Capitolo 83:Amanda's pov
Le gambe mi tremano, sento il cuore battere all'impazzata dentro la gabbia toracica e le mani mi sudano.
«Smettila di agitarti.» Mi ammonisce Kail con un'occhiata torva.
Mi giro di scatto verso di lui, alzandomi dalla sedia del corridoio della prigione e faccio per rispondergli, ma una porta si apre e un signore vestito di nero e un cappello sulla testa compare nel corridoio.
«Se volete visitare il signor Miller potete andare direttamente nella sala in fondo a destra. Tra qualche minuto arriverà.» Ci spiega il signore dai capelli neri con una voce rauca e bassa.
Ha una cicatrice sulla guancia, che lo rende intimidatorio, e quello sguardo tipico di chi non è dove vorrebbe essere. Ma chi vorrebbe lavorare in un carcere di un paese dove ci sono più criminali per le strade che nelle celle?
«Su.» Mi sprona Kail e mi picchietta la spalla per farmi tornare sul pianeta terra.
Vorrei rispondergli per le rime, dirgli di smetterla di essere così superficiale, che qui dentro c'è l'uomo che più ho amato e odiato. Ma in questo momento ho solo una terribile ansia e voglia di vederlo.
Seguo Kail a passo svelto ed entriamo in quella che è la stanza delle visite da parte dei parenti o amici ai detenuti.
La stanza è spoglia e la luce entra da alcune piccole finestre in alto, chiuse da forti inferiate di ferro e doppia finestra. Mi siedo dalla parte del tavolo riservata alle visite e attendo in trepidazione. Kail si posiziona accanto a me e guarda le poche persone presenti nella sala.
Probabilmente avrei dovuto contattare Adam. Da quando Papà è qui dentro, io e Adam ci facciamo forza l'un l'altra per andare a trovarlo, qualche volta, insieme. Allie è ancora piccola, perciò preferiamo non portarla in questi ambienti, ma una o due volte è stato inevitabile.
L'ultima volta che ho visto Papà è stato a fine della scorsa estate, prima che Allie iniziasse la scuola e che io intraprendessi tutta quella che è stata la mia vita in questo ultimo anno. Ho paura di rivederlo e la presenza di Kail, questa volta, non aiuta.
«Puoi smetterla di battere il piede a terra?» Sbotta Kail a bassa voce e un paio di guardie dietro un bancone infondo alla sala ci guardano senza espressione.
Neanche mi ero accorta di star battendo il tempo con il piede. Ma perché è così scontroso ora?
«Scusa se sono un po' in tensione!» Esclamo a bassa voce e mi avvicino al suo viso per farmi sentire da lui soltanto. Ci sono solo due guardie infondo alla sala e un uomo a un paio di sedie più in là che aspetta qualcuno, un po' come noi. «Sto per rivedere mio Padre dopo quasi nove mesi senza vederlo, permettimi di essere un po' in ansia!»
Il suo sguardo si addolcisce un attimo e accenna un sorriso. Mi appoggia una mano sulla gamba e accarezza il ginocchio coperto dal jeans.
«Devi star tranquilla, Amy. Cosa può succedere di brutto? È tuo Padre, ti ama e sicuramente sarà contento di ricevere una tua visita.» Mi rassicura con il suo tono di voce calmo e sereno, capace di mettere tutti a proprio agio.
«È questo il punto. Non sono venuta a trovarlo neanche una volta in questo inverno e.. mi sento un po' in colpa.» Sussurro in imbarazzo e abbasso lo sguardo. Sento gli occhi pizzicarmi e se mi metto a piangere ora, non so cosa farò quando ce lo avrò davanti.
Stupido ciclo che mi fa essere super emotiva!
«Tua Padre sapeva che non avrebbe ricevuto poi così tante visite da parte dei suoi figli. Ti ricordi cosa ha detto a Charlie? Che questo non era un posto per dei ragazzi, ne tantomeno per una bambina come la piccola Allie.» Mi prende il mento tra le sue dita e mi alza la testa così da ritrovare i suoi occhi nei miei.
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You and me baby how about it?
Romance[COMPLETA] «Amanda sapeva che era sbagliato, ma lo voleva comunque. E quando Amanda vuole qualcosa, Amanda la ottiene. » Amanda è una giovane ragazza di diciotto anni. Vive in un quartiere schifoso americano con suo fratello maggiore, Adam, e sua so...