Missing Moments - Club of Innocence

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"Domani puoi accompagnarmi in un posto?"

Jungkook fissò Lisa con gli occhi spalancati, come se non riuscisse a credere alle parole pronunciate dalla giovane "Tu, uscire? Ma non puoi uscire una volta l'anno?" Chiese confuso, facendola sospirare "E domani è il giorno: dobbiamo andare fuori città, nei pressi di Busan." Dichiarò, spostando lo sguardo dal ragazzo seduto sul divano della sala principale al giardino che si estendeva al di là delle grandi finestre "Io sono originario di Busan! Ha a che fare con ci-" "No. Ora, se non ti dispiace, vado un attimo in giardino: la cena sarà pronta tra poco." Lo interruppe brusca, andando verso il giardino, che era nascosto dalla città da un alto muro, a passi leggeri, come se non avesse peso, il vestito bianco lungo fino ai piedi strusciava contro il pavimento, producendo un leggero fruscio.

Il giovane restò a fissarla immobile mentre Lisa scompariva all'orizzonte, nascosta dalla luce del tramonto di inizio maggio; sapeva con esattezza dove stava andando: verso il ciliegio a est del giardino, sotto il quale era stata posta una lapide per Jennie. Dopo la sua morte, l'aria non era più tornata quella di prima: le risate si erano ridotte notevolmente, così come i sorrisi e i gesti d'affetto, le lacrime erano all'ordine del giorno e per quanto Lisa provasse, non era riuscita ad aiutare e consolare i suoi ragazzi. Ogni giorno sorgevano nuove e piccole rughe sul volto di porcellana della giovane, come se non chiudesse occhio da mesi, esattamente da quando Jennie se ne era andata, tre mesi prima. Jungkook sospirò profondamente, cercando di ricacciare dentro le lacrime: i genitori della ragazza non volevano neanche il corpo, solo la madre fu presente al funerale che i ragazzi organizzarono in fretta e furia nel giardino del club, di modo che anche Lisa potesse parteciparvi, seppellendo nello stesso luogo il corpo magro dI Jennie, protetto da una semplice tomba bianca, il colore dell'innocenza.

Per settimane, se non un mese, Jungkook si era ritenuto colpevole della sua morte, ma nessuno lì dentro l'incolpava: tutti ne erano responsabili, non le erano stati accanto e adesso stavano pagando il peso delle conseguenze. "È di nuovo da Jennie?" Chiese una voce alle sue spalle; il giovane non ebbe bisogno di girarsi per vedere chi aveva parlato, Namjoon entrò infatti nel suo campo visivo pochi secondi dopo, sedendosi sulla poltrona sospesa, dove un tempo Jennie amava sedersi "Credo che non riuscirà mai a superarlo." Mormorò Jungkook, quasi sovrappensiero, tenendo gli occhi fissi sulla bionda, adesso visibile in un angolo del giardino, inginocchiata a terra sotto il ciliegio. Il più grande sospirò e abbassò lo sguardo sulle mani, protette da un paio di guanti di pelle nera "Io penso che lei l'abbia già superato: ha perso tante persone nella vita e non ha mai versato una lacrima per loro, l'ho rivista piangere dopo tanto tempo solamente al funerale... Lisa non ama piangere per le persone che ha perso, preferisce crogiolarsi nel dolore della perdita che in quello del fallimento: per lei Jennie non rappresenta un membro della famiglia deceduto ma un fallimento nella sua missione per aiutarci." Spiegò con voce grave, come se non condividesse i suoi stessi pensieri.

"Fallimento? Solo perché non aveva previsto che Jennie sarebbe morta-" "Per Lisa noi siamo tutto ciò che conta nel mondo: uno di noi soffre, soffre anche lei, siamo come un motore perfetto e quando un pistone manca... La macchina non va più." Lo interruppe Namjoon, alzandosi e andando di fianco ad una delle grandi finestre della sala, gli occhi fissi sulla lastra in marmo bianco "Mi manca così tanto." sussurrò, più a sé stesso che a Jungkook, che si trovò tuttavia ad annuire "Eravate tanto legati?" Chiese; Namjoon si mise le mani in tasca e distolse lo sguardo dalla lapide, come se la sua visione gli causasse un dolore infernale "Eravamo simili: non riuscivamo a provare sentimenti ed emozioni, lei perché era stata cresciuta a pane ed egoismo, io perché vedevo numeri in ogni singola cosa ma non nelle emozioni. Per anni... Ho cercato e cercato, in lungo e largo, l'equazione dell'amore, della tristezza, della felicità ma non ho mai trovato nulla." Spiegò, sedendosi al pianoforte di recente regalato da G-Dragon ai ragazzi, come se uno strumento del genere potesse colmare il vuoto lasciato da Jennie. "I sentimenti non sono razionali, non hanno bisogno di numeri o equazioni." Mormorò Jungkook confuso, continuando a tenere lo sguardo fisso su Lisa, sempre immobile davanti alla tomba della giovane.

Normal life is too boring for usDove le storie prendono vita. Scoprilo ora