CHAPTER 22

82.6K 1.6K 101
                                    

22

HARRY'S POV

Guardai mio padre, in attesa di una sua risposta.

<< si, beh, parlavamo dei vecchi tempi, di Lisa, e adesso parlavamo anche di lei >> deglutii e sorseggiai del vino. Ignorando gli sguardi insistenti dei suoi compagni.

<< Harry..dove sei stato? Prima sei praticamente sparito >> chiese stranito. Con lei, risposi dentro di me. Grattai nervosamente il retro del mio collo.

<< interessa? >> cercai di cambiare discorso. Riempii nuovamente il mio bicchiere con del vino e mi avviai dall'altra parte della mia casa, alla ricerca dei miei amici.

<< signori, vi ho già detto che la figlia di Turner è tanto bella come lei? >> fermai i miei passi appena la sentii nominare. Mi girai con un espressione tormentata.

<< i suoi occhi però, non rendono giustizia al suo viso angelico >> capii il suo giochetto. Ingoiai la bile, non essendo in grado di dar sfogo alla mia ira.

<< mi ricordo di Lisa Turner, era uno schianto..ammetto che sarei molto curioso di vedere sua figlia >> disse con voce maliziosa uno stupido signore grasso dai capelli grigi. La mia irritazione aumentò a dismisura a causa delle sue parole. Tutti risero con sfacciataggine, non osai nemmeno immaginare cosa stessero pensando di Victoria. Alcuni loro commenti poco convenevoli mi fecero quasi toccare il limite della sopportazione.

<< Harry, perché non la porti qui da noi...sai è da un po che non mi diverto con una della generazione Turner >> Persi il controllo. Non avrei mai permesso a nessun altro di toccarla. Era già abbastanza straziante ritrovarmi in quella situazione, lei costretta a stare con me e io costretto a stare con lei.

<< no >> scattai, guardandoli con occhi truci. Facce sorprese e sussulti, aumentarono la  mia rabbia. Gente del cazzo, pensai.

Non avrebbe retto: dita viscide di numerosi sconosciuti, sfiorarle la pelle delicata. Sarebbe rimasta nella sua stanza. Mio padre era leggermente infastidito dal mio comportamento, il suo sguardo confermò i miei pensieri, ma questo non fece differenza per me. Continuai a ripetere con insistenza dentro la mia testa, parole insensate, veloci e urlanti. Chiusi gli occhi e la mia mente mi riportò al momento di quel tuono, a quel suono forte ed improvviso e a Victoria, una Victoria spaventata che cadeva al suolo. Il nostro battibecco di poco fa, in qualche modo, mi fece sentire meglio. Dirle ciò che pensavo, era la cosa migliore.

<< come?>> intervenne, continuando a fissarmi con durezza e rabbia. Tenni la testa alta e osservai il mio bicchiere mezzo pieno.

<< sei sordo? >> mi lamentai << ho detto che lei non verrà >> le sue guance si colorarono di una profonda sfumatura rossa << sono il suo padrone, decido io cosa voglio farle fare >> sibilai con occhi cupi. Per alcuni momenti, il silenzio occupò quella stanza invasa da persone in giacca e cravatta.

<< andiamo, Harry, è solo una puttanella >> rise mio padre girandosi intorno imbarazzato. ''Ovvio che non vale niente'' la parte dominante di me stesso, più scura, cercò di assecondare le parole dell'uomo di fronte a me. Ma stavolta, non sorrisi, non assecondai quella parte di me stesso, che tormentava la mia coscienza da anni. Stavolta strinsi le mia mano libera in un pugno e serrai la mascella. '' Cosa vorresti mai dire? '' mi provocò il mio diavolo interiore.

<<  smettila >> ringhiai. Stufo di discutere mi voltai, e vidi di nuovo quell'uomo dagli occhi grigi. Fissò un punto determinato dietro le mie spalle, probabilmente mio padre. La curiosità mi uccise, chi diavolo era quell'uomo e cosa voleva? Continuai a chiedermi.

Mr. WhiteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora