Capitolo 15

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Capitolo 15:


«Questo è mio figlio, James. E lei è Amanda, un'amica di famiglia.» Ci presenta Charlie all'ennesima persona sconosciuta incontrata al ballo.

«Se continuo a sorridere così come un deficiente, mi verrà una paralisi facciale.»

Gli tiro una piccola gomitata all'altezza della pancia, per farlo zittire, nonostante suo padre e l'uomo di prima ora siano più lontani e non possano sentirci.

«Ricordati ciò che ti ha detto tuo padre. Se ti comporti bene avrai una ricompensa.»

«Non sono un bambino, Amanda. Non lo voglio un regalo.»

«E chi ha parlato di regali?» Mi sposto davanti a lui per vederlo in volto, abbandonando la mia postazione fissa al suo fianco. «Tuo padre ti darà soldi. E si sa che con i soldi puoi comprarci tutto.»

A quelle parole la sua espressione cambia e spero di essere riuscita a convincerlo a non dire o fare niente che suo padre possa non accettare.

«Posso almeno bere altro champagne?» Chiede indicando con il capo il grande buffet alle mie spalle.

«È già il terzo.» Gli faccio notare. «Sai vero che non puoi buttarti sull'alcool per superare questa serata?»

«Non mi ubriacherò per un quarto bicchiere e purtroppo lo so bene, fidati, Amanda.»

Nel vederlo sbuffare ancora una volta e spostare il suo sguardo sopra la mia testa e alle mie spalle, capisco che se non faccio subito qualcosa non reggerà un minuto di più a questo ballo.

«Vada per il quarto e ultimo bicchiere.» Acconsento e sul suo bel viso compare un altrettanto bel sorriso.

«Sapevo di poter contare su di te, Am.» Mi prende per mano e si fa strada tra i tavoli e le persone in piedi intenti a conversare.

Quel gesto mi sorprende molto e il mio stupore aumenta quando sento le sue dita farsi spazio tra le mie.

Anche quel nomignolo stupido e assolutamente brutto in qualche modo questa sera ha un effetto diverso.

La sua mano si stacca dalla mia solo quando arriviamo al buffet.

«Due bicchieri di champagne, grazie.» Ordina al cameriere dietro al bancone e me ne porge uno di bicchiere.

«Oh, grazie.» Prendo un sorso di quello champagne e sento le bollicine fresche scendermi e pizzicarmi la gola.

«Che ore sono?» Chiedo a James avvicinandomi al suo orecchio quando i musicisti alle mie spalle alzarono la musica.

«Solo le 10:30.»

Mi lascio sfuggire uno sbuffo e quando me ne rendo conto porto una mano alla bocca, ma James lo ha già notato e mi sorride teneramente.

Come già mi ero immaginata, non ha accennato niente per quanto riguarda i baci e sinceramente non vorrei essere io la prima a tirare fuori l'argomento.

In lunghi e veloci sorsi finiamo entrambi i nostri bicchieri.

«Un altro?» Chiede James, forse pensava che non mi ricordassi delle raccomandazioni di suo padre e che mi avrebbe presa in un momento in cui avevo abbassato la guardia.

«No, ora io e te andiamo in pista.» Prendo la sua mano e lo trascino nel mezzo della sala, sentendolo brontolare anche al di sopra della musica.

«Oh, andiamo, che ti costa?» Cerco di convincerlo, non tanto per il ballare in se, ma più che altro perché voglio tenerlo vicino a me per un po' e voglio poter chiacchierare con lui senza aver paura che qualcuno possa sentirci.

You and me baby how about it?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora