Missing Moments - Tonight

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"Stai attento ai bambini più grandi!"

Il bambino annuì distrattamente e si voltò verso lo scivolo, come se non vedesse l'ora di salirci e cominciare a giocare con gli altri bambini. "Non correre, non saltare in cima alle scale, non saltare la fila e non rubare il posto agli altri, va bene?" Taehyung molleggiò leggermente: era in ginocchioni da quasi due minuti per fare tutte le raccomandazioni che ogni genitore dovrebbe fare prima di lasciare il proprio figlio in un parco giochi ma il bambino non lo stava neanche più ascoltando.

"Posso andare adesso?" chiese, ingrandendo i già grandi occhi marroni e calcandosi ancora meglio il cappellino giallo sui capelli castani, per la paura che gli scappasse dalla cima dello scivolo. Taehyung poté solo ridacchiare di fronte al comportamento adorabile del bambino "Certo, vai pure Jihyung, ti tengo d'occhio." il bambino rise e corse via, lasciando l'uomo in mezzo al prato, davanti ai giochi pubblici.

Taehyung sospirò e si alzò, camminando lentamente verso la panchina sulla quale era solito sedersi: da lì aveva una visuale perfetta sullo scivolo e sul parco giochi. Se a Jihyung fosse successo qualcosa lui l'avrebbe visto al dettaglio.

Era tuttavia isolato dal resto delle famiglie che portavano i propri figli a giocare, sentendosi sempre più solo. Gli sarebbe piaciuto fare conversazione ma aveva l'impressione che le mamme fosse pronte a tradire i propri compagni per lui.

Un sorriso genuino si fece spazio sulle labbra di Taehyung quando vide Jihyung fare amicizia con una bambina più o meno della sua età, aiutandola a raccogliere le foglie da terra e metterle sul tavolino della casetta di legno. Taehyung si passò una mano tra i capelli rossicci e ridacchiò: Jihyung si era appena guadagnato un biglietto di sola andata per un pomeriggio a giocare a prendere il the con le altre bambine.

Tuttavia Jihyung sembrava contento, continuava a sorridere alla bambina che stava raccogliendo le foglie, arrivando addirittura a darle una sfiorarle una guancia per toglierle il ciuffo di capelli castani che era scappato dalle mollette. Taehyung rise e reclinò la schiena sulla panchina: Jihyung era un bambino molto timido ma stranamente si sentiva a suo agio in quella situazione, arrivando addirittura a imitare uno dei gesti che era solito vedere in casa.

L'attenzione di Taehyung si spostò sulla bambina: indossava un cappotto così costoso che probabilmente valeva più di tutti gli stipendi dei genitori al parco, così come le scarpe bianche e il vestitino rosa, che fecero domandare l'uomo il perché della sua presenza in un parco giochi fuori dal centro di Seoul. La bambina aveva un che di familiare, a partire dagli occhi a mezzaluna che sparivano ogni volta che un sorriso compariva sulle labbra a cuore naturalmente rosa ai capelli castani che le arrivavano alle spalle, tenuti indietro da due mollette colorate.

Somigliava in modo estremamente preoccupante a una persona del suo passato.

I pensieri di Taehyung vennero interrotti dalla voce di una donna che chiamava con gentilezza un bambino, per poi comparire nella visuale dell'uomo pochi istanti dopo: la donna indossava un cappotto nero lungo fino alle ginocchia con delle decorazione dorate, un paio di stivali neri di pelle lucida e teneva in mano un cappello bianco con un piccolo fiore rosa. "Soo! Vieni qui! Prenderai freddo senza il cappello!"

Il sangue nelle vene di Taehyung si gelò quando sentì la voce della donna e sperò di sbagliarsi.

Come se fosse in preda a un sogno, o forse era un incubo, si alzò dalla panchina e si avvicinò verso la donna, che stava mettendo il cappello alla nuova amichetta di Jihyung.

"Soo, il cappello ti serve, fa freddo," La donna parlava in tono deciso ma dolce, cercando di sistemare le orecchie della bambina sotto il cappello.

Più Taehyung si avvicinava, più i battiti del suo cuore aumentavano, fino a spaventarlo.

La bambina si liberò dalla presa della donna e tornò da Jihyung, che l'aspettava pochi passi più in là, le piccole mani piene di foglie. La donna sospirò e si alzò da terra, lisciandosi il cappotto e sistemandosi il basco nero di pelo che indossava.

Normal life is too boring for usDove le storie prendono vita. Scoprilo ora