Capitolo 40

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Capitolo 40:

Amanda's pov

«Adam, stasera esco.» Lo avverto ad alta voce, mentre mi metto una felpa nera. Una volta infilata, mi guardo allo specchio che è in camera mia e noto che non è una delle mie.

Sorrido quando riconosco la felpa nera di Sasha. Prendo una parte del suo colletto e lo avvicino al mio naso per sentire il suo profumo, ancora impresso nel tessuto della maglia.

Sorrido come una stupida. Non lo vedo da ieri sera, precisamente da quando sono tornata a casa dal bar. Ci siamo sentiti stamani per telefono, ma non ci siamo potuti vedere perché aveva da fare qualcosa per lavoro.

Vado in cucina, per avvertire Adam della mia uscita di stasera.

Kail e Marcus sono andati dagli Hunter oggi pomeriggio e, come previsto, dovevamo incontrarci per decidere cosa fare.

«Okay, Am.» Dice mio fratello ad alta voce, non pensando che io sia nella sua stessa stanza, dato che è girato di spalle.

«Cerco di tornare il prima possibile.» Lo tranquillizzo e, mentre sistemo la borsa sulla spalla, mi sporgo per lasciare un bacio sulla guancia di Adam.

Urlo un "ciao Allie" ed esco di casa. Stasera non piove, ma c'è freddo. Mancano circa due giorni a Natale.

Mentre guido fino al bar di Bob, ascolto la radio. Trasmettono solo canzoni natalizie. È davvero stancante.

Cambio stazione radiofonica più volte, ma il ritmo rimane lo stesso. La spengo dopo qualche secondo e mi lascio andare a uno sbuffo.

Un tempo, quando ero piccola, adoravo il Natale. Era sinonimo di giochi, divertimento e allegria. Ora il Natale ha perso il suo spirito.

Parcheggio l'auto e mi stringo nel mio cappotto. Non avevo voglia di uscire di casa stasera. Si sta così bene a casa sotto le coperte, con una tazza di tè in mano e Netflix.

Esco dalla macchina, la chiudo e vado dritta verso il locale. Ignoro alcuni ragazzi per terra fuori dal locale ed entro.

Stasera c'è molta più gente delle altre sere, nonostante sia lunedì.

Mi sbottono i primi bottoni del cappotto e mi avvicino al bancone, per salutare Jackie.

«Ehi, rossa!» La richiamo per farla voltare verso di me. Sta preparando un cocktail per un cliente.

«Miller!» Mi saluta usando il mio cognome. Odia quando la chiamo rossa e allora lei si vendica in questo modo. «Sei stata qui anche ieri sera. Devo farci l'abitudine?»

«No, non credo proprio.» Scuoto la testa sorridendo lievemente. «Sono qui per i ragazzi. Sono già al loro tavolo?»

«Sì. Ci sono già anche Sasha e gli altri. Stanno aspettando te.» Mi informa con uno strano sguardo.

«Che c'è?» Le chiedo, non riuscendo a interpretare i suoi occhi.

«Tu devi raccontarmi un bel po' di cose.» Mi punta un dito contro. Sorridiamo entrambe e, prima che possa dire o fare qualcosa, vado al mio tavolo.

You and me baby how about it?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora