Capitolo 20

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Capitolo 20:


«Ti riporto io.»

«Non ce n'è bisogno. Un paio di minuti ed è qui fuori.» Non voglio essere un peso per lui.

«Perché farlo venire fino a qui quando posso riportarti io? Dai, andiamo.» Si alza dalla sedia e si mette il giacchetto, lasciandomi sorpresa da questo suo gesto.

«Passa in questi giorni, Amanda.» Mi dice Kail prima che mi alzi dalla mia sedia.

«Lo farò.» E colgo lo sguardo fiducioso e al tempo stesso malizioso di Phoebe.

Salutiamo tutti e con un urlo mi faccio sentire anche da Jackie che è impegnata al bancone, mi rivolge un cenno con la mano e mi manda un bacio volante. Quando vede accanto a me James di spalle, mi strizza l'occhio e alza il pollice verso l'alto. Oh mio Dio, qualcuno la fermi.

«Non c'era alcun bisogno.» Ripeto mentre l'aria fredda della notte mi obbliga a chiudere meglio il giacchetto e a tirare su la zip.

«Continuiamo?» Brontola lui e in fretta saliamo sulla sua auto.

Appena siamo entrati nel veicolo, mi lascio andare sul sedile e chiudo gli occhi per la stanchezza.

«Tutto bene?» Mi domanda lui e quando riapro gli occhi vedo i suoi marroni preoccupati.

«Sì, sono solo stanca.» Alzo una spalla e lui mette in moto, dopo qualche secondo partiamo verso casa mia.

Non parliamo per tutta la durata del viaggio e mi chiedo per quale motivo abbia insistito così tanto per accompagnarmi quando non prova neanche ad aprire una conversazione.

Quando siamo quasi arrivati a casa mia, trovo il coraggio per rompere questo silenzio imbarazzante e pesante da gestire, almeno per me.

«Non ci vedevamo da una settimana.» Inizio incerta, ma mi schiarisco la voce e continuo. «Come stai?»

«Bene.» Risponde ovvio. «E tu?»

«Anche.»

«Ed Allie?» Chiede ancora.

«Bene. In questi giorni era contenta perché ha iniziato a leggere.» Un sorriso si forma sul viso di entrambi.

«Scommetto che anche noi alla sua età eravamo gasati perché imparavamo a leggere come i grandi.» Scherza lui e si ferma a un semaforo rosso.

«Non riesco a immaginarti come un bambino piccolo con un sacco di voglia di studiare e di imparare cose nuove.»

«Infatti non lo ero.» Ribatte subito e mi fa ridere. «Ma saper leggere è una cosa da grandi e a me piaceva essere grande.»

«Questo non mi sorprende.» Dico sinceramente e sorridente. «Io da piccola mi inventavo la storia. Giravo le pagine e raccontavo cose che mi venivano in mente, così a caso.» Ammetto divertita e anche lui lo è.

«Mi immagino te da piccola seduta sul divano a leggere la favola di Pinocchio con davanti il libro della Divina Commedia.»

«Era probabile!» Esclamo divertita e riparte appena il semaforo torna verde. «Avevo molta fantasia e quindi mi inventavo le storie.»

You and me baby how about it?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora