Tell me something - VRosé

460 20 13
                                    

"Signor Kim!"

Taehyung imprecò sottovoce, la testa gli sembrava così pesante, a malapena riusciva a tenere gli occhi aperti e proprio adesso quel maledetto giornalista voleva fargli una domanda? 

"Signor Kim!" Ripeté la voce acuta e fastidiosa quanto un'unghia su una lavagna. Taehyung sospirò e si tolse il cappello a tesa larga marrone che indossava, lasciando respirare i capelli castani, ormai troppo lunghi perfino per i suoi gusti. "Signor Kim, è vero che ha iniziato a fare uso di droghe?" Chiese il giornalista senza mezzi termini. 

Il castano strizzò gli occhi, finalmente voltandosi verso il disturbatore: non era altro che l'ennesimo giornalista di un giornale online, ormai l'uomo aveva imparato a riconoscerli, vestiti di tutto punto come i peggiori avvocati del diavolo, pronti a distruggere una vita con il solo potere di una parola. "Signor Kim?" Chiamò il giornalista, afferrandogli una spalla. Taehyung ringhiò, sottraendosi al contatto fisico come un'anguilla e allontanandosi di un paio di passi dall'uomo basso con il viso angelico. "Può rispondere alla domanda?"

Taehyung distolse lo sguardo: le strade di Seoul non gli erano sembrate così inospitali da quanto vi ci era arrivato per la prima volta, circa tredici anni prima, con un sogno così impossibile da sembrare irraggiungibile. Da un angolo proveniva una musica confusa, romantica, quasi da bordello; fu tentato di mandare al diavolo il giornalista e seguire quella musica, aveva bisogno di distrarsi come mai prima d'ora, ma non poteva permettersi una denuncia, né aveva voglia di lotta o violenza. In fondo, quelle gli avevano solo provocato dolore.

"No, non uso alcuna droga. Sono pulito." Disse con una facilità micidiale, nascondendo la verità a se stesso e al resto del mondo. L'unica droga che usava era la musica ma ultimamente anche lei non era più capace di soddisfarlo. Sentiva la mancanza di qualcosa, qualcosa di più forte, magico, indimenticabile. 

Il giornalista alzò un sopracciglio ma non aggiunse altro, scribacchiando in fretta le sue parole su un taccuino. "Ha finito?" Chiese Taehyung, la voce irritata non stupì l'altro uomo, che si limitò ad annuire e fare un passo indietro, come per lasciarlo andare per la sua strada.

Taehyung alzò le labbra in un sorriso ironico, concedendosi una risata mentale mentre si avviava verso la macchina che lo aspettava alla fine della strada buia e deserta. Per un attimo l'occhio destro gli cadde sulla porta del bordello ma era troppo stanco per anche solo pensarci. Accelerando il passo, arrivò allo sportello della macchina nera prima che se ne rendesse conto. Jin, suo autista personale e migliore amico, lo aspettava per poter partire. 

"La smetta di mentire a se stesso. Lei ha bisogno di aiuto."

Taehyung si voltò quando sentì la voce del giornalista, così subdola e potente, capace di distruggere quella facciata che con fatica aveva costruito negli anni. Non aveva intenzione di buttarla giù per nessuno, neanche per se stesso. "Ho appena finito un concerto e sono stanco, la pregherei di lasciarmi in pace," Replicò con gentilezza anche se la voce non nascondeva la rabbia crescente che aveva in corpo.

Il giornalista non riuscì a trattenere una risata e si tolse gli occhiali, mostrando i piccoli occhi neri al cantante, che ebbe un attimo di smarrimento nel vedere quanto sinceri e potenti fossero. "Io la lascio in pace," Cominciò il giornalista, avvicinandosi alla macchina, le mani nascoste nelle tasche del cappotto color tortora "-Ma i suoi demoni continueranno a tenerla sveglia la notte finché non li combatte." Mormorò, la voce bassa era intrisa di falsa pietà e verità, ma Taehyung era stanco di sentirselo dire.

Era stanco dei commenti scomodi.

Era stanco di sopportare in silenzio.

Era stanco di essere solo.

Normal life is too boring for usDove le storie prendono vita. Scoprilo ora