Capitolo 66

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Capitolo 66:


Sono passati due giorni dalla sera in discoteca con Sasha e da più di una settimana non parlo con Kail e Phoebe.

La trovo una cosa stupida e infantile.

Decido di guidare fino alla casa nel bosco e ci trovo parcheggiate due auto, che non riconosco. Sono nere e grandi.

Mi avvio velocemente verso la porta e suono al campanello. Mi viene ad aprire Nash.

«Ehi, Amanda.» Mi sorride e si sposta per farmi entrare in casa. «Sei arrivata nel momento giusto. Ci sono qui i fratelli Gaultier e voglio essere pagati subito per quello che devono ancora fare.» Mi spiega e mi segue fino in salotto, dove ci sono tutti che stanno discutendo.

«Che sta succedendo qui?» Chiedo ad alta voce per sovrastare le voci e le urla dei ragazzi.

Phoebe e Jessi non ci sono, probabilmente sono al piano superiore, mentre Paul sta imprecando ad alta voce contro Gabriel. Manuel urla contro Kail, il quale urla contro tutti.

«Ohw, Amanda.» Mi saluta felice di vedermi Paul, mentre Kail si limita a fissarmi. «Così parli tu con questi due deficienti.»

«Sì, infatti. Visto che voi non capite un emerito cazzo.» Gli urla contro Gabriel.

«Ehi, ehi, ehi.» Mi avvicino subito e alzo una mano come per zittirlo. «Nash prepareresti del tè per tutti?»

Mia Mamma diceva sempre che il tè è perfetto per tutte le occasioni.

Lo vedo sbuffare, ma va in cucina a fare come gli ho chiesto. Sorrido il più garbatamente possibile ai nostri due ospiti e gli faccio cenno di sedersi.

«Eravamo venuti qui per una cosa veloce.» Mette in chiaro Manuel sedendosi sulla poltrona bianca. «E invece ci avete complicato la vita e basta.»

«Chi vi ha chiamati qui? Cosa dovete fare?» Domando prendendo posto al divano.

«Ci ha chiamati Charlie in persona. Dobbiamo fare un lavoro per lui. È una cosa privata.» Sussurra Gabriel guardandomi. Penso che stiano cercando di evitare gli sguardi di Paul e Kail.

«Charlie non ci ha avvertiti, perciò non vi daremo niente. Ne soldi, ne armi, ne droga. Niente di niente.» Ribatte acidamente Kail.

«Siamo qui solo per duemila dollari.» Risponde Manuel alzando la testa in maniera strana e inquietante. «Sono gli ordini di Charlie.»

«Come ben sapete Charlie non è qui e non abbiamo il permesso di dare soldi o armi a qualcuno, sopratutto voi, senza prima sapere cosa ne pensa Charlie.» Sorrido cercando di alleggerire la pillola amara. Nel frattempo, entra Nash portando su un vassoio una teiera e tante tazze di ceramica decorate da fiori.

«Grazie.» Gli sorrido e verso il tè in tutte le tazze. Infine, quando tutti si sono serviti, prendo l'ultima rimasta e la sorseggio lentamente. «Dunque, prima ci fate fare una chiamata, dopodiché vi daremo ciò per cui siete qui.»

«Va bene.» Concede Gabriel.

Mi alzo e porto Kail con me in cucina. Chiudo la porta, in modo da avere un po' di privacy, e, quando mi giro per prendere il telefono di casa, vedo Kail che guarda imbarazzato il pavimento.

Afferro il telefono e compongo numero di cellulare di Charlie. Nel mentre, provo ad aprire una conversazione con il ragazzo di fronte a me. «Come stai, Kail?»

«Bene, grazie.» Borbotta acido e si passa una mano tra i capelli. «Tu?»

«Sono stata meglio.» Ammetto sinceramente. Non ha senso mentire con lui. Non più.

You and me baby how about it?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora