EXTRA #5 - Peek-a-Boo

238 11 7
                                    

"Lisa?"

Jungkook si stropicciò gli occhi con la mano destra, ancora intorpidita per averci dormito sopra. La luce del sole filtrava attraverso le grandi finestre del loft di Mopko dove si erano rifugiati, nella speranza di sfuggire a Jeon Jihoon. Un sospiro si fece spazio tra le labbra di Jungkook: stava scappando da suo padre, uno degli avvocati più influenti della Corea che aveva sicuramente messo su una squadra per rintracciarlo, anche grazie a tutte le sue conoscenze.

Jeon Jihoon aveva difeso a spada tratta numerosi pezzi grossi della mafia coreana, spesso riuscendo a farli uscire di prigione dopo solo una notte in cella grazie alle sue tecniche di orazione; era molto probabile che Jungkook e Lalisa fossero controllati da qualche scagnozzo di un boss in debito con Jihoon dal momento in cui avevano lasciato Seoul, quasi dieci giorni fa.

Jungkook affondò la testa nel cuscino soffice, striando dolcemente i muscoli delle cosce e della schiena, leggermente intorpiditi e doloranti dopo la competizione di ballo della sera precedente. Al solo pensiero della gara di ballo un sorriso gli nacque sul volto: la gioia di Lisa nello stringere il premio, il suo sorriso così luminoso da poter illuminare uno stadio intero, lo sguardo pieno di eccitazione all'idea di avere una foto sulla prima pagina del giornale cittadino, il modo più efficace per far sapere a Jihoon che era pronta a combattere.

Il bacio che si erano scambiati nell'esatto momento in cui il fotografo aveva scattato.

Jungkook non ci aveva pensato troppo: Lisa aveva rischiato la vita per raccogliere informazioni su suo padre, infiltrandosi come segretaria nel suo team, poteva anche lui mettersi a rischio per mandare dietro le sbarre un criminale.

Il braccio di Jungkook sfiorò la parte del letto in cui Lisa aveva dormito, trovandola fredda. Un'ondata di panico gli salì nelle vene, facendolo sedere sul letto, con il lenzuolo leggero che gli copriva le gambe: il loft era illuminato a giorno, facendo dedurre al castano che fossero circa le nove del mattino, sul divano erano state abbandonate le giacche a vento che avevano indossato la sera precedente e le scarpe, così come un paio di vestiti erano sparsi sul pavimento.

Ma di Lisa neanche l'ombra.

I dubbi iniziarono ad attanagliare la mente di Jungkook: che se ne fosse andata? Che suo padre l'avesse trovata e uccisa o torturata? Forse la squadra del distretto di Lisa l'aveva trovata con lui e poteva aver mal interpretato la situazione.

Il battito del cuore di Jungkook batteva all'impazzata, eppure il suo corpo era incapace di muoversi.

Dove era Lisa?

"Lisa?" Chiamò una seconda volta, stavolta a voce più alta e lasciando trapelare tutto il suo nervosismo e paura. Per alcuni secondi il silenzio regnò nell'appartamento, congelando il respiro di Jungkook. "Preoccupato Jeon?" Chiese una voce femminile dalla porta del bagno chiusa. Il castano tirò un sospiro di sollievo e si lasciò cadere sul letto, chiudendo gli occhi e lasciando che il suo cuore ricominciasse a battere normalmente. "Un po'" ammise, continuando a parlare con Lisa, che apparentemente preferiva il bagno al letto comodo con lui.

"Perché? Pensavi che i cattivoni fossero qui?" Chiese con una punta di divertimento nella voce. Jungkook continuò a tenere gli occhi chiusi e scosse debolmente la testa, consapevole che Lisa non potesse vederlo "Anche. Pensavo che la tua squadra fosse arrivata e ti avesse portata via, lasciandomi qui da solo." Disse con sincerità. Una risata cristallina scaturì dalla bocca di Lisa, che rimbombò nel loft nonostante la porta del bagno chiusa "Non potrei mai lasciarti come un agnellino davanti ad un branco di lupi: verresti sbranato prima di poter anche solo gridare 'al lupo!'" Jungkook accennò un sorrisetto: non poteva che darle ragione, era lei quella allenata a fare la spia, lui era solo la spalla che Lisa si era ritrovata senza poter protestare.

Normal life is too boring for usDove le storie prendono vita. Scoprilo ora