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*FLASHBACK*
Arrivammo a casa nel totale silenzio, era come se quella canzone volesse farci un dispetto. Victoria mi guardava imbarazzata, si sentiva a disagio tanto quanto me. Diamine. Una cazzo di canzone non poteva influenzarmi in quel modo, ero un uomo, non una femminuccia sentimentalista. Quando arrivammo al piano superiore la tensione sembrava uccidermi. La vidi con la testa chinata mentre era intenta ad aprire la porta della sua camera.
<< dove vai?>> domandai. Non volevo che dormisse da sola...senza di me.
<< vado a dor..mire i-in camera >> balbettò. Era adorabile quando arrossiva, ma sapevo bene che stavolta non ero io la causa del suo imbarazzo, ma quella dannata canzone. Parlava troppo di noi, strinsi i pugni furioso, al solo ripensarci. La vidi torturarsi le mani, non sapeva come gestire la situazione.
<< tu dormi con me >> ordinai. Avanzai verso di lei per trascinarla in camera mia. Sussultò leggermente ma si lasciò andare << perché ti sei fermata? >> chiesi dopo che i suoi passi si bloccarono.
<< Harry io...ho bisogno della camicia da notte >> spiegò con voce flebile.. Aggrottai la fronte e risi.
<< perché parli a voce bassa?>> sorrisi. Le sue dita giocherellarono con le sue labbra.
<< in realtà..non lo so>> risi nuovamente per la sua affermazione sciocca << ora vado a prenderla>> cercò di divincolarsi da me.
<< no, tu vai nella mia stanza >> i suoi occhi grigi guardarono tremolanti i miei.
<< vado a prendertela io>> sorrise debolmente prima di avviarsi verso la mia camera da letto.
Ritornai dopo cinque minuti tenendo in mano la sua camicia bianca da notte. Era seduta sul mio letto, con le dita tamburellava sulle sue gambe. Rimasi li a guardarla senza rendermene conto. Era così bella.
<< Harry, mi hai spaventata >> affermò dopo essersi girata verso di me. Cercai di riprendermi dai miei pensieri su di lei. Con non creanza le lanciai la camicia da notte. Mi misi comodo sulla mia poltrona nera impaziente di vederla spogliarsi. Lei si grattò nervosamente la testa per poi alzarsi. Mi accigliai una volta che la vidi dirigersi in bagno.
<< perché vai in bagno?>> si girò subito verso di me, non appena parlai.
<< perché devo cambiarmi >> mi alzai anche io per iniziare a cambiarmi.
<< ho già visto il tuo corpo, Vickie >> sbuffai sonoramente, infastidito della sua scelta di cambiarsi in bagno.
<< dov'è il problema? ora non hai il coraggio di spogliarti davanti a me? >> la stuzzicai. Sbarrò gli occhi. Ritornò indietro, la sua figura esile si posizionò davanti a me.
<< ti sbagli >> disse convinta. Sorrisi vittorioso abbassando i Jeans. Mi pietrificai non appena la vidi sollevarsi il suo Lipsy London. Mi ricordai che comprai quel vestito solo perché sapevo che era un vestito particolare, bello da vedere, ma donava solo ed esclusivamente alle foto modelle dai fisici tonici e perfetti. Lo comprai con l'intento di farle un dispetto, volevo deriderla il giorno in cui l'avesse indossato. Volevo odiarla, dovevo odiarla, non mi andava a genio l'idea di avere lei che girasse per casa mia. Sperai con tutto me stesso che fosse brutta, avrei avuto una scusa in più per prenderla in giro, per farla soffrire più di quanto già non sapessi. Quando scese indossando il Lipsy London mi meravigliai, le stava d'incanto, le sue curve vennero valorizzate maggiormente, la lunghezza di quell'abito diede giustizia alle sue gambe.
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Mr. White
Romance> gli chiesi arrabbiata, i suoi occhi verdi mi guardarono con malizia. > anche se l'odiavo con tutta me stessa il mio corpo non poteva di certo essere d'accordo con la mia mente, ad ogni sua parola accattivante rispondeva > dissi perplessa, picchiet...