CHAPTER 28

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28

'' non dire a mio padre che ti ho aiutata '' quel bambino, era..era lui? mi ricordava così tanto il suo viso.

Mi svegliai la mattina seguente con in testa ancora quel ricordo. Mi stiracchiai, l'aria era davvero calda... doveva essere il termostato. Mi misi seduta e con incredulità vidi Harry seduto su una sedia accanto al mio letto. Una sigaretta quasi terminata, era incastrata fra le sue labbra piene, aveva delle orribili occhiaie sotto i suoi bei occhi. Non aveva dormito.

<< buongiorno guastafeste >> mormorò stancamente.

<< come.. come mai sei qui? >> mi girai intorno, sentendomi improvvisamente a disagio.

<< hai delirato per tutta la notte, Victoria >> m'informò. Oh..

<< delirato? cosa dicevo? >> era curiosa, ma anche preoccupata. Non avrei voluto dire qualcosa di stupido e insensato.

<< difficile da capire >> commentò << non posso conversare con te, devo sbrigare delle faccende >> borbottò. Era davvero stanco,, e aveva accesso il termostato per tenermi al caldo.

<< quali faccende? >> mi morsi l'interno guancia.

<< non sono affari che ti riguardano, ho preparato la colazione.. se hai fame è tutto in cucina, ora che ti sei svegliata.. fa sparire la polvere dai mobili e cose del genere, insomma, pulisci questo posto >> blaterò. Gettò il filtro sul posacenere prima di uscire.

<< ragazzi, venite in casa devo uscire >> ordinò ai suoi leccapiedi attraverso il telefono.

***

HARRY'S POV

Dopo varie faccende svolte durante la notte, segnai l'indirizzo della sua casa famiglia. Quella stronza bisbetica non l'avrebbe passata liscia.

'' se non mi lascerai parlare con lei chiamerò la polizia, dopotutto per diciotto anni l'ho cresciuta io, ho tutto il diritto di rivederla "

Quella maledetta mi aveva riconosciuto ieri alla fiera, e ovviamente ha dovuto importunarmi. Con le sue stupide minacce si aspettava che la mettessi a tacere con dei soldi come l'altra volta.

" non m'importa che siete innamorati e che vivete nel vostro nido d'amore, ho bisogno di parlarle, non può ignorarmi per sempre, me lo deve quella piccola ingrata dopo tutti questi anni "

Strinsi il volante al solo ricordare le sue parole piene di disprezzo.. Non doveva andare così per quella stupida ragazzina, qualcuno doveva pur volerle bene, come non potrebbero volerle bene? pensai.

Era il genere di persona con occhi dolci, troppo gentile e ingenua. Perché nessuno le voleva bene?, continuai a chiedermi. Vidi quella stupida insegna con disegni di animali colorati a decorare la scritta. Attraversai il piccolo viale a grandi falcate e suonai con insistenza il piccolo campanello.

'' eri tu quel bambino, si eri tu quel bambino '' continuava a delirare. Fumai due fottuti pacchetti di sigarette, una dopo quell'altra, mentre ascoltavo le sue parole.

Ero incazzato. Fra le stupide minacce di Etta, le continue paranoie di Cody e della galera e quel dannato uomo misterioso e Ridge che non siamo riusciti a trovare.

Tremava, nonostante un maglione e una coperta la coprissero. Corsi rapidamente sulle scale e accessi il termostato, per farla sentire meglio. Continuava a parlare nel sonno e io non volevo lasciarla da sola. La tentazione di asciugare il sudore dalla sua fronte era tanta, ma non ebbi il coraggio di farlo. La mia testa continuava a torturarmi '' lasciala perdere, che fai Harry? '' Rimasi semplicemente ad osservarla per tutta la notte. Tanto non avrei dormito comunque.

Mr. WhiteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora