Capitolo 45

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Ho avuto dei problemi con i commenti di Wattpad, perciò chiedo scusa se non risponderò/commenterò subito, ma vanno a scoppio ritardato ahaha. Detto questo, buona lettura!♡

Capitolo 45:


Il giorno dopo mi sono svegliata alle dieci e mezza e la febbre era ancora alta.

Jackie era già qui quando mi sono svegliata.

«Buongiorno dormigliona. Come stai oggi?» Mi ha chiesto con un sorriso a trentadue denti e la sua pelle sembrava davvero più pallida del solito.

«Mh.» Ho mugolato e mi sono rigirata dall'altra parte del letto, trovando però accanto a me Allie, vestita e perfettamente sveglia.

«Giorno tata.»

E così è cominciato il secondo giorno di malattia, in cui sono stata trattata come un'inferma a tutti gli effetti, nonostante, già nel pomeriggio, mi sentissi meglio.

Ed eccomi ora, sdraiata sul divano, con un paio di coperte sopra di me, a bere l'ennesimo tè della giornata, mentre Allie e Jackie fanno le parole crociate, sedute per terra accanto a me.

«Due orizzontale.» Mormora Jackie con la faccia corrucciata, intenta a pensare.

«Tre obliquo.» Dice seria Allie. Io e Jackie scoppiamo a ridere perché Allie non ha la più pallida idea di come si giochi e dice cose a caso. «Che c'è?»

«Niente, piccola. Niente.» Le sorride Jackie, facendola sentire ancora più piccola di quello che è.

«Vado in bagno.» Annuncio alle due ragazze e mi avvio verso il corridoio.

Togliersi i pantaloni del pigiama, belli caldi e confortanti, mi fa rabbrividire. Dopo aver fatto, mi lavo le mani, me le asciugo e torno in salotto.

Non vedo Allie seduta per terra, ma Jackie è ancora nella stanza. È seduta sul divano con il cellulare tra le mani.

«Dov'è Allie?» Chiedo sottovoce e mi fa male la gola.

«In camera. Le ho detto di lasciarci sole un paio di minuti.» Mi spiega con aria seria. Esprimo i miei dubbi con una smorfia. Non riesco a parlare. «Dobbiamo chiarire una cosa.»

Alzo le spalle e faccio una smorfia. Di cosa sta parlando?

Mi avvicino a lei, mi siedo sul divano e le nostre ginocchia si sfiorano. Solo ora, che sono più vicina a lei, posso riconoscere il mio cellulare tra le sue mani.

Glielo indico. È così difficile comunicare senza parlare, ma solo a gesti.

Quando ero più piccola, io e Josh facevamo delle gare a chi resisteva di più senza parlare. Vincevo sempre io.

«È tuo, sì.» Conferma e sembra essere arrabbiata. «Perché non mi hai detto che esci con Mitchell?»

Rimango sbigottita. Sono sicura di essere rimasta senza più colori in volto, tanto sono stupita.

«Jackie, io..» Inizio sottovoce, ma lei alza una mano per fermarmi.

«Non puoi parlare, perciò ascoltami. Non sforzare la voce.» È bello che nonostante sia incazzata con me si preoccupi per me. «Amanda, so perché non me lo hai detto.»

You and me baby how about it?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora