Capitolo 63

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Capitolo 63:

Paul mi accompagna a piedi fino a casa, dove avevamo lasciato le auto, e se ne va con un ultimo cenno del capo e un "stai tranquilla, tutto si sistemerà".

Salgo le scale lentamente e faccio un bel respiro prima di rientrare in casa. Sono esausta, sono proprio stanca.

Chiudo a chiave la porta dietro di me e mi tolgo la giacca e le scarpe. Vado in salotto dove trovo Adam seduto sul divano a guardare un film.

«Ehi. Oggi Allie è a pranzo da Molly, perciò la passiamo a prendere dopo verso le sei.» Mi informa Adam. «Avevo detto alla mamma si Molly che non era necessario e che potevamo andare a noi a prenderla a pranzo, ma si è offerta a tutti i costi.»

«Adam, come si fa a capire se sei innamorato o meno?» Chiedo diretta, mentre prendo un sorso dalla sua tazza di tè che ha lasciato sul tavolino in sala.

Adam sorride a quella domanda. «Perché?»

«Curiosità.» Scrollo le spalle, ma il sorriso beffardo che mi mostra mi sembra arrogante e cattivo in questo momento. «Anzi, sai che ti dico? Che se mi devi guardare così, me ne frego. Tanto ho cose più importante a cui pensare.»

Detto questo, poso la tazza sul tavolino e mi alzo di scatto dal divano come se fossi diventata tutto a un tratto una molla.

«Amanda, scusa.» Sento dire da Adam, ma sono già chiusa in camera mia.

Che arrogante. Mi ha guardata come se avesse già intuito tutto. Ma se non so un cazzo neppure io?

Prendo le cuffie e le infilo nel mio cellulare. Faccio partire la playlist e mi butto sul letto. Guardo il soffitto e mentre le dolci melodie di Beethoven si fanno strada nella mia mente, io penso a tutto quello che sta succedendo ora nella mia vita.

Sì, ascolto musica classica. Mi rilassa moltissimo e la ascolto sempre quando devo prendere decisioni importanti.

Mi incanto osservando il soffitto bianco e pulito di camera mia e mi rilasso sopra le coperte morbide e calde. Faccio muovere le dita dei piedi e sorrido quando sento la caviglia scricchiolare. L'ho sempre odiato, quel rumore. Tuttavia la sensazione dopo mi piace.

Mi concentro ora sulle note della Moonlight di Beethoven. E quella dovrebbe essere una serenata d'amore per la ragazza di cui era innamorato? A me sembra più che altro inquietante e spaventosa.

Chiudo gli occhi e lascio che la mia mente vaghi dappertutto. Come aveva fatto Beethoven ad accorgersi di essersi innamorato di una sua allieva?

Mi ricordo di aver letto su un libro che Beethoven aveva finito di comporre questa sonata nel 1801 e che l'aveva segretamente dedicata a una sua studentessa, di cui ora mi sfugge il nome. Mi ricordo che però lei aveva diciannove anni.

Lui ne aveva trentuno all'epoca. Dodici anni di differenza sono tanti. Ma l'amore può scavalcare l'età?

E come aveva fatto Beethoven ad accorgersi di essersi innamorato di lei? L'aveva guardata suonare il piano ed era rimasto estasiato dalla sua bellezza? Oppure gli piaceva ascoltarla?

Ma lui non era sordo?

Beh, forse si può ascoltare anche con qualcosa che non siano le orecchie. Sicuramente lui la osservava spesso.

Allora, come ha fatto a innamorarsi di una ragazzina di diciannove anni? Lui, grande maestro di musica classica?

A patto che lui ne fosse davvero innamorato. Forse tra i due c'era solo attrazione e nel corso degli anni la loro storia è stata travisata. Magari hanno deciso di esagerare, ingigantire la vicenda. Così tipico del business.

You and me baby how about it?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora