Airplane - Jinsoo

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"Allora? Ci siamo tutti?"

Il trentatreenne Kim Seokjin si passò una mano tra i capelli castani mentre gettava delle occhiate preoccupate attorno a sé: sua moglie incinta era scomparsa, i gemelli stavano mangiando quello che sarebbe dovuto essere il loro spuntino di metà volo, Yoongi stava avendo dei seri problemi con la sicurezza aeroportuale per la mini bottiglia di whisky che aveva lasciato nel bagaglio a mano e Namjoon stava cercando di pettinare la piccola Jennie con le mani, dato che pochi minuti prima aveva perso in bagno il pettine. In tutto questo era pure scomparso Hoseok, il primogenito.

"Secondo te? Jisoo è sparita, Yoongi sta per andare in prigione e ho pure perso mio figlio! Direi che non siamo tutti per niente!" Esclamò Jin in faccia al fratello minore Namjoon, che continuò a pettinare la bambina di quattro anni come se nulla fosse. Il castano fece un respiro profondo e andò dal poliziotto che stava interrogando Yoongi nel bel mezzo dell'area destinata all'imbarco; "C'è qualche problema, agente?" Chiese, anche se sapeva benissimo che il cugino aveva sicuramente qualcosa di illecito con sé, a partire dalla bottiglia di whisky per finire con un lanciarazzi.

La guardia chiaramente sovrappeso dell'aeroporto si voltò verso l'uomo alto che gli aveva appena rivolto la parole, gli occhi spalancati come per cercare di capire se fosse serio o scherzasse "Problema? Quest'uomo sta viaggiando con un lanciarazzi!" Esclamò, facendo gemere di dolore Yoongi, che portò le mani ossute alle orecchie nascoste dai capelli colorati di un pallido verde smeraldo"Il lanciarazzi è essenziale: come faccio a fare festa al matrimonio di mia cugina senza quello? Chi li fa i fuochi d'artificio?" Chiese serio con voce profonda. Il poliziotto si voltò verso Jin, che scuoteva la testa, ormai esasperato "L'ha sentito anche lei vero? Vuole fare i fuochi d'artificio con un lanciarazzi? Ma lei ha idea della pericolosità della cosa?!" L'uomo dai capelli colorati gemette di nuovo e si voltò verso sinistra, prendendo improvvisamente fiato e gridando "HOBI! VIENI SUBITO QUI!"

Da dietro una delle colonne dell'area di imbarco spuntò una testa ricoperta di capelli castani, che rimbalzavano ad ogni passo del bambino, che correva a tutta velocità verso il padre e lo zio "Sì zio Yoongi? Come posso aiutarti?" Chiese gentilmente, anche se le gambe gli tremavano come due budini e le mani erano nascoste nelle maniche della felpa gialla con un sole disegnato sopra. Yoongi si abbassò all'altezza del bambino, mettendocela tutta per non ribaltarsi come una tartaruga, e gli sussurrò qualcosa nell'orecchio che lo fece sbiancare. Jin sospirò "Yoongi, ti ho già detto tante volte di non utilizzare i bambini come scusa, prima o poi riusciremo a battere i finti pianti di Hobi." Mormorò esasperato, ottenendo un'occhiata stupita dal poliziotto "Quindi... Questi sono i suoi figli?" Il castano annuì, avviandosi verso l'accampamento che aveva lasciato nelle pessime mani del fratello, seguito dal poliziotto e dal cugino con in braccio Hoseok, sempre più terrorizzato.

"E lei lascia che suo cugino li tratti così? Probabilmente è un alcolizzato, ha dei problemi mentali, per non parlare della poca empatia che mostra nei confronti del bambino: sa, io ho studiato psicologia all'università-" "E adesso lavora in un aeroporto?" Commentò acido Yoongi, sistemando meglio il bambino di sette anni sul fianco. Il poliziotto si fermò per un istante prima di ricominciare a camminare e a parlare con Jin, che non lo degnava neanche di uno sguardo, troppo impegnato ad impedire che Namjoon strappasse i capelli alla piccola Jennie e i gemelli si strozzassero con i panini alla marmellata. "La mia piccola principessa, ti ha fatto tanto male lo zio Namjoon?" Chiese il castano, prendendo in braccio la bambina, che nascose gli occhi pieni di lacrime nel collo del padre; Namjoon spalancò le braccia, colpendo con il gomito le valige del povero malcapitato che si era seduto vicino a loro.

Jimin e Taehyung, i due gemelli, scoppiarono a ridere, ottenendo un'occhiataccia dall'uomo colpito dalla 'disgrazia Namjoon', così come era stato soprannominato da Jisoo, la moglie di Jin, momentaneamente scomparsa. "Jimin! Taehyung! Silenzio o non avrete il dolce!" Esclamò il castano, le braccia ancora strette attorno alla bambina, che sembrava essersi addormentata sulla spalla enorme del padre. Il bambino più minuto, Jimin, spalancò gli occhi terrorizzato e annuì in fretta alle parole del padre mentre Taehyung, che per qualche strana ragione aveva uno dei fiocchi rosa della sorellina in testa, continuava a ridacchiare tranquillo, gesticolando e indicando lo zio, impegnato a scusarsi con l'uomo che aveva colpito accidentalmente.

Normal life is too boring for usDove le storie prendono vita. Scoprilo ora