strofinando la sua schiena.

<< sali in macchina, vado a cercarlo! >> camminò lontano, lasciandomi sola. Sospirai e aprii lo sportello dell'auto per accomodarmi al suo interno. Ero così impaziente di rivedere Jessie.

Mr. WhiteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora