Missing Moments - Jolly

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"Che diavolo ci fai qui?"

Jennie alzò la testa verso la voce, i capelli castani le coprirono parzialmente l'occhio destro ma non le impedirono di vedere un raro ed estremamente attraente esemplare di Park Jimin a petto nudo a pochi passi da lei. "Che diavolo stai facendo? Non ti è permesso stare qui!" Ripeté alzando leggermente la voce, avvicinandosi sempre di più verso la ragazza, che lo ignorò e si guardò intorno: la stanza nella quale si trovavano era una piccola e calda armeria, senza finestre ed illuminata solo da una lampada posta sul soffitto, colorando l'ambiente di un giallo ocra e creando ombre diverse sulle pareti completamente ricoperte di scaffali pieni zeppi di pistole, fucili e coltelli.

"Niente, stavo solo guardando. Non mi è permesso esplorare? Siamo in questo posto da tre giorni, inizio ad essere stanca di passare il mio tempo in una o due stanze." Ribatté secca, gli occhi fissi su una pistola con il manico decorato in madreperla. Il ragazzo si morse la lingua, chiaramente infastidito dal comportamento della ragazza "Tua madre non ti ha mai insegnato che non si ficca il naso negli affari degli altri? Non dovresti essere qui: tra poche ore Namjoon hyung arriverà e prenderà tutte le armi necessarie per il piano che abbiamo organizzato." Disse, ottenendo una risata amara da parte della mora "Magari volevo solo fare un controllo, non avrei fatto niente di male comunque."

Jimin ridacchiò, passandosi una mano tra i capelli biondi "Non ne sarei troppo sicuro: e se fossi venuta qui per sabotarci?" Jennie finalmente si degnò di guardarlo, girandosi verso di lui e lasciando stare la pistola decorata. "Forse tu non lo riesci a capire ma noi ci stiamo mettendo contro l'uomo che ci ha salvate da un futuro disastroso, ci ha dato una casa, ci ha voluto bene; ci ha anche tradite e pagherà per la morte di Jisoo unnie ma non provare a pensare per neanche un secondo che lavoriamo ancora per lui: la guerra dura da fin troppo tempo e darei qualsiasi cosa per la mia libertà." Spiegò puntando l'indice al petto del ragazzo, che si limitò a deglutire a causa del contatto ravvicinato. "E in questi due anni non sei stata libera?" Chiese con voce curiosa, le sopracciglia alzate in un'espressione confusa.

Jennie scosse la testa, le labbra modellate in una smorfia di delusione "Negli ultimi due anni io e Rosé non abbiamo fatto altro che cercare l'assassino di Jisoo, mettendoci contro parecchie bande della città, cercando informazioni ovunque, abbiamo stretto più accordi con il diavolo che altro: alla fine di questa notte non saremo certo libere, abbiamo alcuni debiti da pagare, ma almeno avrò un peso in meno sul cuore." Mormorò infine, gli occhi velati di lacrime. Jimin si allontanò di un paio di passi, indossando in fretta la camicia che aveva poggiato in tutta fretta su uno scaffale quando aveva visto una persona dentro la stanza delle armi.

"Come fai a sopravvivere con tutti questi demoni?" Chiese avvicinandosi di nuovo alla mora e avvolgendo leggermente le braccia attorno alla sua vita. Jennie sorrise amaramente "Non ce li hai anche tu? Non sogni le tue vittime?" Chiese di rimando, gli occhi brillanti sotto la luce gialla della lampada. Jimin scosse la testa e interruppe il contatto visivo, abbassando la testa e fissando il pavimento di cemento "No, ho smesso anni e anni fa di pentirmi delle mie azioni: non avrei scelto questa vita altrimenti. " Replicò con sicurezza, la voce calma e abituata alle parole che il ragazzo ripeteva spesso nella mente e agli altri compagni. La ragazza arricciò le labbra pensierosa, allontanandosi di qualche passo da Jimin.

"Tu come fai?" Chiese di nuovo, la voce leggermente tremante. Jennie fece un respiro profondo e si avvicinò al ragazzo, tornando nella posizione nella quale si trovavano prima: uno di fronte all'altra. "Ho un metodo antistress." Rispose con franchezza, alzando le spalle e guardando negli occhi il ragazzo, che si accigliò confuso "Antistress? Cosa intendi? Perché qui con antistress intendiamo fumare un po' di erba o ubriacarsi, non so se ha il tuo stesso significato!" Replicò confuso, facendo scuotere la testa alla ragazza, che sorrise dolcemente.

Normal life is too boring for usDove le storie prendono vita. Scoprilo ora