Capitolo
72
Guardai per un ultima volta Catherine. Anche lei era come le altre, manipolatrice e perfida. Cercai con tutte le mie forze di calmare Harry, era furioso. E se non avessi avuto pietà per quella ragazza, lo avrei lasciato fare, solo per assaporare la dolce vendetta. Ma tutti dicevano che non portava da nessuna parte vendicarsi.
<< andiamo >> dissi con voce cupa. Gli occhi scuri di Catherine si puntarono su di me un ultima volta.
<< già, forse è meglio >> Harry camminò all'indietro verso la porta. Dopo questo piccolo mach avevo di sicuro smaltito l'alcool che avevo in circolo.
Nella sua auto ci fu del silenzio. Un silenzio che incominciavo a non sopportare << mi credi non è vero? >> era un dubbio ormai inondava i miei pensieri. Mi credeva non è vero?
<< non ho voglia di risponderti al momento >> socchiusi leggermente le mie labbra, incredula.
<< che vuol dire, Harry >> chiesi infastidita << non dovresti dubitare su questa cosa >>
<< lo capisci che è fottutamene impossibile ubriacarsi con una torta vero? quindi si, non so cosa credere >> decisi di tacere. Ero stanca di ribattere su tutto. Mi limitai a fissare la strada che passava veloce sotto i miei occhi.
JHON'S POV
Arrivai nel mio ufficio dopo tanto. Sparai che i miei occhiali da sole potessero coprire i miei due occhi neri. Da quando avevo litigato con mio figlio, cercavo di sfogarmi con qualsiasi cosa mi capitasse di mano. Letteralmente tutto.
<< finalmente sei tornato! >> mi seguì un mio socio.
<< deduco dalla tua espressione che non sei poi così contento di rivedermi, giusto? >> gli rivolsi un sorriso peccaminoso. Spalancò gli occhi per poi schiarirsi la voce.
<< non è corretto trascurare in questo modo l'importante compito che le compete qui dentro >> ridacchiai per l'uso affascinante delle sue parole.
<< oh andiamo dopo tutto sono io il capo, non farti tanti problemi..hai per caso una sigaretta? >> porsi gentilmente la mia giacca a una delle mie assistenti. Livia.
<< ben to-tornato signore >> balbettò. Il rossore sulle sue guance mi fece sorridere. Aveva sempre avuto un piccolo debole per me.
<< grazie..Livia, giusto? >> annuii frettolosamente prima di recarsi al suo posto goffamente. Risi sotto i baffi.
<< dobbiamo discutere di alcuni importanti affari >> sbuffai
<< sono tornato da soli cinque minuti e c'è già qualcosa da fare, notevole >> commentai sgarbatamente << tra mezz'ora nella sala riunioni >> lo congedai.
Prima di entrare nel mio ufficio guardai Livia, che scriveva attentamente al computer << Livia? >> la richiamai. Alzò la sua testolina di scatto.
<< si? >> sussurrò febbrilmente
<< potresti portarmi un caffè >> domandai. Il rossore che avevo intravisto poco fa sulle sue guance ritornò.
<< oh s-si certo signore! >> corse verso il piano inferiore del palazzo.
Sprofondai sulla mia poltrona, provando a chiudere gli occhi per qualche secondo. Ero esausto. C'erano davvero troppe cose da fare. Il mio leggero sonno venne improvvisamente interrotto da qualcuno.
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Mr. White
Romance> gli chiesi arrabbiata, i suoi occhi verdi mi guardarono con malizia. > anche se l'odiavo con tutta me stessa il mio corpo non poteva di certo essere d'accordo con la mia mente, ad ogni sua parola accattivante rispondeva > dissi perplessa, picchiet...