Good Omens - Chaennie

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1859, London, England

"Ti va un the?"

"Ti sembra una domanda da farmi?" sbottò irritata la donna con lunghi capelli castani tendenti al rossiccio seduta sul divanetto vicino alla finestra in stile francese della residenza cittadina che si affacciava sulle trafficate strade londinesi. L'altra donna sospirò e mise un broncio quasi comico, versando solo per se stessa la così detta bevanda "Peccato, non sai cosa ti perdi." mormorò alzando le sopracciglia e bevendo un sorso del the che si era fatta preparare dalle domestiche "Che cosa ti porta qui Ithea?" chiese posando la tazza di ceramica sul tavolino basso e sedendosi sulla poltrona decorata con vari merletti.

La donna seduta sul divanetto spalancò gli occhi e fece uscire dalla bocca una lingua biforcuta, uguale a quella di un serpente "Sai bene di non dovermi più chiamarmi così: io sono Lady Jennie adesso!" esclamò, portandosi una mano al petto poco coperto dal vestito rosso e nero che indossava. L'altra donna sospirò e schioccò le dita, facendo comparire una stola rossa sulle spalle di Jennie, che la guardò confusa da dietro gli occhiali da sole neri che indossava "E questa cosa diavolo sarebbe Anela?" la donna seduta sulla poltrona drizzò la schiena e si passò una mano tra i capelli biondo platino, constatando che la regale acconciatura era ancora in ordine.

"Quella, mia cara Lady Jennie, è una stola: serve per non farmi andare in tentazione, visto che è la tua specialità." disse un lieve sorrisetto, "E non serve utilizzare il mio nome da angelo, puoi benissimo chiamarmi Lady Rosè come fanno tutti." la donna con i capelli castani alzò gli occhi al cielo e si tolse la stola, incenerendola non appena toccò terra "Come ben saprai è nella natura di un demone far andare in tentazione gli esseri mortali e gli angeli come te." replicò sorridendo maliziosa "Ed è già successo più di una volta."

Rosè apparve per un istante visibilmente nervosa ma dopo aver sbattuto gli occhi blu cielo per un solo istante l'espressione pacata e dolce caratteristica di ogni angelo tornò a farsi spazio sul suo volto "Non parliamo del passato, non ne vale la pena!" Esclamò, facendo lievitare la tazza di the fino a prenderla in mano e berne un sorso "Non pensi che i tuoi occhiali siano completamente fuori luogo con l'abito?" chiese con aria frivola, guardando prima il vestito con la larga gonna decorata da rose rosse e nere che toccava terra e poi gli occhiali da sole con lenti nere come la pece, sostenute da una piccolissima montatura in metallo.

Jennie modellò le labbra in una smorfia disgustata "Pensi che così sia meglio?" chiese, togliendosi gli occhiali e mostrando le pupille rosse e sottili come quelle di un serpente. Rosè rise sotto i baffi "Oh no, non credo che verresti apprezzata dalla regina così!" Esclamò ridendo, godendosi quanto Jennie si irritasse per i suoi commenti. "Non scherzare Anela, sono venuta qua per affari." dichiarò secca la donna rimettendosi gli occhi sul naso.

"Sai bene che un angelo e un demone non dovrebbero parlarsi, figuriamo fare affari!" sospirò Rosè facendo scomparire la tazza di the con uno schiocco delle dita. Jennie poggiò la testa contro il muro e gemette annoiata "Non puoi farmi la predica da angelo risoluto adesso: sono cinquemila anni che siamo su questa terra e una volta ogni mezzo secolo ci incontriamo per discutere di come vanno le cose!" "Infatti ci saremmo dovute vedere tra tre anni..." fece presente l'angelo ma Jennie liquidò le sue parole con un gesto della mano "Credo di dovermi recare in America: mi hanno fatto sapere dai piani bassi che hanno intenzione di far scoppiare una guerra..."

"E perché mai?" chiese Rosè preoccupata. Jennie alzò le spalle "Credo sia a causa degli schiavi... io so solo che il quattro marzo del 1861 dovrò far vincere un certo Abraham Lincoln alle elezioni... che idea bislacca! Io, un demone, devo far eleggere un uomo chiamato Abramo!" l'angelo annuì ma il suo sorriso era influenzato da un alone di tristezza "E sei contenta di far scoppiare una guerra?" chiese con un filo di voce. Il demone sospirò e passò la lingua biforcuta sulle labbra rosse come il sangue "Non sono io a decidere cosa fare: sappiamo entrambe che ciò che succede fa parte dell'ineluttabile piano divino." Rosè annuì a quelle parole "Chissà quando succederà..." Jennie si accigliò "Succederà cosa?" "L'armageddon, sì insomma... l'apocalisse!" disse in tono divertito, lasciandosi sfuggire una risatina "Prima o poi succederà!" Esclamò facendo ridere Jennie.  

Normal life is too boring for usDove le storie prendono vita. Scoprilo ora