Capitolo 57

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Capitolo 57:


Il primo giorno di lavoro nella Edward's Company non è andato affatto male.

Mi immaginavo confusione, problemi, ragazze mezze svestite e uomini perversi. Mi sono ritrovata in un mondo completamente diverso. Migliore.

Una ragazza gentilissima di nome Jenni mi ha mostrato il mio ufficio e ha detto che Charlie si è raccomandato molto con quelli del mio reparto. L'ho appena ringraziato per questo.

Ora sono a pranzo con Sasha a un ristorante carino che ha aperto da poco in città. Nonostante io non abbia ancora parlato con i ragazzi della mia relazione con Sasha, abbiamo iniziato a fregarcene se gli altri ci vedono a giro insieme.

«Carino questo posto.» Dico guardandomi intorno e aspettando il nostro cibo.

«Sì, lo è. Ora raccontami del tuo ufficio e del tuo lavoro.» Mi esorta Sasha, sembra più euforico che di me.

Da quando gliene ho parlato lunedì pomeriggio, dopo essere tornata da casa Edwards con mille pensieri per la testa, ne è rimasto entusiasta, sicuramente anche più di me.

Mi ha fatto molto piacere questa sua reazione. Vuol dire che ci tiene a me.

«È bello e grande. Ho una scrivania grande e una bella vetrata alla mie spalle. Poi ci sono due poltrone, un tavolino, una piccola libreria per i documenti e il mobile per gli alcolici.» Gli descrivo in breve il mio modesto ufficio.

«Cazzo. Mi immagino quanto tu sia fiera di questo.» Sorride e mi accarezza una mano.

Non ho ancora parlato con lui della mia conversazione con Charlie, ne di quella con Frank. Sono passati solo due giorni e ho bisogno di riflettere sulle parole di entrambi.

In questi giorni però sono stata più attenta ai miei spostamenti e ho sempre controllato se fossi seguita da qualcuno. Era solo la mia testa a dare di matto.

Sasha ha iniziato un discorso sul suo futuro, su quanto questo fosse incerto. Lo ascolto attentamente, mi piace vederlo gesticolare e fare strane smorfie quando vuole rendere più chiara la cosa.

Annuisco a qualche sua domanda retorica che fa, perché lui è fatto così. Mette sempre in qualche discorso un "giusto?", "dico bene?", "sei d'accordo?".

«Hai più parlato con tuo fratello dell'Università?» Mi chiede Sasha, cambiando argomento.

Forse ha scambiato il mio sguardo assorto con un'espressione annoiata.

«No. Sono tornata solo da quattro giorni dalla Francia e ho ancora mille pensieri per la testa.» Muovo un po' la testa in aria per far capire che mi gira. «Vorrei parlarne prima con Dana, la sua ragazza.»

«Perché ne vuoi parlare con lei?»

«Lei sa meglio di me quello che vuol fare mio fratello. Io ed Adam non parliamo spesso, ma sono sicura che con Dana parlino di futuro e sogni.» Gli spiego e metto una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

Annuisce dopo aver lasciato un sospiro. «Stai attenta a quel che fai, però.»

«Perché?» Domando prendendo un pezzo di focaccia dal cestino che ci hanno portato insieme all'acqua.

«Tuo fratello potrebbe vedere questa tua conversazione con Dana come un modo per decidere al posto suo. Ai ragazzi piace essere indipendenti e senza controlli. Se tu facessi le domande sbagliate, potresti farlo arrabbiare.» Mi spiega addentando un grissino.

«Da quando sei così saggio?» Scherzo, sorridendo.

Lui chiude gli occhi e fa un sorriso divertito. Le sue solite fossette ai lati della bocca. Involontariamente, anche io sorrido.

You and me baby how about it?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora