Capitolo 16

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Capitolo 16:

«E tu che ci fai qui?»

«Potrei farti la stessa domanda.» Ribatte assottigliando gli occhi azzurri prima di farli splendere come due stelle nel cielo. Sasha.

Sbuffo e solo allora mi rendo conto che si sta muovendo, con ancora le sue mani sui miei fianchi, facendo fare piccole mosse anche a me.

«Non è da questo tipo di serate prendere e portare a ballare una ragazza senza chiederle il permesso.» Mormoro piano, senza neanche aspettarmi che sentisse, ma a quanto pare ha sentito eccome visto che sorride come sempre.

«Bambolina, dovresti aver capito che io non chiedo mai il permesso.» Dice al mio orecchio per permettermi di sentire meglio, vista la musica alta dal vivo. «Neanche a te.»

A quel punto ridacchio leggermente, avvicinando a mia volta la mia bocca al suo orecchio, con l'intenzione non solo di fargli sentire ciò che voglio dirgli, ma anche di provocarlo.

«Dovresti aver capito che con questa scusa non abbocco.» Prendo tra i denti il suo lobo del suo orecchio, lasciandolo subito dopo ricordandomi di non poter fare o dire niente di troppo esagerato dato l'ambiente in cui ci troviamo.

«Ah no?» Domanda retorico con il solito sorrisetto che mi mostra ogni volta che io e lui ci troviamo a scherzare e giocare tra di noi, di solito in pub o locali.

«No.» Poso le mani dietro la sua testa, per poter iniziare a ballare un pochino, nonostante io faccia schifo.

Avvicino il suo viso al mio e faccio sfiorare i nostri nasi, stando ben attenta a non sporgermi troppo in avanti e a cercare di prevedere ogni sua possibile mossa. Chiudo gli occhi e li riapro un paio di volte trovando le sue iridi azzurre fisse su di me, per tutto il tempo, anche perché mi sono messa nella sua visuale, da quando siamo vicini non può vedere altro che me.

«Mi dici perché sei qui?» Sussurro e il mio respiro va a finire sulla sua bocca, che si arriccia a quel contatto, provocando un sorriso da parte mia.

«Posso entrare ovunque, tesoro.» Dice in modo giocoso quel "tesoro", ma il mio cuore batte un po' più forte a quella parola. «Ho da controllare delle cose per.. per lavoro.»

Allora è qui per lo stesso motivo di Charlie. Mi stupisco però di averci messo così poco a convincerlo a parlare, mi sarei divertita di più se avesse resistito e avessi dovuto tentare di sedurlo ancora un po'.

«Sapevi che ero qui? Prima che ci incontrassimo, intendo.» Domando a quel punto guardando le sue labbra, così invitanti quella sera.

«No. Sennò avremmo già ballato da un bel po'.» Spiega. «Ora te la faccio io una domanda. Da chi ti stavi nascondendo?»

Allora se ne era accorto?

Il mio cuore rischia di uscire fuori dal petto dall'ansia.
«Nessuno.» Cerco di risultare il più tranquilla e decisa possibile, ma le mie mani dietro le sue spalle stanno sudando. «Non stavo scappando da nessuno.» Avvicino di nuovo il mio viso al suo, sperando che questo basti a farlo cedere esattamente come prima.

Questa volta però è più curioso e non si lascia ingannare dai miei occhi fissi sulle sue labbra o sulla mia bocca che ho dischiuso per renderla più tentatrice di quello che è in realtà.

You and me baby how about it?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora