21
Ignorai i suoi occhi, che in qualche modo pungevano la mia pelle, come api. Fissai il vuoto e pensai a cosa dire.
<< cosa vorresti mai chiedermi, Vickie? >> riuscii a sentire le risate delle persone al piano inferiore, e la musica che copriva le loro parole.
<< io...non lo so >> confessai, ma la mia domanda era '' John avrebbe davvero abusato del mio corpo? '' mi tormentò la mia voce interiore. Scossi la testa con l'intento di cacciar via dalla mia mente la mia fastidiosa coscienza.
<< sembri confusa >> intuì. Avanzo verso di me ed io indietreggiai. Guardai il suo corpo e incominciai a vedere immagini e immagini di ..noi, nudi. Gemetti e mi vergognai dei miei stessi pensieri, e coprii con una mano la mia bocca socchiusa.
<< hai paura di me? >> la sua voce era così diversa.
<< prima o poi, dovrai farmi del male? >> aggrottò le sue sopracciglia << per ottenere quello che vuoi >> deglutì e i suoi occhi guardarono in basso.
<< hai sentito qualcosa che ti ha turbata, Victoria? >> sibilò. Le parole non volevano uscire, non vi era modo che volessero farlo, e mentre provai a far funzionare le mie corde vocali, l'ansia dentro di me crebbe a dismisura << rispondimi >> m'incitò.
<< non ho sentito nulla >> mentii. Il suo sguardo si fece più intenso.
<< Victoria >> blaterò << tu, in questa casa dovrai rimanerci per molto tempo, e voglio che tu sia sincera con me >> sussultai quando sentii la sua mano calda posarsi sul mio viso delicatamente << questa situazione, non è soltanto difficile per te, Victoria >> ringhiò. Cosa? << io, non ti volevo, in casa mia >> mi guardò duramente << non appena hai messo piede in questa casa non hai fatto altro che creare, complicazioni >> il mio respiro divenne ingestibile << se avrei voluto farti del male >> sputò << l'avrei già fatto, Victoria... ci sono così tante altre donne, disposte a dare loro stesse per me, anche solo per una notte >> le sue labbra accarezzarono lentamente una mia tempia mentre confessò la sua frustrazione. Chiusi gli occhi e cercai di assorbire le sue parole, i suoi pensieri.
<< allora perché.. >> la mia voce si affievolì e le sue dita s'intrecciarono nei miei capelli << perché..non mi lasci andare se non mi vuoi, nemmeno io voglio restare qui >>
<< non posso farlo, Victoria! >> esclamò << fai parte del gioco, del mio gioco, il gioco che ha creato mio padre prima ancora che tu nascessi >> la mia vista cominciò ad appannarsi e mi maledissi mentalmente. Non dovevo piangere, non potevo, non ora.
<< è un gioco stupido >> mi lamentai e cercai di allontanarmi da lui.
<< lo è >> respirò e le sue braccia si avvolsero intorno a me << ma vedi, Victoria, sei divertente, anzi no >> ridacchiò << mi diverte il tuo temperamento, il tuo caratterino e la tua purezza che non ti permette di andare lontano >> mi staccai da lui, furiosa.
<< che non mi permette di aprire le mie gambe per te? >> scattai.
<< che non ti permette di liberarti di me...bocciolo >> un sorriso sornione e maledettamente ossessivo, incorniciò il suo bel viso. Un tuono rimbombò all'interno della stanza illuminandola di viola e persi equilibrio.
<< ti spaventano i tuoni? >> si abbassò per rimanere alla mia stessa altezza e annuii. Avevo sempre odiato i tuoni.
<< non muoverti da qui, siamo intesi? >> annuii di nuovo e mi alzai.
Lasciò la stanza e guardai terrorizzata le vetrate del balcone.
Mi distesi sul letto e le mie orecchie si fecero tese quando udii una melodia. Sembrava una music box per bambini. Mi alzai lentamente dal letto e mi avvicinai alla porta, piegai la maniglia e la melodia si fece più forte. Non c'era nessuno nel corridoio, ma più ero lontana dalla mia stanza, più la musica era chiara. In lontananza , accanto alla camera di Harry, vidi qualcosa. Un carrilon. Si, era un carrilon. Mi avvicinai e vidi la piccola scatola aperta, c'era un biglietto accanto allo specchio rovinato e sporco. Sopra di esso vi era scritto:
''Per la mia dolce Victoria.''
Con mani tremolanti raccolsi il piccolo pezzo di carta e al solo contatto mi resi conto che era una foto, la girai e vidi una donna bellissima, dai lunghi capelli e un sorriso grande. Alcune lacrime scivolarono fuori e alzai pigramente la mia testa per osservare la porta della camera di Harry, aperta. Un forte tuono risuonò all'interno della sua stanza e un intenso blu la illuminò. Un ombra nera all'interno della stanza si mosse e mi alzai velocemente, spaventata. Chiusi la scatola del carrilon e la melodia cessò. Chiusi la porta della mia stanza e incominciai a singhiozzare, il mio corpo dondolò avanti e indietro come impazzito, mi tappai la bocca e cercai di nascondermi sotto al letto una volta che sentii dei passi lungo al corridoio.
JOHN'SPOV
Sussultai quando vidi mio figlio, spuntare all'improvviso.
<< oh Harry, sei tu, dannazione mi hai spaventato >> ridacchiai. Il suo sorriso calmo e la sua espressione enigmatica m'insospettirono.
<< ti piace parlare di lei, ai tuoi amici >> finalmente parlò.
<< lei chi? >> chiesi confuso.
<< Victoria >>
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Mr. White
Romance> gli chiesi arrabbiata, i suoi occhi verdi mi guardarono con malizia. > anche se l'odiavo con tutta me stessa il mio corpo non poteva di certo essere d'accordo con la mia mente, ad ogni sua parola accattivante rispondeva > dissi perplessa, picchiet...