Stomp the Yard - Liskook

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"Fuori di qui! L'ora d'aria è già cominciata!"

La guardia del penitenziario di Seoul Jeon Jungkook sospirò e gettò un'occhiata verso la sala comune dove le ultime prigioniere si stavano alzando controvoglia. L'uomo sospirò, sistemandosi il cappello dell'uniforme sui capelli castani: la sezione femminile del carcere era mille volte più dura di quello che avrebbe mai potuto immaginare.

Le risse che aveva fermato nella sezione maschile non erano nulla rispetto a quelle che scoppiavano ogni giorno lì.

Lotte iniziate per una parole detta male, un gossip uscito da una bocca sbagliata, notizie diffuse sottobanco e possibili ménage con guardie.

Jungkook scosse la testa e abbassò la testa rispettosamente alle donne che stavano uscendo per andare in cortile, per godersi la quotidiana ora d'aria.

La guardia all'altro lato della porta, una donna sulla quarantina di nome Kim, lo guardò disgustata, non condividendo il suo atteggiamento: Jungkook sapeva che quelle donne avevano fatto qualcosa di veramente terribile per trovarsi nel carcere di massima sicurezza ma ciò non voleva dire che non si meritassero il rispetto di una guardia che amava il suo lavoro.

Jungkook si sarebbe mai abbassato al livello della sua collega.

Disprezzare le altre donne per le diverse scelte di vita che avevano fatto o che erano state costrette a intraprendere.

"Vado fuori." Annunciò la guardia Kim, sorprendendo Jungkook, che in un mese di permanenza nella sezione femminile si era visto rivolgersi solo grugniti e minacce. L'uomo annuì e osservò di nuovo la sala comune, accorgendosi che era rimasta solo un'ultima ragazza che si stava attardando ad uscire.

Jungkook imprecò sottovoce e si voltò, controllando che l'altra guardia si fosse già allontanata, prima di avvicinarsi al tavolo dove era seduta la ragazza.

Seduta non era proprio il termine più appropriato da utilizzare: aveva le gambe sul tavolo e il busto era completamente nel vuoto, solo una parte delle cosce e della schiena erano sulla sedia senza schienale.

"Dimmi Jeon, provi gusto ad interrompere le mie partite di poker?" chiese con tono divertito senza neanche alzarsi dalla sua apparente posizione comoda. L'uomo sospirò e si sedette sulla sedia di fianco a lei, posando la pistola sul tavolo, sicuro che non ne avrebbe avuto bisogno. "Tanto avresti perso comunque." le rispose con tono distaccato.

La ragazza scoppiò a ridere così sonoramente che per poco non cadde a terra ma il tempo passato in prigione l'aveva resa più agile e in attimo fu seduta composta, gli occhi grandi e marroni piantati in quelli della guardia. "Meglio perdere qui che in un casinò: almeno qua non scommettiamo in soldi!"

Jungkook l'osservò: era una delle ragazze più belle che avesse mai visto in vita sua, il viso pallido e dai lineamenti morbidi la faceva sembrare una bambola di porcellana, così come i lunghi capelli castani chiari e le labbra carnose, quasi sempre di un rosa tenue. E poi gli occhi, così grandi ed espressivi.

Ma dietro quel viso da angelo si nascondeva un vero e proprio mostro.

"Lalisa, è l'ora d'aria, vedi di uscire." ribatté Jungkook, alzandosi in piedi e aspettando che la ragazza facesse lo stesso. La castana sbuffò e alzò gli occhi al cielo, stringendo le ginocchia al petto, come se non volesse andarsene da lì. "Ti ho già detto di non chiamarmi così: tutti mi chiamano Manoban per un motivo." replicò infastidita. L'uomo sorrise: amava stuzzicarla, voleva vedere dove era il suo limite di sopportazione.

"Il direttore ha richiesto che le guardie chiamino i prigionieri per nome, non le ho fatte io le regole." le rispiegò per l'ennesima volta ma Lalisa si limitò ad alzare le sopracciglia e ad avvicinarsi pericolosamente alla pistola lasciata sul tavolo, fino ad afferrarla e a giocarci con tocco esperto. "Devi essere proprio un pazzo se lasci le tue armi a un passo da me..." mormorò prima di portare la pistola vicino al viso e guardare Jungkook dal basso "O forse ami solo il pericolo... continui a gridare al lupo sperando di attirarlo perché vuoi finire tra le sue fauci. La paura ti eccita."

Normal life is too boring for usDove le storie prendono vita. Scoprilo ora