CHAPTER 9

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9

In macchina, Harry non mi aveva rivolto parola. Le sue sopracciglia erano costantemente aggrottate, per  rabbia << io....volevo ringraziarti per avermi salvata >> mi voltai per vedere una sua piccola reazione, che purtroppo non apparì.

<< non mi dici niente, non vuoi trattarmi male? >> lo istigai.

<< cosa diavolo vuoi? >> scattò. Lo guardai accigliata, incrociai le mie braccia e accavallai le gambe.

<< niente >> borbottai.

<< sei una fottuta idiota, lo sai non è vero? >> mi rimproverò  con tono severo ed io chiusi gli occhi stanca delle sue continue offese.

<< beh, di certo neanche a me ha fatto piacere essere in quella situazione , sai non vedevo proprio l'ora che arrivasse quel bastardo per portarmi via, si Harry e non vedevo l'ora che giocasse con me con una fottuta pistola! E non vedevo l'ora di essere rapita per la seconda volta in una settimana >> urlai furente e le sue nocche divennero bianche per la presa forte esercitata sul volante.

<< dannazione! saresti dovuta restare accanto a me! ci mancava poco che la festa venisse rovinata a causa di quell'idiota di Ridge >> sbraitò.

<< stavo cercando aiuto! >> mi difesi, rinfacciandogli il motivo della mia fuga. Iniziò a ridere, ma non per divertimento.

<< non prendermi in giro Turner >> le sue urla mi ricordarono Etta, la signora della mia casa famiglia.

<< smettila di urlarmi contro!! non ti sopporto! >> ero esasperata, e desiderai di uscire a tutti i costi da quella macchina.

<< io ti urlo contro quanto voglio >> mi graffiai con forza i palmi delle mani. Finalmente arrivammo, e un misto di preoccupazione e terrore si fusero in me. Una volta fermi all'interno della villa scesi dalla macchina di fretta sbattendo lo sportello con furia, camminai avanti velocemente senza curarmi delle urla di Harry che provenivano da dietro.

<< tu, stai esaurendo la mia pazienza Turner >> disse dopo avermi scaraventata sulla porta. I miei polsi erano stretti in una sua mano <<devi smetterla adesso Vickie, posso essere peggio di così >> continuò a poca distanza dal mio viso.

<< non mi fai paura >> me ne uscii. I suoi occhi iniziarono a scurirsi, piegò leggermente la testa e continuò ad osservarmi in modo curioso, il mio petto incominciò ad alzarsi ed abbassarsi velocemente a causa del suo corpo ravvicinato al mio.

<< oh Vickie, dovresti >>  sussurrò. Continuò a tenermi bloccata << ti strapperò questo vestito, ora, lo sai vero piccola? >> le mie pupille si dilatarono e le mie gambe tremarono, la forza del mio corpo mi aveva completamente abbandonata. <<strapperò tutto quello che ricopre il tuo corpo morbido>> la sua lingua disegnò una piccola linea al di sotto del mio orecchio destro, gemetti in disapprovazione, lasciò i miei polsi e io arrampicai le mie mani sulle sue spalle per cercare equilibrio, mi sentii cedere e il mio fondo schiena toccò terra in pochi secondi.  Harry si abbassò con me <<ehi ehi non qui piccola, come sei impaziente >> rimasi paralizzata. Non riuscii a reagire alle sue avances e al suo assalto sulla mia pelle.

Cercò di risollevare il mio corpo dolcemente << sei troppo debole >> le sue mani ricoprirono le mie guance accaldate, le sue labbra soffici premettero sul mio collo, e chiusi gli occhi scombussolata per quello che provavo, cercai di distanziarmi prima che potesse fare altro, i miei tentativi andarono in fumo a causa del suo braccio che mi teneva stretta a lui, i suoi occhi fissarono i miei mentre una sua mano scese in mezzo alle mie gambe, le chiusi d'istinto << aprile >> ordinò, scossi la testa in risposta << fai quello che ti dico >> la sua voce roca  mi fece gelare le vene, un brivido mi percorse la schiena . Obbedii alle sue parole con riluttanza e un suo dito sposto di lato i miei slip per farsi strada sulla mia intimità, chiuse gli occhi e sollevò la testa in segno di approvazione << non è così male vero >> ridacchiò e io lo allontanai.

<< no! Basta i-io non ci r-riesco >> balbettai e strinsi con forza le mie gambe.

<< Vickie >> pronunciò.

Sentimmo dei rumori forti ed improvvisi, provenire all'interno del giardino di Harry, la sua espressione diventò seria.  I suoi occhi si girarono intorno attenti,  mi girai intorno a mia volta per vedere chi si fosse intrufolato, i miei battiti accelerarono non appena sentii delle risate malefiche. Harry non commentò aprì la porta velocemente e mi prese per un braccio, mi trascinò al piano di sopra senza mai lasciarmi, mi portò sul mio letto e lasciò la mia stanza. << sono i tizi di prima? >> domandai stringendo le gambe al petto.

<< non ne ho la minima idea >>  lo fermai prima che potesse chiudere la porta <<ma...>>  lui mi spinse dentro.

<< rimani qui, non fiatare, non dire nulla, stavolta fa come ti dico >> annuii di rimando, lui chiuse la porta a chiave e uscì nuovamente fuori.

***

Camminai avanti e indietro preoccupata, non riuscivo a sentire molto, ero tentata di abbattere la porta per raggiungerlo, per vedere cosa stesse succedendo, oppure di affacciarmi al piccolo balcone per riuscire a vedere qualcosa, ma la paura m'impedì di fare tutte quelle cose e rimasi in silenzio nella mia stanza buia.

Erano passati più di dieci minuti e ancora non aveva messo piede in casa '' Andiamo ragiona Victoria se è morto tu potrai finalmente scappare e essere libera '' sorrise trionfante la mia voce coscienza, scossi la testa e la cacciai via.

Appoggiai la schiena contro la porta di legno in sua attesa, passarono altri lunghi minuti e poi qualcosa mi svegliò dal mio stato di trance, sussultai e sobbalzai al suono di uno sparo, il secondo in tutta la mia giornata. Riuscivo a sentire il cuore battere all'impazzata. Mi alzai di scatto dal pavimento e mi fiondai sul piccolo balcone per gridare il suo nome <<  Harry! >> non ricevetti nessuna risposta alla mia chiamata. Era tutto fin troppo silenzioso e questo non fece altro che peggiorare il mio stato di elevata preoccupazione.

Sentii dei passi lenti provenire da fuori, i miei occhi schizzarono verso la porta '' se non fosse lui? '', ipotizzò la mia fastidiosa vocina interiore. La chiave si infilò nella serratura e la porta si aprì. Il suo volto familiare mi tranquillizzò. 

<< Ha-Harry..cos'è cos..cos'era quello sparo? >> balbettai, lui non rispose, si voltò semplicemente per andare in camera sua.

<< non era niente >> mormorò e chiuse nuovamente la mia stanza a chiave. Mi sedei sul letto, interdetta e confusa sull'accaduto.

Mr. WhiteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora