Capitolo 67

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Capitolo 67:


Sasha's pov

Mi sveglio aprendo un occhio. Non riconosco il soffitto della stanza, ma sento qualcosa premere sulla mia spalla e sul mio petto.

Abbasso lo sguardo e trovo la testa capelluta di Amanda, con la bocca leggermente socchiusa, le ciglia lunghe che sfiorano gli zigomi e la pelle morbida e un po' arrossata delle guance.

Sorrido soltanto a vederla. Un suo braccio circonda la mia vita e la sua piccola mano si chiude in un pugno tenendo stretto al suo interno la mia maglia, che mi aveva rubato e che è uscita fuori al momento giusto.

Scrollo il braccio che avevo passato ieri sera sulle sue spalle e che mi si è intorpidito e sto attento a non svegliarla.

Guardo l'ora sull'orologio sul comodino di sua sorella che segna le sei e mezza del mattino. Perché mi sono svegliato così presto?

Prendo del tempo per acquistare un po' di lucidità e mi stropiccio gli occhi con la mano libera. Mi muovo un pochino e subito Amanda mugola qualcosa. Ha ancora gli occhi chiusi, ma il suo bel sonno è stato disturbato.

La osservo attentamente ora che sta in silenzio senza fare una delle sue solite facce strane. Fa sempre delle espressioni con il viso ed è fottutamente bello perché a seconda di come le sue sopracciglia si muovono, a seconda di come le labbra si arricciano, io capisco cosa sta provando.

Guardo i capelli biondi spettinati e legati in una coda malconcia e le mie dita si muovono da sole ad accarezzarli. Non so come sia possibile, ma ho un ossessione per i suoi capelli. Ma anche per i suoi occhi, la sua bocca, il suo viso. Ho un ossessione per lei.

Dopo pochi secondi si sveglia. Mi dispiace di averla svegliata io. Strizza gli occhi e poi si passa una mano sul volto. Quando mette a fuoco si ricorda di me e mi aspetto che si tiri su a sedere di scatto. Invece, abbassa il volto sul mio petto e ridacchia sulla mia t-shirt.

Automaticamente, sorrido anche io.
«Buongiorno.» Mormoro con la voce rauca e impastata dal sonno.

«Dio, la tua voce di prima mattina.» La sento borbottare. «È il sesso.» Ridacchia con la fronte ancora sulla mia spalla e la voce viene attutita dal mio corpo.

Ridacchio divertito. «Come scusa?»

«Niente, niente.» Scrolla le spalle e si tira sù su un gomito. «Buongiorno.»

Il suo viso è arrossato da un lato ed è così carina, tutta addormentata e con la bellezza pura di un bambino.

Sei bellissima, vorrei dirle.

Ti amo, vorrei sussurrarle tra un bacio e l'altro.

Facciamo l'amore, vorrei chiederle accarezzandole i capelli che tanto amo. Ora, subito, adesso.

«Che ore sono?» Domanda lei riscuotendomi dai miei pensieri. Si passa una mano sulla fronte.

«Le sei e mezza.» Le rispondo. Lei alza gli occhi al cielo e si sdraia di nuovo sul mio petto. La sua testa si posiziona nell'incavo del mio collo.

«Non ho voglia di iniziare una nuova giornata.» Dice e la sua voce mi solletica la pelle del collo. «Vorrei restare a letto qui con te.»

Sorrido. È esattamente la stessa cosa che farei io.

«Allora restiamo qui.» Le propongo speranzoso, nonostante sappia che non si può. «Restiamo io e te da soli. Non andartene.»

You and me baby how about it?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora