Capitolo 12

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Capitolo 12:

La prima cosa che ho pensato quando ho aperto gli occhi pochi minuti fa è stata "Perché diavolo non mi è saltata in faccia Allie, stamani?".

In effetti, nonostante io oggi debba accompagnarla a scuola, non mi ha svegliata e ha lasciato che dormissi. Guardo l'ora sul cellulare e appuro che vicino a me non c'è nessuno, a cose normali Allie dovrebbe essere accanto a me e a russarmi nell'orecchio, ma sono sola soletta, non mi dispiaccia ovviamente.

Il cellulare segna le 7.47 di mattina e mi alzo controvoglia dal letto, penso che sia inutile svegliarsi così presto se tanto Allie deve essere a scuola per le otto e mezzo, ma discutere con quella bambina è impossibile.

Vado in corridoio e oltrepasso la porta del bagno, ma subito dopo aver sbadigliato, mi accorgo che la luce era accesa. Torno indietro, la spengo e in risposta ricevo un urlo.

«Amanda!» Mi urla Allie. Apro meglio gli occhi e vedo mia sorella minore in piedi sullo sgabello di fronte al lavabo del bagno, che si pettina i capelli e si guarda allo specchio.

«Scusa, non ti avevo vista.» Mormoro con voce assonnata. Sbadiglio un'altra volta e vado verso la cucina.

Appena entrata vedo sul tavolo le chiavi della macchina e un biglietto di Adam, probabilmente. Leggo velocemente il biglietto prima di accartocciare la carta in un pugno, sorridendo.

"Ti ho lasciato le chiavi dell'auto. Ti prego, stai attenta. A lavoro mi ha portato Dana. Ricordati di riprendere Allie quando esce di scuola. Fai la brava. Adam."

Inizio a fare colazione e la preparo anche per Allie, che dopo pochi minuti mi raggiunge già vestita e pettinata.
Oggi ha dei pantaloni neri con delle rose stampate sopra e una maglia a maniche corte bianca. Tiene in mano una felpa leggera tutta grigia con un cuore sulla schiena. Io alla sua età non mi vestivo da sola, ma a quanto pare le cose sono cambiate.

«Come siamo belle, oggi.» Mi complimenti con lei, passandole la tazza di latte davanti al naso.

«Grazie.» Risponde altezzosa, appoggia la felpa alla sedia e fa una piccola giravolta per permettermi di osservarla meglio.

«Hai gusto, non c'è che dire.» Prendo posto a tavola e inizio a inzuppare nel latte i biscotti.

«E cosa ne pensi della mia coda?» Sveltola in aria la lunga coda alta che si è fatta poco prima in bagno. «È stupenda, vero?»

Sorrido nel vederla accarezzare i capelli lisci che le arrivano sotto i gomiti anche quando sono legati.
«È bellissima.» Le rispondo sinceramente e lei annuisce, poi si siede di fianco a me sulla sua sedia.

«È stato difficile farla perché i capelli non volevano stare al proprio posto.» Spiega e cerca di prendere dei biscotti che sono troppo lontani da lei, mi affretto a passarglieli prima che rovesci la tazza di latte sulla tovaglia.

«Il risultato è ottimo però.» La assicuro io e mangia qualche biscotto. «Non c'è neanche un bozzolo di capelli sulla testa.» Le picchietto la mano sulla testa e lei chiude gli occhi a quel contatto.

«Andiamo a scuola in moto?» Domanda sbattendo gli occhi come un cerbiatto. «O a piedi? Se siamo a piedi siamo in ritardo. Dobbiamo partire subito.»

A volte mi chiedo se la mancanza di due figure importanti e autoritarie come i genitori l'abbiano portata a crescere troppo in fretta e a essere così matura nonostante le giovane età.
Prima che possa darmi una risposta, Allie mi sventola la mano di fronte alla faccia e mi richiama.

«Andiamo con la macchina di Adam.»

Mi guarda dubbiosa e spero che non abbia niente da ridire sull'autista, altrimenti dovrà farsela tutta a piedi e per giunta da sola.

You and me baby how about it?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora