Heart and Soul in your Art - Sope

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"Ti sono caduti questi!"

Il ragazzo dai capelli neri fissò il ragazzo sorridente con le sopracciglia alzate e un ghigno disgustato stampato sulle labbra "Ti ringrazio" Disse bruscamente, rubando dalle mani del ragazzo più alto i suoi spartiti e nascondendoli nella borsa. "Bene, ciao." Borbottò prima di incamminarsi verso le porte del vagone della metro ma l'altro ragazzo, che gli stava già dando sui nervi, lo afferrò un secondo prima che riuscisse a entrare "Studi all'accademia di musica? Io studio in quella accanto di danza!" Esclamò il ragazzo con i capelli arancioni, sorridendo fino a far arrivare gli angoli della bocca agli zigomi.

Il ragazzo più basso sbuffò "No. Ciao." Replicò secco, cercando di entrare dentro il vagone della metro, che chiuse le porte nell'esatto secondo nel quale il ragazzo moro cercò di varcare la soglia. Sospirando, si voltò verso il ragazzo terribilmente insopportabile e disgustosamente allegro "Ho perso la metro per colpa tua." Declamò secco, avviandosi a passo veloce verso una macchinetta degli snack. Il ragazzo alto lo fissò per un paio di secondi stupito prima di seguirlo a distanza di pochi passi "Ti chiedo scusa, posso offrirti un caffè per farmi perdonare?" Chiese con un sorriso ancora più ampio mentre si grattava la nuca, quasi in un gesto di imbarazzo.

Il ragazzo dai capelli neri scrutò l'altro da sotto i ciuffi che gli erano ricaduti sulla fronte: il maglione verde bottiglia di un paio di taglie troppo grandi era condito con un paio di pantaloni di velluto neri, che accarezzavano le gambe muscolose ma armoniose del ragazzo. A completare il tutto, una borsa di plastica trasparente riempita di scalda muscoli, asciugamani e cd. Se non gli avesse detto di studiare in un'accademia di danza lo avrebbe preso per un senzatetto.

"Ma dico, ci stai già provando?" Chiese il più piccolo, sbuffando e inserendo un paio di monete nella macchinetta. Il più alto lo fissò confuso "Provarci? Non riesco a capire..." balbettò innocentemente, facendo irritare ancora di più il ragazzo dai capelli neri "Ti hanno insegnato ad adescare i ragazzi all'accademia di danza che frequenti?" Chiese sarcastico prima di piegarsi a prendere la merendina che aveva comprato; il ragazzo dai capelli arancioni cambiò immediatamente espressione, facendo cadere il sorriso e sostituendolo con un'espressione delusa "Perché tutti i ballerini sono gay vero? Questo è solo un pregiudizio! Io volevo solo essere gentile ed offrirti un caffè per scusarmi anche se in realtà dovresti essere tu a ringraziarmi dato che gli spartiti te li ho resi io!" Esclamò arrabbiato prima di allontanarsi a grandi passi dal distributore.

Il ragazzo dai capelli neri sospirò: in casa non aveva nulla da mangiare e quello sconosciuto in fondo sembrava simpatico. A malincuore buttò la merendina nel cestino della spazzatura che si trovava poco lontano da lui e cercò con lo sguardo il ragazzo, che fortunatamente si era fermato ad osservare uno dei grandi cartelloni pubblicitari che tappezzavano le gallerie della metro.

"Hey! Hey tu!" Chiamò a gran voce, avvicinandosi con le guance rosse dall'imbarazzo. Il ragazzo dai capelli arancioni si guardò intorno confuso e quando vide il ragazzo più basso avvicinarsi sospirò e cercò di restare serio. "Mi spiace per il commento di prima, purtroppo ho un pessimo carattere e non so relazionarmi bene con le persone." Mormorò il ragazzo dai capelli neri fissando il terreno. L'altro rimase un paio di secondi in silenzio prima di scoppiare a ridere. "Quindi ora lo accetti il mio invito a prendere un caffè?" Chiese con un sorriso speranzoso. Il più basso annuì quasi immediatamente, prima di allungare la mano destra in attesa di stringere quella più grande del ragazzo "Io sono Yoongi, Min Yoongi." L'altro sorrise e gli strinse la mano con vigore.

"Jung Hoseok!"

***

"Quegli spartiti... Hai composto tu quelle melodie?"

Yoongi annuì, rischiando di strozzarsi con il pezzo di torta al cioccolato che stava letteralmente divorando. Il ballerino lo guardò divertito, sorseggiando il the verde con il mignolo della mano destra alzato "Stai attento: hai finito quel pezzo di torta in meno di tre minuti, rischi di ucciderti da solo soffocandoti." Disse con un tono delicato, quasi materno. Il più basso abbassò gli occhi verso il tavolino di marmo imbarazzato, le guance rosse nascoste dal colletto alzato del cappotto "Non mangiavo da un po', stavo letteralmente morendo di fame." Sussurrò, la voce flebile come quella di un povero assetato in preda ai miraggi.

Normal life is too boring for usDove le storie prendono vita. Scoprilo ora