Capitolo 38

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Capitolo 38:


È la seconda volta che dormo a casa di Sasha e per la seconda volta mi sveglio tranquillamente, senza lo stupido suono della sveglia o le urla di mia sorella.

Apro prima un occhio e noto come la situazione del risveglio non sia poi così diversa da come l'avevo lasciata la sera precedente.

Ho la testa sul cuscino vicino al suo. La prima cosa che vedo è il viso rilassato vicino al mio e dei leggeri sbuffi uscire dalle labbra socchiuse.

Mi prendo una manciata di secondi per guardarlo attentamente. I capelli neri sono tutti spettinati, i lineamenti del viso sono delicati e rilassati. È girato su un fianco, così come me. Ha una mano aperta posta sul mio bacino.

Mi sdraio con la pancia rivolta verso l'alto e guardo la felpa grigia che sto indossando. È incredibilmente larga e morbida. Si sente ancora il profumo da uomo di Sasha, nonostante ci abbia dormito io tutta la notte.

È un profumo così forte, ma al tempo stesso dolciastro. Mi piace.

I fasci di sole, che si infiltrano dalle finestre, finiscono sui nostri volti e dopo poco Sasha si sveglia di sua spontanea volontà.

Quando apre gli occhi gli sorrido e ci vuole un po' di tempo prima che acquisti di nuovo una certa lucidità.

«Buongiorno.» Mormora con voce roca e rauca. É ancora più stupenda la sua voce di prima mattina.

«Giorno.» Lo saluto di rimando e si stiracchia pur restando sdraiato.

«Che ore sono?» Domanda e si passa una mano sugli occhi.

Prendo il cellulare che avevo lasciato sul comodino. «Le nove e mezza.»

«Grazie.» Dice tra uno sbadiglio e l'altro.

«Se vuoi puoi tornare a dormire.» Gli propongo sorridente.

«No, tranquilla.» Mormora e si alza a sedere.

«Devo fare la doccia io.» Lo informo mentre si alza dal letto.

È ancora mezzo intontito, ma vederlo mezzo nudo di prima mattina in camera da letto è davvero un buon risveglio.

«Okay. Vai pure. Io intanto preparo la colazione.» Sorride e mi fa un occhiolino.

«Di già?» Domando con un broncio da bambina. «Non vuoi stare ancora un po' nel letto con me a riposarti?»

Ridacchia e annuisce.
«Certo che vorrei.» Mormora e si avvicina al letto, senza però sedersi. «Ma ho da lavorare.»

«Ma.. è domenica!» Esclamo come se fosse una valida giustificazione per non fare niente.

«Credimi, lo so.» Si allontana dal letto e si avvia verso la porta. «Ma se vuoi puoi stare con me domani.»

«Mh..» Faccio finta di pensarci su. «Ti farò sapere.»

Ridacchia e se ne va in cucina. Io prendo il cellulare dal comodino e sto ancor qualche minuto a letto.

Leggo i messaggi, rispondo alle foto che mi ha mandato Jackie e infine controllo Facebook, Instagram, Twitter e Snapchat.

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