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HARRY'S POV

Guardai mio padre, in attesa di una sua risposta.

<< si, beh, parlavano dei vecchi tempi, di Lisa, e adesso parlavamo anche di lei >> deglutii e sorseggiai del vino. Ignorando gli sguardi insistenti dei suoi compagni. << Harry..dove sei stato? Prima sei praticamente sparito >> chiese stranito. Con lei, risposi dentro di me. Grattai nervosamente il retro del mio collo.

<< interessa? >> cercai di cambiare discorso. Riempii nuovamente il mio bicchiere con del vino e mi avviai dall'altra parte della mia casa, alla ricerca dei miei amici.

<< signori, vi ho già detto che la figlia di Turner è tanto bella come lei? >> fermai i miei passi appena la sentii nominare. Mi girai con un espressione tormentata.

<< i suoi occhi però, non rendono giustizia al suo viso angelico >> avevo capito il suo giochetto. Ingoiai la bile, non essendo in grado di dar sfogo alla mia ira.

<< mi ricordo di Lisa Turner, era uno schianto..ammetto che sarei molto curioso di vedere sua figlia >> disse con voce maliziosa uno stupido signore grasso dai capelli grigi. La mia irritazione aumentò a dismisura a causa delle sue parole. Tutti ridevano con sfacciataggine, non osavo nemmeno immaginare cosa stessero pensando di Victoria. Alcuni loro commenti poco convenevoli mi fecero quasi toccare il limite della sopportazione.

<< Harry, perché non la porti qui da noi...sai è da un po che non mi diverto con una della generazione Turner >> Persi il controllo. Non avrei mai permesso a nessun altro di toccarla. Solo io potevo farlo.

<< no >> sputai, guardandoli con occhi truci. Facce sorprese e sussulti, aumentarono la rabbia. Gente del cazzo, pensai. Questa ragazza non avrebbe retto, dita viscide di numerosi sconosciuti, sfiorarle la pelle delicata. Ero stanco di ascoltare le urla disperate di donne. Sarebbe rimasta nella sua stanza. Mio padre era leggermente infastidito dal mio comportamento, il suo sguardo confermò i miei pensieri, ma questo non faceva differenza per me. Continuavo a ripetere con insistenza dentro la mia testa, parole insensate, veloci e urlanti. Chiusi gli occhi e la mia mente mi riportò al momento di quel tuono, a quel suono forte ed improvviso e a Victoria, una Victoria spaventata che cadeva al suolo. Il nostro battibecco di poco fa, in qualche modo, mi aveva fatto sentire meglio. Dirle ciò che pensavo, era la cosa migliore.

<< come?>> intervenne, continuando a fissarmi con durezza e rabbia. Tenni la testa alta e osservai il mio bicchiere mezzo pieno.

<< sei sordo? >> mi lamentai << ho detto che lei non verrà >> le sue guance si colorarono di una profonda sfumatura rossa << sono il suo padrone, decido io cosa voglio farle fare >> sibilai con occhi cupi. Per alcuni momenti, il silenzio occupò quella stanza invasa da persone in giacca e cravatta.

<<andiamo, Harry, è solo una puttanella >> rise mio padre girandosi intorno imbarazzato. ''Ovvio che non vale niente'' la parte dominante di me stesso, più scura, cercò di assecondare le parole dell'uomo di fronte a me. Ma stavolta, non sorrisi, non assecondai quella parte di me stesso, che tormentava la mia coscienza da anni. Stavolta strinsi le mie mano libera, in un pugno e serrai la mascella. '' Cosa vorresti mai dire? '' mi provocò il mio diavolo interiore.

<<smettila >> ringhiai. Stufo di discutere mi voltai, e vidi di nuovo quell'uomo dagli occhi grigi. Fissava un punto determinato dietro le mie spalle, probabilmente mio padre. La curiosità mi stava uccidendo, chi diavolo era quell'uomo e cosa voleva?

<<sei geloso, non vuoi che nessuno giochi con lei? >> mi stuzzicò.

<< sono stanco di ascoltare le tue stronzate >> sbraitai. Terence arrivò preoccupato.

Mr. WhiteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora