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Capitolo

27
« stupida, sei una stupida » mormorai duramente fra me e me. Il suo atteggiamento ribelle mi dava sui nervi, una volta che l'avrei trovata l'avrei chiusa dentro la mia villa e guai, cazzo, guai se avrebbe fatto solo un passo, soltanto uno, fuori dalla mia vista « stupida » continuai a ripetere.
New Roman. Cody era li, ansioso e continuava a girarsi intorno. Strinsi i pugni e mi avvicinai al posto indicato.
« Harry sei qui » sbarrò i suoi occhi. Afferrai la sua camicia di lino in un pugno. Le sue labbra secche si socchiusero, sorprese. Potevo vedere il suo corpo, tremare, era in allarme, sapeva quanto fossi arrabbiato e sapeva bene quanto tenessi alla protezione di Victoria.
« sono qui, razza di idiota » ringhiai e le mie dita esercitarono maggiore forza contro il suo indumento costoso. Probabilmente, in quel momento era più preoccupato per la sua camicia che per il suo fottuto naso che ero tentato di colpire « sei un incapace, ti rendi conto di quello che può succedere, cazzo! » realizzai i miei desideri. Il suo corpo si piegò in due, portò una sua mano al suo naso, per alleviare il dolore. Tirai i miei capelli in preda al panico e alla rabbia, maledizione.
« se parla cosa cazzo succede?! » il mio viso era in fiamme. Il venditore del chiosco sollevò le sue sopracciglia spesse, lo ignorai « siamo fottuti Cody » rise alle mie parole.
« siamo? no amico, tu e quel psicopatico di tuo padre siete fottuti, non io » aveva ragione.
« non è così facile, credi davvero...che Victoria non parli anche di te, eh? » mando giù la sua fastidiosa bile.
« ehi tu »indicai il venditore. Annuì « hai per caso visto una ragazza alta circa un metro e settanta, capelli lunghi e castani, occhi grandi e grigi come metallo fuso, non un grigio-azzurro » parlai tutto d'un fiato.
Grattò il suo pizzetto e sospirò « occhi grigi come il metallo... si credo di aver visto quei occhi, era passata qui circa trenta minuti fa, si stava dirigendo ai bagni pubblici » m'informò
« non la più rivista d'allora? » chiedo impaziente. Scuote la testa e i miei nervi incominciarono nuovamente a gonfiarsi. Stupida Ragazzina.

VICTORIA'S POV

Era da tempo che giravo in quella fiera gremita di gente.
Ero stanca di camminare, non riuscivo a scorgere il viso di Etta, era introvabile. I miei occhi erano in allerta, non facevo altro che girarmi intorno. Harry. Harry era la mia unica preoccupazione in quel momento, lui non era con Cody, avrebbe potuto vedermi. E se ti vede? ipotizzò il mio subconscio. No, non volevo pensarci. Sentivo il rumore dell'acqua, una corrente, c'era un fiume nascosto fra gli alberi, era appena visibile. Sembrava spaventoso. Una mano toccò una mia spalla e urlai.
« sei sicura Victoria? » non era americana, era la ballerina, il suo forte accento spagnolo era a dir poco magnifico. Aggrottai la fronte, confusa.
« sei la ragazza di prima? cosa vuol dire che-che, insomma, se sono sicura » balbettai e il suo sorriso caldo calmò i miei nervi. Non sembrava cattiva.
« mi chiamo Jazmin » lei aveva pronunciato il mio nome, come faceva a conoscerlo? « voglio soltanto aiutarti e metterti in guardia, so bene che non si gioca con il destino » strinse le mie mani tremolanti « sei sicura? è veramente questo che vuoi? » non capivo..
« di cosa parli? » la sua espressione divenne seria.
« di tornare da lei » lei...Etta!
« è la cosa giusta, sono stata rapita da tre uomini, sono in trappola, devo ritornare » non sembrava turbata dalle mie informazioni, sembrava piuttosto che tutto questo non la sorprendesse.
« l'uomo che odi, consuma ogni tuo pensiero piccolina, riesco a vedere chiaramente nei tuoi occhi del verde smeraldo » deglutii. " consuma ogni tuo pensiero " quelle parole riecheggiarono dentro di me. Cosa significava tutto questo? Staccai le mie mani dalle sue e camminai all'indietro.
« io adesso devo andare » borbottai.
Non potevo perdere altro tempo, dovevo trovarla e andare via con lei e denunciare alla polizia le persone che mi avevano trascinato lontana dalla mia casa. Denunciare...forse non era quello che volevo realmente. " Riesco a vedere nei tuoi occhi del verde smeraldo " aveva detto. Già, era così.
« non è giusto mi avevi detto che mi avresti comprato un giocattolo » bloccai i miei passi pesanti. Quella voce...era fin troppo familiare... Oliver! era Oliver!
« non è il momento Oliver non comportarti come un bambino » avrei riconosciuto quella voce fra mille. Scorrevole e acida. Etta. Mi voltai e i suoi capelli radiosi entrano in bella vista. Finalmente...Un sorriso pieno di sollievo, dopo settimane, contornò il mio viso.
« Etta! » esclamai. I suoi occhi piccoli color nocciola si puntarono nei miei, era sorpresa e...arrabbiata?
« Victoria! » Oliver corse verso di me e piegai le mie ginocchia per ricambiare il suo energico abbraccio « ci sei mancata
! sei mancata a tutti sai?» gli sorrisi « torni a casa con noi vero » piantai un piccolo bacio su una sua tempia.
« certo che verrò » ridacchiò soddisfatto della mia risposta.
« non ti rivoglio nella nostra casa » mormorò duramente. Dissi ad Oliver si spostarsi e mi alzai.
« cosa vuol dire? » la mia voce era piccola.
« il tuo ragazzo...Tod » marcò il suo nome con veemenza « ti ho visto sai per le strade di New York, l'altra volta sai? » afferrò il mio braccio e mi trascinò con lei dietro a degli alberi. Il rumore dell'acqua, il fiume. Perché eravamo qui? ero spaventata e notai con disappunto che non c'era nessuno.
« o sei una ragazza molto furba, o mi hai presa in giro » mi girava intorno, come un avvoltoio.
« io non ti ho presa in giro io e Tod ci siamo lasciati » mentii.
« Tod » rise « certo, immagino, ti sei lasciata anche con il figlio dell'imprenditore? » strinse fortemente la mia mascella e gemetti addolorata.
« come hai fatto, eh? come hai fatto a conquistarlo, hai aperto le tue gambe per lui? » scosse il mio corpo violentemente e alcune lacrime imperlarono il mio viso.
« non so di cosa stai parlando »
« bugiarda! » caddi al suolo. Portai una mano alla mia guancia arrossata, mi aveva colpita « ti ho vista, eri con lui quella mattina! ti ha comprato un vestito!...scommetto che lui è qui con te » urlai dal momento che tiró i miei capelli per trascinarmi al in piedi.
« basta » lagnai.
« sta zitta » spintonó il mio corpo verso la riva del fiume e sbarrai gli occhi. La corrente.
« tu vuoi rovinarmi! cos'è hai raccontato al tuo nuovo amico di letto la tua vita infelice? » un'altra spinta, ero sempre più vicina...
« Etta basta ti prego » supplicai
« non mi è piaciuto il modo in cui mi ha rivolto parola quella volta al telefono » era indignata.
« era Tod » continuai a mentire.
« non esiste nessun Tod! » strillo. Con un'ultima potente spinta finii in acqua.
« Etta aiutami ti prego! » la forte corrente m'impediva di tornare sulla terra.
« ritornaci da sola, ti auguro una bella vita » mi aveva lasciata sola
« aiuto!  » urlai. Non so nuotare.. Qualcosa colpì duramente la mia testa, prima di chiudere gli occhi vidi al di sotto del pelo dell'acqua un ramo, era stato quello a colpirmi..non avevo la forza di ritornare su, mi sentivo debole e priva di coscienza.
" sei sicura della tua scelta? " le parole di Jazmin risuonarono nuovamente nella mia mente. Oh Jazmin..se solo ti avessi dato ascolto.

Mr. WhiteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora