Mi avvicinai con passo da cerbiatto verso Harry, volevo sapere cosa stava succedendo, volevo sapere perché parlava di me al telefono, volevo sapere perché era cosi preoccupato e frustrato. Lo guardai circospetta, le sue iridi verdi erano due pozzi di rabbia, c'era molta tensione tra noi due in quel momento, riuscivo a percepirlo. Destai il mio sguardo dal suo gelido e duro, mi pentii per un attimo di chiedergli tutto quello che avevo pensato, il suo respiro irregolare servì soltanto ad urtare la mia pazienza. Con un po di coraggio decisi di riportare la mia attenzione su di lui che intanto si torturava con le mani il labbro inferiore, i suoi occhi fissavano un punto indeterminato, stava riflettendo.
Ormai c'ero troppo dentro, lui era troppo dentro per lasciar perdere ogni sua minima cosa, preoccupazione, rabbia, sorriso. Non riuscivo più a far finta di niente, non riuscivo più a rimanere in silenzio sentendo ronzare dentro di me i miei dubbi e domande senza risposte. Harry era diventato il mio unico problema importante, forse perché lui era l'unica persona in cui potessi concentrarmi, stranamente, andava bene così. Odiavo vedere le sue sopracciglia aggrottare, la sua mascella serrata, la sua espressione contorta dalla rabbia. Odiavo vederlo così se non potevo fare niente per aiutarlo. Un mese fa le mie uniche preoccupazioni erano quelle di studiare per gli esami, il discorso per il diploma, oppure che vestiti indossare per uscire. Basta!, urlai dentro di me, non volevo essere una di quelle schiave silenziose e usate come oggetti, volevo essere l'eccezione per quell'uomo.
<< Harry >> sospirai angosciata, pensando al mio reso contro mentale << posso sapere cosa sta succedendo? >> ormai non avevo più quella grande paura e non ero più intimidita da lui, avevo acquisito abbastanza coraggio per dar sfogo ai miei pensieri riguardanti lui. Il suo bel volto si girò di scatto verso di me, corrugò la fronte per poi sorridere leggermente divertito e allo stesso tempo sorpreso del mio atteggiamento diverso. Era talmente bastardo da passarmi accanto con un ghigno prepotente stampato sul viso per ignorare la mia domanda. Socchiusi la bocca per poi richiuderla dopo poco, era pur sempre Harry, non potevo aspettarmi molto, ma quello che non riusciva ancora a capire era che stavolta avrei giocato anch'io.
Lo seguii come un cagnolino sentendomi a mio agio, era una bella sensazione quella di non sentirsi più sottomessi << che c'è, non hai sentito la mia domanda?>> dissi sarcastica. Alzò il capo verso l'alto, sbuffando sonoramente.
<< cosa devo fare per farti tacere?>> cantilenò in modo arrogante. Mi sentii debole per un istante a causa del sorriso sfacciato che minacciava di spuntare dalla sua faccia. Misi le mani ai fianchi e sollevai il mento sentendomi sicura di me stessa, Harry si ricompose sul posto continuando a guardarmi stupito.
<< non c'è proprio niente che potresti fare, mi dispiace >> risposi avvicinandomi pericolosamente a lui << l'unica cosa che potresti fare però è rispondermi >> una piccola parte di me sperava che un giorno sarei riuscita a tenerlo in pugno, ma sapevo che questa era una fantasia, scelsi comunque di fingere di crederci. Ero sorprendentemente determinata ad ottenere quello che volevo e sopratutto desideravo che lui se ne rendesse conto.
<< era da un po che non vedevo il tuo caratterino, mi piaci quando sei sfacciata >> disse con naturalezza. Imbarazzata del suo commento decisi di posare lo sguardo verso il divano, non volevo dargliela vinta, non volevo arrossire << le mie faccende personali non ti riguardano..non hai da pulire o cose del genere?>> chiese scocciato. Ribollii dalla rabbia, sentendomi umiliata, dentro a quella stupida cella mi ero promessa di non cedere alle sua avances, mi ero promessa di non cascarci per non soffrire come una stupida, mi ero promessa di essere forte, ma come al solito il mio istinto aveva la meglio su di me. Un altro punto per Harry White!, esclamò beffarda la vocina interiore, morsicai nervosamente l'interno guancia per non esplodere. Ero paonazza, ma non per la vergogna.
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Mr. White
Romantik> gli chiesi arrabbiata, i suoi occhi verdi mi guardarono con malizia. > anche se l'odiavo con tutta me stessa il mio corpo non poteva di certo essere d'accordo con la mia mente, ad ogni sua parola accattivante rispondeva > dissi perplessa, picchiet...