Capitolo 91

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Capitolo 91:

Sono passati due giorni e Kail ancora non si sveglia. I dottori sostengono che sia tutto apposto, ma che il suo corpo non reagisce a determinate condizioni. Poi hanno iniziato a dire strani paroloni ed io ho smesso di ascoltare.

Sono stati per due giorni fissa in camera di Kail all'ospedale. Ormai sono abituata a dormire su quella poltrona super scomoda che ti distrugge il collo.

E stanotte proprio non ne volevano sapere i miei occhi di chiudersi e lasciarmi dormire. Ma come dargli torto.

Mi suona il cellulare e il mio primo pensiero è quello di spegnere la suoneria altrimenti disturberei Kail. Poi, a malincuore, mi ricordo che probabilmente lui non lo può neanche sentire.

Esco dalla camera e vado nel corridoio vuoto. Sono le undici di sera e non c'è proprio nessuno.

«Sì?» Rispondo velocemente e non guardo neanche chi è.

«Ehi, piccola. Sei sempre in ospedale?» Riconosco la voce di Sasha e sento in sottofondo il rumore del motore di un auto.

«Dove vuoi che sia.» Alzo gli occhi al cielo e mi appoggio al muro freddo. «Te piuttosto dove sei?»

«Sto arrivando. Ti porto a prendere qualcosa da mangiare.» Mi spiega e lo sento pigiare il clacson. «Ti vuoi muovere, testa di cazzo?» Lo sento dire e ridacchio.

«Chérie!» Lo riprendo io. «Non so se posso venire. Kail potrebbe svegliarsi da un momento all'altro e avere bisogno di me.»

Lo sento sbuffare e poi il rombo dell'auto si blocca. «Sono al parcheggio.» Mi informa. «Ormai sono qui. Vieni?»

Mi mordo il labbro inferiore e do un rapido sguardo alla finestra che da sulla camera di Kail. Sta dormendo beatamente e sembra non accorgersi di niente.

«Non lo so, Sasha.» Mormoro e fisso i miei occhi sul corpo inerme di Kail.

«Amore mio, sono giorni che non esci da lì se non per tornare a casa e fare una doccia e poi tornare di nuovo lì.» Mi fa notare con tono stranamente calmo. «Se ora ti prendi mezz'ora per mangiare un bel piatto di pasta fatto bene non è un male.»

Alzo gli occhi al cielo. In effetti, è da due giorni che mangio solo merendine del distributore dell'ospedale. Inizio ad aver bisogno di qualcosa di più sostanzioso.

«Va bene.» Cedo alla fine. «Ma solo mezz'ora.»

«Ti aspetto qui fuori.» Mi dice e chiude la telefonata.

Rientro in camera di Kail e prendo la mia borsa, che avevo lasciato per terra vicino alla poltrona. Mi avvicino a lui e gli schiocco un bacio sulla guancia.

«Vado a mangiare qualcosa.» Sussurro, sperando che mi possa sentire. «Appena ho fatto, torno qui.» Gli accarezzo i capelli e poi prendo la mia giacca e, a passo veloce, raggiungo l'uscita dell'ospedale.

Il vento freddo della sera mi colpisce in pieno e mormoro un «vaffanculo» tra me e me.

Per fortuna individuo subito Sasha, visto che ha fermato la sua auto nel bel mezzo della strada proprio di fronte all'entrata dell'ospedale.

Mi affretto a raggiungerlo e appena dentro lo rimprovero. «Non ti puoi fermare in mezzo alla strada in questo modo.»

«Ciao anche a te, piccola. Sto bene, grazie per avermelo chiesto.» Fa con tono sarcastico e mette in moto l'auto per sfrecciare via.

«Come stai?» Domando posando tra i miei piedi la mia borsa.

«Bene.» Fa con una strana voce.

You and me baby how about it?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora