CHAPTER 52

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Capitolo 

52

ANDREW'S POV

Ero in sala d'attesa, disperato e preoccupato. Sapevo che era meglio che  andassi a prenderla dopo lavoro, ma era così testarda, voleva fare tutto da sola. Pregavo dio dal momento in cui ricevetti la notizia. Ero seduto su una di quelle sedie rosse, orrende e fastidiose ad aspettare ansiosamente il dottore. La mia testa era sorretta dalle mie mani tremolanti. Pianti di bambini, suoni di macchinari ospedalieri e disperazione in ogni persona era l'unica cosa udibile e visibile in quella dannata sala. 

<< faccia più attenzione! ma che modi!>> sbraitò un infermiera che dava di spalle al muro. No. Non poteva essere. Harry si faceva spazio tra la gente in modo sfrontato e precipitoso. La mascella serrata, uno sguardo incomprensibile e gli occhi rossi e gonfi. Spinse varie persone per passare, una volta che mi vide mi alzai per affrontare la sua rabbia.

<< dov'è?>> ringhiò a denti stretti avanzando verso di me.

<< Harry...>> lo avvisai dopo che alcuni sguardi poco piacevoli si posarono su di noi. Afferrò il colletto della mia giacca per poi sbattermi contro il muro.

<< Dov'è, cazzo!>> urlò. << dimmelo, o giuro su dio che ti ammazzo>> sibiliò a denti stretti. 

<< calmati..tu non hai il diritto di stare qui..cosa diavolo sei v..>> scagliò un pugno al muro provocandosi dei graffietti rossi sulle nocche. 

<< cosa?>> afferrò nuovamente il colletto della mia giacca << non ho il diritto di sapere cosa sta succedendo alla donna che amo..eh?>> mi scuotè leggermente per farmi rispondere.

<< tu non la ami..di lei non t'importa nulla>> eppure più continuavo a ripeterlo più la purezza del suo viso distrutto mi diceva che era la verità. Ma dopo tutto le apparenze ingannano. 

<< si che m'importa invece..tu non sai niente Andrew, tu non sai quello che farei per lei, la sua vita adesso e nelle mani di dio>> aggiunse con voce tremolante << prego solo che non me la porti via, è l'unica cosa bella che ho>> lasciò il colletto della mia giacca per girarsi. Non voleva che vedessi la sua debolezza. Come poteva Harry White mostrare un emozione, lo stesso ragazzo che emanava gelo dai suoi occhi verdi, la fronte sempre corrugata e la mascella sempre serrata. 

<< Victoria è in questa stanza...sto aspettando che il dottore esca a darmi delle notizie>> mi guardò per un attimo per poi voltarsi << vedrai starà bene, lei è una ragazza forte..ne ha passate tante e..>>

<< come..come ha avuto l'incidente? l'hanno detto?>> mi chiese con occhi persi nel vuoto. Sospirai profondamente prima di parlare.

<< era appena uscita da lavoro>> Harry corrugò la fronte come sempre.

<< lavoro? quale?>> sembrava al quanto irritato. 

<< la cameriera.>> sorrise lievemente come per ricordarsi ciò che era prima lei per lui << nel mio locale>> la rabbia di poco fa s'impossessò nuovamente di lui.

<< che cazzo di orari gli hai dato? la notte? lo sai che di notte c'è gente poco raccomandabile..>> avanzò verso di me adirato.

<< detto da te sembra più una barzelletta>> respirò lentamente per calmarsi << gli orari che le ho dato erano buoni, non includevano orari che prevedessero dalla mezza notte in poi>> si passò nervosamente una mano fra i suoi capelli.

<< beh immagino che tu la stessi aspettando...tu dov'eri quando lei aveva finito il suo turno?>> mi chiese duramente. 

<< non..non c'ero lei è..voluta venire da sola senza che io le dessi un passaggio>> alzò gli occhi al cielo esasperato.

Mr. WhiteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora