CHAPTER 12

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<< vedo che sei tornato >> affermai assonato. Sentii Victoria muoversi nel letto. Gli occhi verdi di mio padre mi fissarono con malizia, e una sigaretta a contornargli le labbra rese la scena divertente per lui. 

<< vedo che ti sei dato da fare >> contrastò, guardandola. I suoi occhi grigi passarono velocemente dai miei a quelli di mio padre << sei identica a tua madre >> aggiunse.  Strinse le coperte in un pugno appena sentì nominarla.

<< da quanto è che sei qui? >> gli chiesi infastidito.  Se solo  Victoria avesse saputo  chi era l'uomo che aveva di fronte.

<< chi è l-lei? >> balbettò. Mio padre fece un altro tiro dalla sua sigaretta prima di risponderle

<< sono White, John White >> Victoria spostò lo sguardo frettolosamente su di me, come per cercare delle spiegazioni o dei chiarimenti << vedo che ti trovi bene con mio figlio >> mi girai verso di lei con occhi cupi, il suo viso sembrò spegnersi non appena capì chi era quella persona, mi alzai dal letto alterato per la sua intrusione, Victoria rimase ancora sotto le mie coperte, stringendole.

<< avresti potuto avvisarmi del tuo arrivo >> dissi.

<< perché dovrei farlo? sono tuo padre >> spiegò, usando quella voce, la voce che da  piccolo mi terrorizzava. Sbuffai << sei senza vestiti bambolina? >> domandò guardandola intensamente.

<<no!>> risposi io per lei. Mio padre mi rivolse un mezzo sorriso.

<< gli occhi di tua madre sono molto più belli >> mormorò prima di attraversare la porta della mia camera, la chiusi non appena uscì.

<< lui è... >> non riuscì a terminare la frase.

<< si >> risposi, capii perfettamente la sua domanda.

<< perché è qui? >> mi chiese sconvolta.  La guardai impassibile

<< non lo so...credo che sia tornato da un viaggio >> spiegai.

***

Ero sceso al piano di sotto, per parlare con mio padre, avevo tante domande da porgergli e il suo arrivo era stato del tutto inaspettato.

<< l'hai trovata? >> gli chiesi. La sua espressione divenne seria  alla mia domanda.

<< no, è introvabile, si è nascosta molto bene >> ringhiò. Lisa Turner dopo diciotto anni era ancora il suo tormento, mi chiesi il perché di questo grande interesse nei confronti di quella donna.

<< forse dovresti lasciar perdere non credi? e da diciotto anni che la cerchi, perché non la lasci semplicemente in pace >> suggerii.

<< non lascerò perdere, Harry >> rispose dopo aver sorseggiato del caffè.

<< non capisco tutto questo tuo interessamento, è solo una puttana, anzi, lo era >>i suoi occhi mi scrutarono rabbiosi e i miei altrettanto. Se ne uscì con una risata sommessa.

<< Harry, Harry, Harry, non si tratta di essere interessato o no, lei è di mia proprietà, mi appartiene >> disse girandomi intorno, lentamente << proprio come adesso ti appartiene Victoria...è destino che le Turner appartengano ai White >> continuò. Era incredibile pensare che all'età di ventiquattro anni  tuo padre ti  potesse ancora comandare, lui era sempre stato molto rude e violento, avevo perso il conto delle donne che aveva picchiato e maltrattato, inclusa Lisa, la madre di Victoria, alcune volte riusciva ancora ad intimorirmi, per via del suo carattere forte, ma avevo imparato a tenergli testa per la maggior parte del tempo.

<< considero la tua situazione patetica, rincorrere dietro ad una donna per diciotto anni >> farfugliai con aria di sufficienza.

<< Victoria è veramente bella >> commentò. Posai il bicchiere di caffè con occhi vuoti <<è cosi simile a Lisa che al solo vederla io..>> lasciò la frase in sospeso  <<  l'abbiamo fatto tante di quelle volte su quel letto prima che questa diventasse la tua dimora >> si sedette sul divano e accavallò le gambe.

<< ricordi, ricordi, ricordi..così tanti ricordi mi hanno invaso quando l'ho vista >> mugugnò. Una piccola parte di me credeva che la sua parte malata, stesse pensando a lei, che la stesse desiderando, finii di bere il restante caffè e fissai la piccola tazzina, con rabbia. Dannazione, ero come mio padre.

***

Spalancai la porta della mia camera e con mia sorpresa la trovai ancora sul mio letto, rannicchiata sotto le coperte, quell'immagine mi fece accelerare il respiro ma allo stesso tempo mi turbai, vedendola in lacrime << sei ancora qui?>> le domandai. Tremava e i suoi grandi occhi grigi erano incredibilmente lucidi.

<< io io...m-me ne vado >> balbettò. Cercò di alzarsi dal mio letto lentamente, le sue forze sembrarono essersi esaurite.

VICTORIA'S POV

<< puoi restare qui >> disse con voce roca.

<< io..>> cercai di parlare, nonostante l'imbarazzo, non volevo rimanere, ma mi sentivo così debole << mi fa piacere vederti sotto le mie coperte>> m'informò. Un sorriso enigmatico si fece largo sul suo viso perfetto. Si levò la maglietta per poi sbatterla su una sedia e il suo magnifico fisico si mostrò a me. Era così dannatamente perfetto anche i suoi tatuaggi sembravano perfetti per la sua pelle. Lo fissai estasiata e incredula << sei adorabile quando mi guardi e quando non cerchi di scappare >> ruppe  il silenzio che si era formato fra noi. Arrossii per la vergogna, continuava a capirlo, tutte le volte.

<< devo andare a fare delle commissioni >> continuò a parlare dandomi di spalle. Il panico invase il mio corpo, mi si gelarono le vene una volta che ricordai che suo padre era qui.

<< tuo padre è ancora qui?>> chiesi con voce flebile. Lui notò la mia già elevata preoccupazione.

<< non ti toccherà >>  le sue parole non mi rassicurarono affatto, c'era qualcosa nella sua voce che non andava. Si sedette sul mio letto per osservarmi meglio << stai bene? >> mi chiese dopo avermi sentita tossire. Non stavo bene, ma la versione di un Harry preoccupato era da non credere.

<< io-io sento freddo e poi caldo...mi gira la testa e mi brucia la gola >> spiegai lui i miei sintomi con voce forzata. Sussultai non appena sentii le sue labbra piene e calde sulla mia fronte, mi rilassai sotto il suo tocco, arrampicai le mie mani sulle sue spalle possenti e  gemetti sollevata. La  mia coscienza gridava disperata ''SEI UNA SCIOCCA!'', tolsi le mani e  mi spaventai. Il modo in cui il mio corpo rispose ad Harry fu strano. Sorpreso dalle mie azioni chinò la testa lentamente per guardarmi, era confuso.

<< hai ..hai la febbre >> m'informò. Maledizione. Il suo bel verde mirò attentamente le mie guance arrossate. Restai interdetta nel vederlo così concentrato, prima era crudele e poi affettuoso << resta qui >> mi suggerì. M'invitò a distendermi sul suo letto nuovamente << riposati  >> mi rivolse un ultimo sguardo profondo e poi uscì dalla sua stanza.

Strinsi le coperte intorno a me e aspirai freneticamente l'odore del cuscino di Harry, un profumo così intenso che m'invase le narici, chiusi gli occhi e il calore di quelle coperte e la morbidezza di quel cuscino mi fecero sentire bene, per la prima volta, in quella casa degli orrori.

Mr. WhiteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora