Capitolo 60

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Capitolo 60:

«Vita e amore a noi due Lesbia
e ogni acida censura di vecchi
come un soldo bucato gettiamo via.
Il sole che muore rinascerà
ma questa luce nostra fuggitiva
una volta abbattuta, dormiremo
Dammi baci cento baci mille baci
e ancora baci cento baci e mille baci!
Le miriadi dei nostri baci
tante saranno che dovremo poi
per non cadere nelle malie
di un invidioso che sappia troppo,
perderne il conto scordare tutto.»

Leggo la poesia di Caio Valerio Catullo e una volta finita resto a fissare le parole stampate sul foglio che mi ha dato Sarah quasi dieci minuti fa.

«Ohw, avete sentito? È la roba più oscena che io abbia mai sentito!» Strepita Sarah togliendomi dalle mani il foglio e buttandosi sul divano con un tonfo.

È lunedì sera ed ero venuta da Sasha per cena. Non immaginavo di trovare anche Sarah, sua sorella. Si è scusato per questo imprevisto, ma a quanto pare Sarah ha un compito a breve sulla poesia e quando ha saputo che io e suo fratello ci saremmo visti si è imbucata per chiedermi una mano.

«Non so come tu faccia ad ascoltare questa roba. È palese che lui ne fosse attratto fisicamente. A mio parere questo Catullo voleva solo portarsela a letto, questa Lesbia.» Continua Sarah e si tappa la faccia con le mani. Le unghie colorate di un blu elettronico. «Che poi come si fa a chiamare una ragazza Lesbia? Ho capito che siamo nel medioevo, ma un nome più decente?»

«Innanzitutto; Lesbia è uno pseudonimo. Il vero nome della donna è Clodia, probabilmente. E non siamo nel medioevo, ma nel primo secolo Avanti Cristo.» Chiarisco fissando i miei occhi sulla sua figura. «E poi, lui ne era innamorato!»

«Bella merda!» Esclama e scatta subito a sedere. «Senti, lascia perdere. Non capirò mai come delle stupide cazzo di parole possano essere considerate poesia!»

La guardo mentre si alza velocemente e poco delicatamente dal divano, raccogliendo i vari fogli e libri sparsi sul tappeto.

Guardo Sasha, seduto sulla poltrona, che non ha la più pallida idea di come comportarsi con una adolescente in crisi come lei.

«Quando ce l'hai questo compito?» Le chiedo prima che possa fare un altro passo.

«Settimana prossima.» Sbuffa fermandosi con lo zaino su una spalla e i capelli neri tutti incasinati.

«Abbiamo ancora un po' di tempo.» La riassicuro e sul suo volto nasce un enorme sorriso.

«Ohw, grazie Amanda! Se riesci ad aiutarmi non so davvero come potrei ripagarti! Mamma mi uccide se le porto un'altra insufficienza a casa. Che poi mi chiedo; non dovrebbe esserci abituata con Sasha?»

Riceve in faccia un cuscino da suo fratello.
«Io ero bravo a scuola.»

«Sì, come no.» Mi lascio sfuggire.

«Non perdetevi in chiacchiere!» Esclama Sasha alzandosi dalla sua postazione. «La vita di Catullo e la sua tormentata storia d'amore non si studieranno da sole!»

E con questa sua ultima perla, esce dalla stanza, lasciando me e sua sorella a studiare in un umido lunedì sera di metà marzo.

***

Dopo due settimane di dure ricerche e aver scoperto vari scheletri nell'armadio che nessuno vorrebbe mai sapere, ero giunta alla conclusione che Valerie Hollen era la donna più sfrontata al mondo.

Avevo indicato molto su di lei sotto ordine del signor Edwards, ma quando mi sono ritrovata ora di fronte a Charlie nel suo ufficio le parole mi sono morte in gola.

You and me baby how about it?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora